Algeria, siccità e proteste quanto incideranno sulle elezioni?

La carenza idrica che ha portato in piazza migliaia di persone ha spinto il governo a intervenire in vista delle presidenziali

di DOMENICO GUARINO -
22 giugno 2024
Siccità e carenza idrica

Siccità e carenza idrica

Sarà la siccità a decidere in Algeria l’esito delle elezioni presidenziali anticipate, previste per il 7 settembre? La domanda è assolutamente lecita viste le veementi ondate di protesta che stanno interessando il Paese da alcune settimane a causa della carenza di risorse idriche in numerose regioni.

Le manifestazioni nella regione del Tiaret

L’epicentro della tensione sociale è la regione semi desertica di Tiaret che, da maggio scorso, sta affrontando una crisi idrica senza precedenti. I fiumi locali e la diga di Bakhedda, unica fonte di approvvigionamento idrico, sono completamente essiccati, e la penuria d’acqua ha segnato un’escalation, scatenando le proteste con manifestazioni diffuse, a causa in particolare della mancanza di di acqua potabile. Domenica e lunedì scorsi i cittadini, esasperati, hanno bloccato le strade con pietre e barricate improvvisate. A Rahouia, centro a circa 40 km da Tiaret, i residenti hanno impedito o al prefetto di lasciare la sede del distretto fino a quando non avesse ascoltato le loro richieste.

La crisi idrica riaccende la tensione sociale

Va detto che si tratta di una situazione politica inedita per l’Algeria dove, dopo l’elezione di Abdelmadjid Tebboune, che ha fatto seguito, nel dicembre del 2019, alle le dimissioni del suo predecessore Abdelaziz Bouteflika, le proteste erano praticamente scomparse. A riportare le persone in piazza proprio la crisi idrica, aggravata dalle tante e promesse non mantenute.

Una situazione che rischia di sfuggire di mano e che ha smosso il Governo. I ministri Brahim Merad e Taha Derbal si sono infatti recati a Tiaret il giorno successivo al divampare delle proteste, presentando un piano per risolvere il problema idrico “prima dell’Eid al-Adha”, ovvero la ‘Festa del Sacrificio’ che i musulmani celebrano ogni anno nel mese lunare di Dhu l-Hijja, in pratica il dodicesimo e ultimo mese lunare del calendario islamico. In questo mese i musulmani compiono il loro celebre pellegrinaggio (ḥajj) al ‘Masjid al-Ḥarām’ cioè la Grande Moschea della Mecca che è la più grande del mondo, e che rappresenta il quinto pilastro dell'Islam.

L’impatto sulle elezioni presidenziali

Una data simbolica dunque strettamente connessa con le pratiche religiose. A significare l'impegno quasi sacrale che il Governo promette di mettere in questa ‘guerra’ contro la carenza di acqua, a partire dall'annuncio di uno stanziamento di 200 milioni di euro per una vera e propria terapia d’urto.

I primi interventi hanno però avuto un successo solo parziale: nonostante l’apparente soluzione nel centro di Tiaret grazie alla messa in funzione di un sistema di alimentazione dal pozzo perforato, molti quartieri continuano a soffrire di carenza d’acqua. Anche lo scorso anno in realtà la siccità aveva messo a dura prova la popolazione algerina. Dopo mesi di totale mancanza di precipitazioni, a partire da settembre via via la situazione andò migliorando. Probabilmente il Governo spera che, anche nel 2024, si ripeta la situazione del 2023. Con la differenza, però, che quest’anno si vota e, di questo passo, l’esasperazione per la carenza d'acqua rischia di diventare il vero e proprio ago della bilancia delle prossime presidenziali.