Baby Reindeer, la presunta vera Martha fa causa a Netflix e chiede 170 milioni

Fiona Harvey era uscita allo scoperto quando la serie di Richard Gadd era già diventata un fenomeno dello streaming. Ora la denuncia: “Tutte menzogne”

7 giugno 2024
Fiona Harvey

Fiona Harvey

Dopo il boom e il successo riscosso dalla serie, il passaggio alle polemiche e ai retroscena è stato quasi immediato. Il cinema si scontra e si intreccia con la realtà. Stiamo parlando di Baby Reindeer, l’ultimo fenomeno targato Netflix, di e con Richard Gadd.

La trama

La storia è ormai nota: Donny (lo stesso Gadd) è un barista sulla trentina, aspirante comico; quando conosce Martha Scott (interpretata da Jessica Gunning) inizia il dramma, lei comincia a mandargli centinaia di messaggi e email ogni giorno (per un totale di 41,000 email, 744 tweet, 100 lettere e 350 ore di messaggi vocali) convinta di avere una relazione con lui. Una vera e propria ossessione che limita la libertà del protagonista, riapre traumi passati e distrugge la sua quotidianità. 

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Il successo della serie e la caccia alla vera Martha

La serie ha appassionato e turbato fin da subito, coinvolgendo fin troppo il pubblico. Una parte, infatti, ha avviato subito dopo una “caccia social” alla vera Martha, finendo per svelare una parte della storia, quella vera, che sarebbe dovuta rimanere nascosta ai più. Fiona Harvey, che dice di aver subito minacce di morte sul web, ha deciso poi di uscire allo scoperto, sostenendo di essersi riconosciuta in Martha, quindi per raccontare la sua versione, prima con un’intervista al Daily Mail e poi con un’apparizione tv. 

La denuncia a Netflix

Ora torna sulla questione facendo causa al colosso dello streaming per 170 milioni di dollari. L'azione legale per diffamazione, danni emotivi inflitti intenzionalmente, negligenza e violazione del suo diritto al controllo commerciale della sua persona, è stata presentata in California. “Le menzogne che i querelati hanno raccontato sul suo conto in tutto il mondo a oltre 50 milioni di persone includono che la Harvey sia stata condannata due volte per stalking e che abbia aggredito sessualmente Richard Gadd – si legge nella denuncia – I querelati hanno detto queste menzogne, e non si sono mai fermati, perché erano una storia migliore della verità e le storie migliori portano soldi”.

Il comico scozzese non è coinvolto nella denuncia. Netflix a sua volta si è impegnato a "difendersi vigorosamente e a difendere il diritto di Richard Gadd di raccontare questa storia” che, dal punto di vista di Harvey, sarebbe tutta una grande menzogna inventata solo per fama e soldi.

“Era lui che era ossessionato da me” aveva dichiarato la donna nel corso del talk show su YouTube, ospite del giornalista britannico Piers Morgan.