Tramite un video su Facebook (qui diffuso dall'agenzia Ansa) il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato di aver indetto un referendum popolare sulla contestata legge, che prevede il divieto di condivisione in Ungheria di un qualsiasi contenuto che rappresenti l’omosessualità o il cambio di sesso, in contesti pubblici come scuole e tv ai minori di 18 anni (leggi l’articolo).
Per difendersi dall’Unione Europea, la cui Commissione ha di recente avviato una procedura d’infrazione contro il Paese che guida, Orban gioca dunque la carta del referendum, sostenendo che Bruxelles, senza avere nessuna competenza in materia, "vuole costringerci a fare entrare nelle scuole attivisti-Lgbtq, mentre l’educazione dei figli in materia di sessualità è competenza esclusiva dei genitori". "Bruxelles ha chiaramente attaccato l’Ungheria nelle ultime settimane per la legge sulla protezione dei bambini", ha detto il premier magiaro, aggiungendo che la legislazione ungherese tiene fuori la propaganda sessuale da asili, scuole, programmi Tv e pubblicità. "Ora Bruxelles chiede emendamenti alla legge sull’istruzione e alla legge sulla protezione dei minori. Cinque anni fa c’è stato un referendum. E c’è stata la volontà comune del popolo di impedire a Bruxelles di obbligarci ad accoglierei migranti. Li abbiamo fermati allora, possiamo fermarli ora", ha aggiunto nel video.
Il provvedimento, passato un mese fa con 157 voti a favore e un solo contrario, nasce "al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini". Per questo, si legge nel testo: "la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai 18 anni"."Le lezioni di educazione sessuale", inoltre,"non dovrebbero essere finalizzate a promuovere la segregazione di genere, il cambiamento di genere o l’omosessualità".