Nel 2007, Shira Berkowitz è stata assunta come animatrice in un campo estivo del Minnesota. Tuttavia, dopo poco tempo, la responsabile del programma, queer [usa infatti i pronomi them/they, loro ma per una questione giornalistica nell'articolo ci riferiamo a questa persona usando i pronomi femminili anche non propriamente corretto, ndr], allora ventiduenne, ricevette un messaggio: "Per favore, non tornare al campo". Secondo le testimonianze, i genitori "esprimevano preoccupazioni" sul suo sesso e sulla sua sessualità e Berkowitz si sarebbe trovata anche ad affrontare commenti inappropriati da parte dei colleghi, sempre legati al suo orientamento sessuale. Per questo, la risoluta guida, invece che abbandonare il suo lavoro ha deciso di aprire un proprio centro estivo non confessionale: Camp Indigo Point, un programma di una settimana per bambini e assistenti LGBTQ+, aprirà la sua stagione inaugurale il 12 giugno.
"I membri dello staff del campo dicevano cose terribili sulla mia sessualità", ha raccontato Berkowitz in un'intervista al Washington Post. "Mi dicevano che non era appropriato che stessi nella stessa cabina con persone del mio stesso sesso". L'incidente l'ha profondamente turbata. Tuttavia, alla fine, ha ripreso a frequentare il centro, perché era cresciuta frequentando i campi estivi ebraici. Ha poi lavorato in un altro programma ebraico a Rocky Mount, nel Minnesota: "un luogo molto accogliente, ma anche molto alienante, essendo una delle uniche persone omosessuali all'interno".A camp by #oneofthem for @them https://t.co/tbS5ty1uww
— Shira Berkowitz (@shiraberk) May 19, 2022