Cancro al seno, l'allarme: "Aumenterà del 20% nei prossimo 20 anni"

Corrado Tinterri, direttore del Centro di Senologia dell'Ospedale Humanitas di Milano: "Fondamentale la prevenzione ma bisogna formare nuovi medici specialisti"

di MAURIZIO COSTANZO -
25 agosto 2023
Il professore Corrado Tinterri

Il professore Corrado Tinterri

"Il cancro al seno nei prossimo 20 anni aumenterà del 20% soprattutto nelle fasce giovanili, che oggi meno se lo attendono e sono fuori dai programmi di screening". Lo dichiara Corrado Tinterri, direttore del Centro di Senologia dell'ospedale Humanitas di Milano, intervenendo all'evento "Gli Incontri del Principe" organizzato a Viareggio (Lucca). È stata un'occasione per parlare dell'importanza della prevenzione e fare il punto sulla situazione italiana, anche in confronto al resto dell'Europa.
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Tinterri: "Nei prossimi 20 anni il tumore alla mammella aumenterà del 20% soprattutto nelle fasce giovanili" (Ansa)

"Il tumore della mammella è il più frequente per le pazienti di sesso femminile" ricorda Tinterri. "Nel 2022 abbiamo avuto circa 60mila nuovi casi. Ma il dato importante è che l'Italia è il primo Paese in Europa per sopravvivenza a 5 e 10 anni, con dati rispettivamente a quasi il 90% e 78%. Stiamo quindi supportando bene questo incremento epidemiologico di tumore alla mammella" continua il professore. Stanno "aumentando anche le persone viventi con tumore al seno metastatico" continua l'esperto. In Italia "abbiamo circa 50mila donne che conducono una vita buona pur avendo una malattia cronica. Siamo un Paese che in termini di percorsi sanitari e programmazione in questo ambito sta andando bene, ma si può fare meglio, riducendo per esempio le forti discrepanze regionali tra Nord e Sud".
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Nel 2022 si sono registrati circa 60mila nuovi casi di tumore alla mammella

Tinterri non ha dubbi: "Non tutte le regioni hanno attuato il piano di implementazione dei centri di senologia, quelli dedicati a diagnosi, che sappiamo riduce sensibilmente la probabilità di morire per questa malattia". E alcuni, rimarca "hanno ancora una inadeguatezza nei percorsi di cura. Rimane molto da fare. Nei prossimi 20 anni questo tumore aumenterà del 20% soprattutto tra i giovani, che oggi meno se lo attendono e sono fuori dai programmi di screening". Per Tinterri c'è, poi, un rapporto tra natalità, allattamento e rischio di tumore alla mammella "La natalità progressivamente si è ridotta negli ultimi 50 anni. Ricordiamo situazioni analoghe in America e Cina. Dobbiamo capire cosa può essere anticipato e fare diagnosi precoci - evidenzia l'esperto -. La seconda gravidanza media è a 43 anni, un'età che si abbina spesso, purtroppo, alla possibilità di avere un tumore al seno".
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Il professor Corrado Tinterri

Cancro al seno, "occorre formare i medici"

Corrado Tinterri, direttore del Centro di Senologia dell'ospedale Humanitas di Milano, interviene anche sul tema della formazione di medici specializzati. "Dobbiamo formare medici che curino il tumore al seno - avverte Tinterri -. In questo senso l'Università è latente e in ritardo, serve un salto in avanti con nuove figure di medici che lo trattino specificatamente". Quindi specifica: "Questo è un appello al ministero della Ricerca. Speriamo che si tenga conto della realtà nazionale ed europea e come sta cambiando la patologia. Abbiamo bisogno di medici che rimangano in Italia a curare i tumori".
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Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia

"Di tumore si fatica ancora a parlare ma è invece importante condividere informazioni scientifiche ed esperienze personali" aggiunge Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia. "In questi 30 anni di associazione siamo arrivati a essere presenti in 47 paesi dell'Europa allargata. Oggi è cambiata la consapevolezza delle pazienti rispetto a questa patologia" aggiunge. E spiega: "Si vuole sapere di più, maggiore partecipazione al percorso di cura, più dialogo con i medici. Ma anche la forza di parlare alle istituzioni affinché mettano in atto norme più favorevoli a delle cure migliori. Sappiamo molto bene che il sistema sanitario italiano ha delle ristrettezze economiche importanti". Ma il tumore al seno è la "prima patologia di morte delle pazienti di sesso femminile e, quindi, serve una discriminazione tra una migliore programmazione della spesa sanitaria su patologie così diffuse" ricorda D'Antona. "Noi vogliamo incentivare a fare gli screening mammografici, essendo la prevenzione l'unica arma che abbiamo, e poi andare a curarsi in centri specializzati solo sul tumore al seno" conclude.