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L'animatrice queer del campo estivo viene licenziata. Così ne fonda uno per bambini Lgbtq+

di MARIANNA GRAZI -
22 maggio 2022
Shira Berkowitz campeggio lgbtq+

Shira Berkowitz campeggio lgbtq+

Nel 2007, Shira Berkowitz è stata assunta come animatrice in un campo estivo del Minnesota. Tuttavia, dopo poco tempo, la responsabile del programma, queer [usa infatti i pronomi them/they, loro ma per una questione giornalistica nell'articolo ci riferiamo a questa persona usando i pronomi femminili anche non propriamente corretto, ndr], allora ventiduenne, ricevette un messaggio: "Per favore, non tornare al campo". Secondo le testimonianze, i genitori "esprimevano preoccupazioni" sul suo sesso e sulla sua sessualità e Berkowitz si sarebbe trovata anche ad affrontare commenti inappropriati da parte dei colleghi, sempre legati al suo orientamento sessuale. Per questo, la risoluta guida, invece che abbandonare il suo lavoro ha deciso di aprire un proprio centro estivo non confessionale: Camp Indigo Point, un programma di una settimana per bambini e assistenti LGBTQ+, aprirà la sua stagione inaugurale il 12 giugno. "I membri dello staff del campo dicevano cose terribili sulla mia sessualità", ha raccontato Berkowitz in un'intervista al Washington Post. "Mi dicevano che non era appropriato che stessi nella stessa cabina con persone del mio stesso sesso". L'incidente l'ha profondamente turbata. Tuttavia, alla fine, ha ripreso a frequentare il centro, perché era cresciuta frequentando i campi estivi ebraici. Ha poi lavorato in un altro programma ebraico a Rocky Mount, nel Minnesota: "un luogo molto accogliente, ma anche molto alienante, essendo una delle uniche persone omosessuali all'interno".

L'idea che risponde a una necessità reale

Berkowitz ha voluto creare un campo estivo che fosse dedicato ai bambini e ai lavoratori della comunità Lgbtq+

Questa situazione ha ispirato Berkowitz a lanciare il proprio campeggio, ora noto come Camp Indigo Point. Poiché esistono altre iniziative specifiche per i bambini queer, non era sicura del numero di adesioni che avrebbe ricevuto: per Shira sarebbero state sufficienti anche solo di una manciata di persone, e non si sarebbe mai aspettata che in poche settimane avrebbe ricevuto adesioni da 95 piccoli campeggiatori, con partecipanti che vanno dalla seconda elementare all'undicesima, provenienti da più di 25 Stati, tra cui l'Alaska. Inoltre, i 29 posti per il personale del campo sono stati tutti occupati e ci sono circa 55 potenziali collaboratori attualmente in lista d'attesa. Berkowitz ha poi spiegato: "Non avevamo idea della reale necessità di un progetto come questo". Il campeggio è stato organizzato in collaborazione con Dan Grabel, direttore e proprietario del Camp Manitowa di Benton, Illinois. È stato lui ad avere l'idea di ospitare un programma per ragazzi LGBTQ+ nella sua proprietà dopo averne constatato la necessità. Ma anche il rabbino Daniel Bogard, è coinvolto nel progetto: "Speravamo di avere 20 bambini – ha dichiarato –. Ma quando le iscrizioni si sono moltiplicate, ho capito subito che c'era una grande richiesta". Grabel ha aggiunto: "Il successo di questo progetto ha messo in evidenza la necessità di questo tipo di programma. Stiamo aspettando con ansia il giorno dell'apertura".
camp indigo point

Il Camp indigo point prenderà il via il prossimo 12 giugno

Come funziona Camp Indigo Point

Le attività saranno simili a quelle degli altri centri estivi tradizionali e comprenderanno nuoto, kayak, arrampicata sugli alberi, ziplining, equitazione, tiro con l'arco, sport a terra, attività artistiche e artigianali. Il prezzo della settimana è di 575 dollari e sono disponibili borse di studio complete. Le borse di studio sono state rese possibili da quasi 12mila dollari di donazioni da parte di leader della comunità, rabbini e famiglie locali. Roy Mills, uno dei primi genitori a iscrivere il proprio figlio al Campo Indigo Point, ha dichiarato: "Penso che sia stato davvero incredibile che abbiano visto il bisogno e che abbiano deciso di farlo. Credo che stiano rendendo un servizio importante ai bambini che non riescono a trovare una vera comunità".