Da Simone Biles a Michael Pheps, da Kurt Cobain a Che Guevara: questi nomi appartengono ad una lunga lista di persone che soffrono di ADHD, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Convivere con l’ADHD non è facile, provoca tanti ostacoli nella vita quotidiana di un individuo. Anche se non esiste una cura, esistono vari modi per gestirla e ridurre i sintomi. Molti personaggi che ammiriamo sono cresciuti con questa condizione, riuscendo a conviverci e tirandone fuori una qualità fuori dal comune.
La campionessa Simone Biles, nel 2016, si è vista costretta a parlare pubblicamente del suo disturbo, per mettere a tacere le chiacchiere sui test antidoping effettuati alle Olimpiadi di Rio che avevano evidenziato una positività. Risultato, però, giustificato dalla sua condizione di salute per la quale la ginnasta ha ottenuto il permesso – con tanto di certificazione – per utilizzare medicine solitamente considerate illecite nel mondo sportivo, proprio per “fini terapeutici”.
"Soffro di deficit di attenzione e prendo medicine sin da quando sono una bambina. Sappiate che credo nello sport pulito, ho sempre seguito le regole e continuerò a farlo, perché il fair-play è fondamentale nello sport e molto importante per me" – recita il post della campionessa olimpica, molto attiva nel sostenere gli altri nella loro lotta contro questa condizione.
Cos’è l’ADHD?
L’ADHD – abbreviazione della sindrome da deficit dell’attenzione – consiste in un disordine dello sviluppo neuro psichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi che si manifesta generalmente prima dei 7 anni d’età. L'ADHD colpisce circa il 3-5% dei bambini e può persistere anche in età adulta, compromettendo il funzionamento sociale, scolastico e professionale. Il trattamento dell’ADHD può richiedere un approccio sia terapeutico, seguendo una terapia psico-dinamica, che farmacologico.
Michael Phelps
Lo stesso Michael Phelps, uno dei migliori nuotatori competitivi di tutti i tempi e vincitore di 28 medaglie olimpiche, soffre di ADHD. La diagnosi risale al periodo delle elementari, e la mamma Debbie, presa dallo sconforto, lo iscrisse ad una scuola di nuoto.
Presto lo sport divenne l’unica cosa su cui poteva concentrarsi e l’unico posto in cui si sentiva a suo agio. Ora aiuta a diffondere la stessa gioia a migliaia di ragazzi e ragazze in tutto il mondo attraverso la Michael Phelps Foundation.
Emma Watson
Conosciuta sul grande schermo nel ruolo di Hermione Granger – la Grifondoro prima della classe e perfetta in ogni suo aspetto – molti non sanno che l’attrice Emma Watson ha lottato con questo disturbo anche durante le riprese di Harry Potter. La recitazione è stata per lei una catarsi, che le ha permesso di incanalare tutte le sue energie per diventare una delle attrici più amate della sua generazione.
Jim Carrey
Famoso per la sua personalità frizzante e per la sua risata contagiosa, l’attore ha rivelato di essere sempre stato un bambino pieno di energie.
Dopo aver scoperto di soffrire di ADHD, l’attore ha sempre parlato apertamente di questa condizione, definendola un “superpotere”. Ha spesso ribadito come non ci si debba vergognare di avere un disturbo perché sono proprio queste condizioni a renderci unici e capaci di fare qualcosa di straordinario.
Jennifer Lawrence
Jennifer Lawrence, la coraggiosa Katniss di Hunger Games, ha dichiarato di soffrire di ADHD fin da bambina. L’attrice si è esposta a favore delle cure farmacologiche, spiegando l’incredibile miglioramento che ha riscontrato e al percorso di terapia che l’hanno aiutata a combattere la sua ansia e iperattività.
Justin Timberlake
Il cantautore, ballerino, attore e produttore discografico statunitense non si è di certo lasciato fermare dalla sua condizione per raggiungere importanti obiettivi nella sua carriera.
Justin Timberlake ha dichiarato di aver ricevuto la diagnosi del ADHD durante l’adolescenza, a causa di alcuni problemi di concentrazione e iperattività, solo successivamente gli è stato diagnosticato anche l’OCD, il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Nonostante la difficile convivenza con questi disturbi non si è mai arresto, e grazie all’aiuto di sua moglie e della terapista ha imparato a gestire i suoi sintomi, migliorando il controllo della sua mente.