Un anno senza Michela Murgia: una voce potente di cui avremmo ancora bisogno

L'attivista e scrittrice è scomparsa il 10 agosto 2023 a soli 51 anni. Le sue parole, il suo pensiero critico così come i suoi tantissimi scritti vivono ancora nelle nostre coscienze per quella che è stata senza dubbio l'intellettuale più lucida e appassionata del nostro tempo

di CHIARA CARAVELLI
10 agosto 2024
’Il giardino di Alceste’. La rassegna dedicata a Michela Murgia

Un anno dalla morte di Michela Murgia

“Ho avuto fortuna perché il mio tipo di lavoro mi permette un’introspezione e delle pause in cui posso guardare me stessa dall’esterno e in cui capisco che il tempo che sto vivendo è probabilmente il tempo migliore della mia vita. Io oggi le dico: questo è il tempo migliore della mia vita. Visto da fuori non lo è: ho il cancro, ho il tempo contato, come tutti del resto, ma io ho il conto più breve. Dovrebbero essere elementi di non felicità. Ma invece non conta il cosa, conta il come. E in questo momento io posso scegliere il come”.

È passato un anno. Un anno dalla morte di Michela Murgia, scomparsa a causa di un cancro a soli 51 anni. Questo è uno stralcio dell’intervista che rilasciò a Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair, due mesi prima di morire in occasione di un numero speciale diretto proprio da lei. Quella che ci ha lasciato Michela Murgia è un’eredità immensa, una voce che oggi continua a mancare e che sempre mancherà. Perché quando pensiamo a Michela Murgia, ci viene da dire ‘quanto ancora avremmo bisogno di te’. Ed è vero, quanto ancora avremmo bisogno di quelle parole, di quei pensieri scelti e pensati con cura. Lei che è sempre stata capace, attraverso ciò che esprimeva, di scuotere l’opinione pubblica. Non senza attacchi, spesso da destra veniva considerata la femminista, la buonista, la comunista.

Le critiche, nei suoi confronti, non sono mai mancate. Anzi, è sempre stata bersaglio di odio e cattiverie gratuite, quelle di chi non aveva altri strumenti se non la violenza verbale, per risponderle. Michela Murgia non c’è più, ma la sua voce e i suoi scritti, i testamenti del suo pensiero critico, rimangono ancora con noi. Da ‘Tre Ciotole’ che lei stessa ha definito ‘l’alfabeto dell’addio’, poi il libro postumo ‘Dare la vita’ dove affronta il tema della maternità queer e infine ‘Ricordatemi come vi pare’, l’autobiografia curata dal suo figlio d’anima Alessandro Giammei e Beppe Cottafavi nella quale si racconta e dove troviamo anche alcuni racconti e discorsi della scrittrice inseriti proprio da Giammei prima della pubblicazione.

Michela Murgia è stata senza dubbio l’intellettuale più appassionata e lucida del nostro tempo, capace ogni volta di farci riflettere, di interrogarci, di guardarci dentro. Lei che con il suo pensiero critico non ha mai risparmiato nessuno, non solo i suoi nemici, ma anche i suoi amici e sé stessa. Le sue parole continuano, a un anno dalla sua morte, a essere dentro di noi. A risuonare nelle manifestazioni, nei cortei, pochi mesi fa il suo ritratto è apparso su un muro della Capitale. Perché come disse Chiara Valerio, sua carissima amica, nel bellissimo e struggente ricordo che ne fece in occasione dei funerali, Michela Murgia splende.

"Di lei parlerò solo così. In italiano abbiamo solo la parola tempo, gli inglesi hanno tense e weather allora siccome Michela Murgia se ne andrà prima del tempo, perché non c’è tempo, e come sappiamo tutti, essendo stati bambini, è difficile coniugare i tempi, allora oggi per Michela usiamo il tempo atmosferico, così domani pioverà Michela Murgia o splenderà Michela Murgia”. E allora oggi, come un anno fa, come ogni giorno, splenderà o pioverà Michela Murgia.