Parla di “fenomeno inaccettabile” il rettore Roberto Di Pietra aprendo il convegno dal titolo “Violenza di genere e comunicazione, le parole sono importanti”. Ognuno deve fare la propria parte e i contributi che ieri hanno risuonato nell’Aula Magna dell’Università danno la misura di quanto il fenomeno sia preoccupante. Dell’apertura di uno sportello all’università ha parlato il rettore, un servizio importantissimo anche dopo la denuncia di episodi di violenza tra studenti.
Un messaggio forte diretto anche ai giovani, come quello lanciato da Emanuele Squarci rettore del Magistrato delle Contrade: “Se è vero che ogni contrada vive per quel minuto e mezzo di corsa sul tufo, è pur vero che ogni contrada è una comunità che si basa su consolidati rapporti intergenerazionali. E’ qui che si cerca di perseguire il benessere dei suoi membri ed è per questo che c’è grande attenzione alla violenza di genere. Le contrade si sono mosse sia in maniera autonoma che collettiva, con iniziative che hanno acceso i riflettori sulla necessità di una maggiore sensibilizzazione”.
E’ nato così “un progetto intercontradaiolo – aggiunge Squarci – con censimento e mappatura delle criticità oltre agli incontri a Palazzo Patrizi per formare 25 operatori che diventano parte dei centri anti violenza e altre 60 persone che a loro volta diventano punti di riferimento nelle contrade”. Poi c’è un altro progetto, ancora in fase embrionale, che vede i giovani collaborare con le commissioni solidarietà delle contrade per “elaborare e assorbire un modello culturale che superi certi stereotipi”. L’impegno massiccio delle contrade sulla violenza di genere è il termometro di quanto sia importante affrontare con determinazione questo tema, a partire dalle giovani generazioni. Squarci chiude: “Vorrei ricordare che nel 2017 è stato assegnato il Premio Mangia a Vittoria Doretti che ha ideato il codice rosa”. Ed è stata propria Doretti protagonista di un vibrante intervento sul cammino che ha portato al “Codice rosa”, quel percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donne e bambini.
“Lavoriamo molto nelle contrade – conferma Doretti – formando quelle sentinelle che rappresentano un fondamentale punto di ascolto. La principale alleata della violenza è la solitudine, il 63% delle donne non aveva parlato nemmeno con un’amica”. Qualche numero, in Toscana i codici rosa rilevati dal 2012 al 2023 sono stati 30.142, di cui 25.727 coinvolgono adulti e 4.415 minori. In Italia il 31,5% delle donne tra i 16 ed i 70 anni subisce violenza: “Ed è per questo che io vi chiedo – chiude Doretti – di non mollare”. E non molla il Comune che entra nelle scuole, contesti privilegiati di interventi – ha ricordato l’assessore Micaela Papi – e mette a punto azioni di sostegno dopo che il fatto è accaduto. “Firmeremo un protocollo – annuncia Papi – per coordinare tutte le azioni della rete locale”.
#Avantinsieme anche con chi, come le forze dell’ordine, arriva quando la prevenzione non è bastata. “Da quando ho iniziato a fare i poliziotto – dice il questore Ugo Angeloni – le cose sono molto cambiate. Trent’anni fa non sapevamo nemmeno cosa fare di fronte ad una violenza domestica. Davamo il nostro numero di telefono alla vittima, la pattuglia passava spesso davanti all’abitazione e poi suonava il campanello. Ma non c’era quella rete di supporto sulla quale oggi possiamo contare. La sensibilità anche nel nostro lavoro ha fatto passi da gigante rispetto al passato quando non eravamo pronti a gestire certe situazioni”.
“Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”. Nanni Moretti, Palombella Rossa.