“Avevo dodici anni, vivevo nel cuore della Genova bene. Avevo appena iniziato la seconda media. Avevo dodici anni, quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia, ripetutamente, per mesi e mesi, da un uomo di cui mi fidavo”. A parlare è Francesca Ghio, consigliera comunale di Genova di Alleanza Verdi Sinistra, che ieri in aula ha raccontato la violenza sessuale di cui è stata vittima quando era una bambina. “Era un uomo che nessuno avrebbe pensato potesse essere un mostro. Un dirigente genovese, il vostro bravo ragazzo. Era l'emblema del patriarcato, il dominio dell'uomo, del padre, la mia mente e il mio corpo sotto la sua autorità”, ha detto la consigliera. Ghio si è poi rivolta alla società, una società ancora indietro nell’offrire alle donne il supporto necessario in questo senso: “Nessuno mi ha mai detto che potevo parlarne. Nessuno mi ha mai chiesto perché ero diventata introversa all'improvviso, eppure non sono mai stata una bambina silenziosa”.
La società, ha sottolineato, “non ha tempo e non ha spazio per curarsi delle persone. Avanza, costruisce dighe e strade, avanza verso il progresso e nuove promesse, avanza dimenticandosi di proteggere e curare il bene prezioso della vita". Un racconto, quello della consigliera di Alleanza Verdi Sinistra, molto doloroso non solo per la violenza sessuale di cui è stata vittima, ma anche per come si è sentita negli anni a seguire: “Per un pezzo di vita – le sue parole – mi sono rassegnata, fino a credere che me lo ero meritata, me la sono cercata, non so bene come. Ma non avevo alternativa. Sono arrivata colpevolizzarsi al punto di ferirmi fisicamente. Mi sono coperta le cicatrici sulle braccia per anni, nessuno mi ha mai chiesto perché tenessi sempre le maniche lunghe, ma il dolore era l'unica emozione che mi faceva provare ancora qualcosa”.
A soli tredici anni "ho iniziato a fumare. Non mi piaceva fumare, ma mi consolava l'idea che qualcosa bruciasse dentro di me. Quel dolore andava soffocato in qualche modo. Nessuno voleva ascoltarlo e io non avevo gli strumenti per capirlo. Per anni, quando ha provato a parlarne, ha trovato solo disgusto”. La consigliera ha anche raccontato di non aver mai denunciato il suo violentatore: “Non sapevo neanche che cosa fosse una denuncia, a dodici anni. A scuola studiavamo Napoleone Bonaparte, nessuno parlava di emozioni, consenso, sessualità, sostegno alla fragilità”. Ghio ha poi parlato della situazione attuale, nella società di oggi dove niente è cambiato secondo la consigliera: “Oggi nulla è cambiato: gli uomini continuano a violentare nel silenzio complice di una società che non dà gli strumenti. Che non vuole fermarsi a capire, che ritiene più facile e dignitoso nascondere il problema piuttosto che ammettere che questo cortocircuito è responsabilità del profondo vuoto che le istituzioni scelgono di non colmare. Abbiamo un problema. Abbiamo le soluzioni. Dovremmo solo scegliere di applicarle. Ma le dighe, le strade, i centri commerciali continuano a essere più importanti rispetto alla salute mentale e fisica delle persone”.