Violenza sulle donne: aumentano le richieste di aiuto. Empoli, in meno di un anno 42 casi in più

Da gennaio a novembre sono 231 i nuovi accessi al centro Lilith. Le vittime? Di tutte le nazionalità. Gallerini: “La domanda è enorme e le situazioni che ci troviamo davanti sono più gravi”

di Redazione Luce!
19 novembre 2024
Un’immagine simbolica contro la violenza sulle donne

Un’immagine simbolica contro la violenza sulle donne

Empoli (Firenze), 19 novembre 2024 – Quarantadue donne in più. E l’anno non è ancora finito. Sono parziali i dati sulla violenza di genere diffusi dal Centro Aiuto Donna Lilith relativi al 2024, ma i numeri parlano chiaro e restituiscono un bilancio tutt’altro che rassicurante. Se nel 2023 al Centro antiviolenza si sono rivolte 189 donne, sono 231 i nuovi accessi, aggiornati al primo novembre di quest’anno. Nelle strutture di accoglienza sono attualmente ospitate 63 donne e 70 minori (18 donne e 25 bambini in emergenza, 28 donne e 30 minori in protezione all’interno delle 6 case rifugio, 17 donne e 15 figli nelle due strutture di seconda accoglienza). Il 52,9% delle utenti sono straniere. Dati allarmanti che danno la misura dell’entità del fenomeno.

“Numeri in crescita che non sono i soli a preoccupare - dichiara Eleonora Gallerini, presidente e fondatrice del Centro Lilith - I casi ai quali ci troviamo davanti, sono più gravi. Il nostro è un Centro strutturato, ma la richiesta è enorme. Siamo in pochi a curare la prima emergenza; le donne che accogliamo arrivano dal pronto soccorso, tramite le forze dell’ordine. E’ aumentato il grado di pericolosità delle situazioni che seguiamo, spesso siamo noi stesse a essere in pericolo. Accogliamo donne perseguitate da uomini maltrattanti capaci di tutto. C’è il contesto mafioso, c’è la riduzione in schiavitù; compagni e mariti che non hanno paura di niente e che non sono facili da fermare”.

Le vittime? Di tutte le etnie. Gambia, Senegal, Albania, Romania, Pakistan e molte altre nazionalità, tutte donne che hanno difficoltà a esprimersi, a fidarsi, a farsi conoscere e a comunicare. In questo è decisivo l’aiuto di chi ci è già passato dal percorso di reinserimento, quelle donne che si sono chiuse la porta di Lilith alle spalle e che sono attive oggi nella cooperativa Sos Luna, dopo aver ricostruito una propria vita in autonomia. Un esempio per dire - e credere - che dal buio si può uscire. Tornando a chi ha fatto accesso quest’anno al Centro, “si tratta perlopiù di donne sole, che non hanno reti di contatti sul territorio. La famiglia d’origine impone loro di restare insieme al marito nonostante le violenze. La loro scelta di fuga spesso porta all’ isolamento. Gli vengono tolti il telefono, i documenti. Sono le schiave di oggi”. Il 5,8% di loro non ha alcun titolo di studio, il 33,3% è in possesso della licenzia media, il 45,5% del diploma maturità. Solo il 15,4% ha una laurea e appena il 25,4% ha un’occupazione stabile.

Il 7,4% delle donne che hanno varcato la soglia della Lilith sono risultate precarie dal punto di vista lavorativo e per questo non autonome e indipendenti, condizione che complica maggiormente la fuoriuscita da una situazione di violenza domestica ed economica. La maggioranza (il 60,8%) è disoccupata e il 6,3% pensionata.

“Ci occupiamo di loro in 10 strutture - va avanti Gallerini - due di queste sono per l’emergenza, all’interno delle quali le donne dovrebbero trattenersi solo per 15 giorni. Ma capita che la casa rifugio non abbia posti a sufficienza e allora la permanenza si allunga. Abbiamo 6 case rifugio, 3 delle quali aperte quest’anno. Ci rendiamo conto di quanto bisogno ci sia, non possiamo negare assistenza per mancanza di disponibilità. Nel 2025 apriremo una terza struttura per l’emergenza”. L’altro lavoro importante guarda alla prevenzione e all’educazione all’affettività. Lilith ha coinvolto 1200 studenti (72 classi) in progetti dedicati educativi. Ed è stato riconfermato anche per gennaio 2025 ’Sos relazioni’, portato avanti dal 2017 insieme al Comune. Nel 2023-2024 sono state 16 le classi coinvolte degli Istituti Comprensivi Ovest e Est, 300 gli studenti protagonisti. I temi: attenzione alla violenza di genere, bullismo e cyberbullismo. L’obiettivo? Aiutare i ragazzi a costruire relazioni più positive, a renderli più responsabili, informati e consapevoli.

Ylenia Cecchetti