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La generazione Z sceglie la vita da pastore: "Mestiere fatto di passione e etica"

Boom di richieste per il corso del Parco delle Foreste Casentinesi: scelti solo 8 candidati, la metà sono donne. E sono quasi tutti millennials

di ILARIA VALLERINI -
30 marzo 2023
Boom di candidature tra i millennials per diventare pastori

Boom di candidature tra i millennials per diventare pastori

I silenzi dei contesti agresti ritratti sulle tele dei Macchiaioli sono poesia per gli occhi e le orecchie di chi ha l'opportunità di ammirarle. Unica anche la connessione tra uomo (il pastore) e natura. Non solo però. L'altra faccia della medaglia è la fatica di una vita fatta di sacrifici, certo. Tuttavia, la Generazione Z sembra sempre più attratta da questo mestiere. Lo conferma l'allevatore toscano Marco Napoli, 33 anni. "Passione e etica mi hanno fatto scegliere la campagna piuttosto che la città. Riaprire l'azienda storica di famiglia a soli 25 anni è stata una scommessa, ma se tornassi indietro lo rifarei", racconta. Del resto cosa invidiare a chi corre ogni giorno tra le strade delle metropoli immerse nello smog? Probabilmente è stata questa una delle motivazioni che ha spinto moltissimi giovani ad inviare la propria candidatura per accedere alla scuola per pastori e allevatori del progetto LIFE ShepForBio, progetto cofinanziato dall'Unione Europea nell'ambito del programma LIFE. Tra le 167 domande, sono stati ammessi solo in 8, quasi tutti millennials, alcuni dei quali erano impiegati in altri ambiti, ma hanno scelto di cambiare il proprio progetto di vita.

Chi sono gli aspiranti pastori?

Non si conoscono ancora le identità delle 8 persone selezionate che sono per una metà uomini e per l'altra metà donne. Sette di loro hanno un'età inferiore ai 30 anni e solo una compresa tra i 30 e i 40 anni. Quattro ragazzi provengono dalla Toscana (Provincia di Arezzo e Firenze), mentre gli altri rispettivamente da Emilia-Romagna (Provincia di Reggio Emilia), Liguria (Provincia di Savona), Marche (Provincia di Ancona) e Lombardia (Provincia di Varese). Gli studenti aspiranti pastori inizieranno la loro esperienza con lezioni teoriche a partire dal 22 aprile a cui seguirà lo stage di 30 giorni in aziende agricole del Parco e dei suoi Comuni, selezionate tramite un apposito bando. Questa sarà una fase importante e fondamentale del progetto LIFE, durante la quale si potrà concretizzare un passaggio di conoscenze, competenze e passione tra chi ha già un’azienda agricola attiva sul territorio del progetto e chi dovrà costruire il proprio percorso e realizzare il proprio sogno nei prossimi anni.

Marco Napoli, giovane allevatore toscano

Sono ancora top secret i nomi degli aspiranti pastori della scuola nel Parco del Casentino. La lista degli otto prescelti verrà data solo alla vigilia del 22 aprile, primo giorno delle lezioni. C’è però già un identikit degli otto giovani che daranno vita al progetto Life ShepForBio, cofinanziato dall’Unione Europea. Tra le 167 domande, sono state ammesse a colloquio 54 persone, di cui però solo 41 si sono presentate per ambire agli 8 posti disponibili, aumentati rispetto ai 6 inizialmente previsti proprio per le tante domande arrivate e per le qualità e le motivazioni dei candidati.
Degli otto candidati prescelti, quattro sono maschi e quattro femmine. Sette hanno un’età inferiore ai 30 anni e solo uno ha tra i 30 e i 40 anni (foto Luisa Vielmi)

Degli otto candidati prescelti, quattro sono maschi e quattro femmine. Sette hanno un’età inferiore ai 30 anni e solo uno ha tra i 30 e i 40 anni (foto Luisa Vielmi)

Le attività saranno realizzate grazie al coinvolgimento del personale qualificato messo a disposizione dal partenariato del progetto composto da Dream Italia, beneficiario coordinatore, e da altri dieci partner: Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Regione Toscana, Università di Firenze e Roma - La Sapienza, Unioni dei Comuni del Casentino, Pratomagno, Valdarno e Valdisieve e Romagna Forlivese, Studio Verde e Euromontana. È prevista anche la collaborazione delle associazioni DifesAttiva e Rete Appia.

L'esperienza di Marco: "Credo nel valore di quello che mettiamo in tavola"

E' la qualità a fare la differenza. Come nella scelta di Marco Napoli, 33 anni, titolare dell'azienda "La casa rossa" a Santa Luce (Pisa), e nel suo lavoro quotidiano. "E' positivo che si torni a fare questo lavoro. E' una scelta in controtendenza rispetto a qualche anno fa, quando questo mestiere non era visto di buon occhio. Oggi invece ha acquistato un nuovo appeal, l'approccio sembra cambiato e c'è sempre più attenzione anche tra i consumatori che sempre più spesso fanno una scelta etica e consapevole quando vanno a fare la spesa", racconta il 33enne. "E' una vita fatta di sacrifici - spiega Napoli -. Di solito mi sveglio all'alba per andare al mercato a vendere i miei prodotti (nei mercati di Coldiretti campagna amica) o per accudire il bestiame. Quando sei  molto  giovane, poi, devi essere disposto a qualche rinuncia, ma questo mestiere (e stile di vita) ti ripaga ogni giorno di qualsiasi fatica".