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Home » Economia » Google pagherà 118 milioni di dollari per discriminazione di genere a 15mila donne

Google pagherà 118 milioni di dollari per discriminazione di genere a 15mila donne

L'azienda è stata accusata di aver pagato meno le dipendenti rispetto ai colleghi maschi pur essendo impiegate in ruoli simili

Marianna Grazi
14 Giugno 2022
google-discriminazione-genere (1)

Google pagherà 118 milioni di dollari a più di 15mila dipendenti donne per l'accusa di discriminazione salariale

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Google ha accettato di pagare 118 milioni di dollari per risolvere una causa collettiva per discriminazione di genere che coinvolge circa 15.500 donne. Secondo il comunicato stampa diffuso insieme all’accordo, l’azienda di Mountain View dovrà anche far valutare a uno economista del lavoro indipendente le sue pratiche di assunzione e gli studi sull’equità retributiva.

La causa per discriminazione salariale e l’Equal Pay Act

donne-google
Il doodle di Google in occasione della festa della donna. L’azienda è chiamata a rispondere dell’accusa collettiva di aver discriminato le dipendenti femminili sia a livello salariale che come opportunità di carriera

La causa è emersa per la prima volta nel 2017, quando tre donne hanno presentato una denuncia in cui accusavano l’azienda di aver pagato in modo insufficiente le dipendenti di sesso femminile, in violazione dell’Equal Pay Act della California, citando una disparità salariale di circa 17mila dollari. Secondo questa normativa, nella versione aggiornata a partire dal 1° gennaio 2019, i datori di lavoro non possono giustificare alcuna disparità di retribuzione tra dipendenti di sesso opposto o di razza o etnia diversa, sulla base del precedente salario di un impiegato. Come si legge nel sito del Dipartimento delle relazioni aziendali del governo californiano, infatti “La legge sulla parità di retribuzione proibisce a un datore di lavoro di pagare ai propri dipendenti salari inferiori a quelli dei dipendenti di sesso opposto, di un’altra razza o di un’altra etnia per un lavoro sostanzialmente simile, se considerato come un insieme di abilità, sforzo e responsabilità, e svolto in condizioni operative simili”.

Le altre cause per disparità di trattamento in casa Google

ingegnere informatico donna
Google è stata accusata l’anno scorso di aver sottopagato le ingegnere donne

La denuncia contro Google sostiene che la società ha costretto le donne a occupare posizioni di livello inferiore, con conseguenti retribuzioni e bonus più bassi rispetto alle loro controparti maschili. L’anno scorso, ai querelanti è stato concesso lo status di class action, ossia un’azione legale collettiva condotta dai membri di una determinata categoria che chiedono che la soluzione di una questione avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della categoria stessa.
Ma questo non è certo il primo caso che la società californiana si trova a dover sbrigliare: la gestione dei dipendenti da parte di Google è stata messa in discussione più di una volta e su più fronti. Nel 2021, ad esempio, ha accettato di pagare 2,5 milioni di dollari per risolvere un reclamo in cui si affermava che l’azienda sottopagava le ingegnere donne e ignorava le domande di assunzione degli asiatici. se non è discriminazione questa!
Nel frattempo, anche il Dipartimento californiano per l’occupazione e l’alloggio equi (DFEH) sta esaminando le accuse di possibili molestie e discriminazioni nei confronti delle dipendenti nere dell’azienda.

La soluzione più giusta o quella più facile?

Google si è impegnata a garantire pagamenti e assunzioni eque e paritarie dei suoi dipendenti

Google ha affermato in un comunicato che: “Sebbene crediamo fermamente nell’equità delle nostre politiche e pratiche, dopo quasi cinque anni di contenzioso, entrambe le parti hanno convenuto che la risoluzione della questione, senza alcuna ammissione o constatazione, fosse nell’interesse di tutti e siamo molto lieti di aver raggiunto questo accordo”. Insomma sembra quasi che pagare 118 milioni di dollari – spiccioli per un’azienda che, solo lo scorso anno ha avuto un fatturato da 257,6 miliardi – sia stata la soluzione non tanto più giusta (senza ammissione o constatazione, nel senso: non ammettiamo di aver sbagliato, preferiamo pagare subito) quanto più veloce per chiudere la questione che appunto da quasi 5 anni infangava la reputazione del colosso informatico.
Inoltre, la società ha dichiarato di essere assolutamente impegnata a pagare, assumere e inquadrare tutti i dipendenti in modo equo e paritario, e di effettuare “aggiustamenti verso l’alto” se viene scoperta una disparità di retribuzione tra dipendenti di sesso maschile e femminile. Ma si sa, tra le parole e i fatti c’è una distanza che può essere colmata solo dalle prove concrete. Quindi non ci resta che stare a vedere.

 

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#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Google ha accettato di pagare 118 milioni di dollari per risolvere una causa collettiva per discriminazione di genere che coinvolge circa 15.500 donne. Secondo il comunicato stampa diffuso insieme all'accordo, l'azienda di Mountain View dovrà anche far valutare a uno economista del lavoro indipendente le sue pratiche di assunzione e gli studi sull'equità retributiva.

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