Vannacci e l’effetto boomerang del suo “Mondo al contrario”

Dopo l’indagine per truffa, il generale pupillo della Lega finisce sotto la lente della Procura per “istigazione all’odio razziale”. Lui si difende nel nome della cara e amata libertà di opinione, oggi abusata e spesso equivocata

di SOFIA TULI -
27 febbraio 2024

Con tutto il rispetto, paragonare Roberto Vannacci a Galileo Galilei – come ha fatto il suo legale di fiducia – è onestamente esagerato e un pochino offensivo per il genio pisano. “Entrambi – dice l’avvocato Giorgio Carta - sono giudicati per le loro idee, lo scienziato 300 anni dopo è stato assolto. Speriamo, per dati anagrafici, di risolvere questa vicenda prima”.

Peccato che quello che viene contestato a Vannacci non è di aver stravolto le leggi (fisiche e astronomiche) della religione, bensì di aver “istigato all’odio razziale” nelle pagine del suo libro molto letto e molto discusso.

Cosa dice la legge

Cosa intende il Codice penale per “odio razziale”? “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa”. Le pene (salvo che non ci sia un reato più grave, vale a dire che qualcuno usi davvero violenza dopo avere letto o ascoltato le presunte provocazioni) prevedono: reclusione fino a un anno e sei mesi o multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; oppure reclusione da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione per gli stessi motivi.

Vannacci, sono molto sereno,parlerò nelle sedi opportune
Vannacci, sono molto sereno,parlerò nelle sedi opportune

Il libro diventato un “caso”

“Il mondo al contrario” ha deflagrato e creato come sempre due partiti: uno grida al trionfo della libertà e l’altro al trionfo della bassezza. Ognuno, sia chiaro, può avere le idee che vuole, ma nell’esprimerle dovrebbe usare tutte le accortezze possibili senza offendere e senza mandare le truppe in prima fila (certo questo è da sempre il lavoro di Vannacci, però più cautela era necessaria).

Quelle che la Procura di Roma ha ritenuto meritevoli di una possibile indagine – dopo la denuncia di alcune associazioni - sono soprattutto le frasi legate agli omosessuali e ai neri. Per Vannacci gay, lesbiche e protagonisti dei pride non sono normali (nel senso di consueti), mentre parlando di multiculturalismo e di persone nere cita la sua esperienza di Parigi: nella metro fingeva di perdere l’equilibrio per potersi appoggiare a un uomo di pelle diversa dalla sua, nera ovviamente, per capire se fosse uguale a quella di noi bianchi. “Libertà di espressione - si è sempre difeso il generale - dico cose che molti pensano ma hanno paura di dire”, dichiarazioni che farebbero rivoltare nella tomba anche Voltaire. Ovvio che fino a prova contraria Vannacci è innocente, ma qualche domanda se la dovrebbe porre.

Roberto Vannacci querelato da Paola Egonu per frasi del libro
Roberto Vannacci querelato da Paola Egonu per frasi del libro

La querela di Paola Egonu

E gliela pone una persona che lui stesso ha citato nel suo libro in quanto simbolo di un’Italia multietnica, ma dai “tratti somatici non italiani”: la pallavolista Paola Egonu. La sportiva lo ha denunciato per diffamazione. 

Questi, ma non tutti, sono i guai giudiziari del “Galileo contemporaneo” che la Lega – che lo corteggia fin dall’uscita del libro – ha definito “medaglie” dall’alto del suo piedistallo.

Il generale – ad un passo dalla discesa in campo politico – si difende in perfetto stile destroide accusando il politicamente corretto e sostenendo la tanto scomodata – spesso confusa - “libertà di opinione” per giustificare delle idee che, secondo i suoi calcoli matematici, apparterrebbero alla maggioranza degli italiani.  

Una nuova inchiesta a carico del generale Vannacci
Una nuova inchiesta a carico del generale Vannacci

L’inchiesta per truffa

Ma non sono idee, invece, quelle che gli vengono contestate in un’altra inchiesta, quella sulla sua gestione dell’ufficio di Mosca, dove ricopriva la qualifica di nostro addetto militare. Gli imputano spese pazze, prebende familiari, rimborsi per eventi non realizzati (altri calcoli insomma).

Chi gli sta attorno definisce queste indagini “a orologeria”, per sottolineare la vicinanza con l’appuntamento delle elezioni europee, per le quali la Lega gli offrirà una candidatura da capolista. La solita storia dei magistrati “cattivoni” che ora, per punizione, dovranno leggere da capo a fondo, con il lanternino “Il mondo al contrario” e spulciare tutte le ricevute moscovite. Vannacci spera che si faccia presto e con onestà. Il tour letterario ed elettorale non possono attendere.