Aggressioni omofobe, Zan: "Il governo è corresponsabile"

Il deputato dem Alessandro Zan commenta preoccupato gli ultimi episodi di violenza a Pavia e Firenze. Intanto attende di discutere il nuovo ddl

di TERESA SCARCELLA
7 settembre 2023
Alessandro Zan

Alessandro Zan

Un'escalation di violenza omotransfobica. Si tratta di questo per il deputato Alessandro Zan. Solo ieri sono emersi due casi in meno di 24 ore: uno a Pavia e l'altro a Firenze. E chissà quanto altro rimane sommerso. È l'identikit di un paese che fa fatica a guardarsi allo specchio, rifiutando di affrontare la realtà dei fatti. Si nasconde dietro a un dito, appellandosi all'ignoranza e di pochi, facendo finta di non vedere che essa è figlia della cecità dei molti. Per questo era ed è importante avere una legge contro l'omotransfobia. Per ammettere il problema culturale, affrontarlo, e concedere a tutti pari diritti e dignità, senza che papà Stato faccia preferenza tra i propri figli. Perché se è riconosciuto l'odio per motivi religiosi o di etnia, allora è giusto che venga riconosciuta anche quello per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Per un semplice motivo: perché esiste.
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Campagna di sensibilizzazione contro l'omotransfobia

Le aggressioni di Pavia e Firenze

Domenica scorsa, alla Festa di Cava Manara, paese di 7000 abitanti alle porte di Pavia, quattro ragazzine sono state aggredite da un uomo di 47 anni, che le ha insultate, urlando “lesbiche di m*rda, vi ammazzo” o “Adesso vedete cosa vi faccio”, e le ha colpite con sputi, spintonandole e tirando loro i capelli. Tutto nell'indifferenza generale. Nessuno dei presenti è intervenuto a parte solo una donna, Chiara Piccoli, che si è messa in mezzo tra l'aggressore e le vittime togliendo le ragazzine dalle grinfie dell'uomo e ricevendo anche lei un pugno. Lunedì a Firenze, un ragazzo di 18 anni è stato insultato e deriso da 5 giovani davanti al circolo Acli di Grassina. Stava camminando con un'amica, quando gli hanno lanciato addosso una bottiglietta. Poi si sono avvicinati, li hanno accerchiati e uno di loro gli ha urlato in faccia parole e offese violente, irripetibili.

Alessandro Zan: "Chi governa è un cattivo esempio"

A commentare le due vicende è il deputato Alessandro Zan, padre della tanto discussa proposta di legge che vuole riconoscere e quindi punire l'omotransfobia matrice di odio e violenza.
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Alessandro Zan deputato del Partito democratico

"Stiamo assistendo a una vera e propria escalation di violenza omotransfobica in tutta Italia, negli ultimi giorni la stampa ha riportato due episodi violentissimi: il primo a Pavia, dove una professoressa ha rimediato un pugno in pieno volto mentre difendeva quattro ragazzine dalla furia di un uomo che le aveva aggredite con insulti omofobi. Il secondo a Bagno a Ripoli, dove un diciottenne è stato aggredito proprio perché omosessuale. Alle persone aggredite va tutta la mia solidarietà e quella del Partito Democratico. Purtroppo gli episodi che emergono sono solo la punta dell’iceberg, perché la maggior parte nemmeno vengono denunciati, mancando in Italia anche una legge contro i crimini d’odio, che, torno a ripetere, è urgente e necessaria. L’Italia è l’ultimo grande Paese occidentale a non avere una norma a contrasto dell’odio e delle violenze omolesbobitransfobiche e questo ritardo lo paga la cittadinanza Lgbtqia+ sulla propria pelle. Inoltre, c’è un nesso tra queste violenze e le politiche discriminatorie della destra che oggi governa il Paese: tutte le frasi omofobe che arrivano dagli esponenti di destra, anche dalle più alte cariche istituzionali, armano la mano dei violenti nella società. C’è una chiara corresponsabilità, e chi la nega è complice".

Che fine ha fatto il Ddl Zan?

Il vecchio testo del Ddl Zan, approvato alla Camera il 4 novembre 2020, è stato bocciato al Senato il 27 ottobre 2021, affossato tra gli scroscianti applausi dei grandi sostenitori della fantomatica "libertà di espressione", evidentemente spesso confusa con la libertà di insulto. Dopodiché lo stesso testo è stato ripresentato a Palazzo Madama a maggio dello scorso anno. Poi però si è arrivati alle elezioni anticipate e lo scenario è cambiato nuovamente.

Il disegno di legge ritorna alla Camera

Alessandro Zan, però, non molla. Una volta insediato il governo Meloni, a ottobre scorso, ha presentato alla Camera una nuova proposta di legge. Di fronte a una maggioranza di destra, il deputato dem ha deciso di togliere dal testo quei passaggi che in passato sono stati motivo di polemiche. Non è ancora pubblicamente disponibile, ma pare che gli articoli eliminati siano stati due. Quello che illustrava e spiegava le definizioni di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Quest'ultima parola, in particolare, non va proprio giù alle anime politiche più conservatrici, nonostante sia ormai entrata nel vocabolario comune e nel nostro ordinamento. L'altro articolo cassato è la cosiddetta clausola per la libertà di opinione. Chissà se sarà la volta buona.