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Home » Lifestyle » Cara Delevingne e quella psoriasi svelata: “Basta nascondersi, nessuno è perfetto”

Cara Delevingne e quella psoriasi svelata: “Basta nascondersi, nessuno è perfetto”

Anche la top model trentenne come altre star ha scelto di lanciare un messaggio importante e improntato alla 'body positivity', lasciando scoperte le placche dovute alla malattia sul tappeto del Met Gala 2022

Lucia Lapi
6 Maggio 2022
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Cara Delevingne soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo. A testimonianza del fatto che anche le super top siano persone normali, con le loro fragilità, anche lei ha deciso di affidarsi all’accettazione di sé e smettere di nascondere le imperfezini, o quelle che sono considerate tali. Come in passato ha già fatto l’attrice italiana Kasia Smutniak con la vitiligine e la confessione in versione body positive (“Mi sento bella e amata”), anche la super modella il 2 maggio scorso ha deciso di non nascondere la psoriasi in occasione del Met Gala di New York, dove si è presentata magnifica in un outfit Dior: il suo nude look dorato sul busto lasciava vedere le placche di psoriasi sul corpo della top model. Un atto di coraggio.

Cara Delevingne, 30 anni in agosto, soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo
Cara Delevingne, 30 anni in agosto, soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo

Cara Delevingne ha mai avuto timori nel raccontare il mondo della moda, dei suoi ideali o ancora di fare dichiarazioni sulla sua sessualità: è una donna forte che non si è mai voluta attenere a certe regole severe dello star-system, come quella di essere sempre e comunque perfetta. All’insegna del ‘nessuno è perfetto, neanche le celebrità‘, la modella e attrice ha scelto di confermare questo motto cogliendo al volo l’occasione più mondana dell’anno nella Grande Mela. Non un evento qualunque, ma il Met Gala organizzato ogni anno dalla direttrice di Vogue America, Anna Wintour. Un red carpet glamour e prestigioso che è stato per Cara un momento unico per diffondere un bellissimo messaggio di empowerment non nascondendo, attraverso un magnifico outfit Dior, i segni della sua psoriasi.

Cara Delevingne, 30 anni in agosto, soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo
Cara Delevingne, 30 anni in agosto, soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo proprio sul red carpet del Met Gala 2022

La modella non indossava nulla, solo due copri-capezzolo e un body painting laccato oro che ricopriva quasi tutto il busto. Un look audace che ha lasciato a bocca aperta, anche se in un primo momento non tutti si sono accorti del messaggio skin positivity che Cara stava lanciando. Dopo averla ammirata nel suo splendore, si notava qualche zona del corpo rossa, principalmente a livello dei gomiti e braccia, non coperta dalla vernice e la causa è dovuta proprio la psoriasi.
Una malattia cronica, che si manifesta ciclicamente, di cui la top trentenne aveva parlato già in passato nel suo periodo più intenso come modella. Il racconto di Cara aveva messo in luce la sua sofferenza dovuta anche agli addetti ai lavori che all’epoca non volevano truccarla, considerandola quasi come una “lebbrosa”.

Le ferite sulla pelle e sull’anima

Parole e atteggiamenti che hanno ferito la Delevingne sempre sotto pressione per mostrarsi perfetta, un ritmo che non ha più sostenuto lasciando così la carriera di modella nel 2015 e dedicandosi alla recitazione. Dopo anni di dolore, di pressione psicologica, Cara ha deciso di non camuffare le sue placche rosse sotto il makeup, ma di mostrarle al mondo con una certa naturalezza, all’insegna del messaggio: “Amatevi così come siete”.

Kasia Smutniak: confessione “body positive” su Instagram
L’attrice italiana Kasia Smutniak: confessione “body positive” su Instagram

Al Met Gala quelle sera era presente anche Kim Kardashian che nel 2019 ha dichiarato di soffrire di psoriasi e di aver accettato di parlarne per aiutare le persone affette dalla stessa malattia: Cara e Kim condividono e vogliono far passare un messaggio di skin positivity che mai come oggi, in un mondo dove sembrano contare solo i filtri perfetti di Instagram. Ma i tempi stanno cambiando e che siano le smagliature come nel caso di Ashley Graham.Ashley Graham, modella plus size e paladina del body positive uno scatto su Instagram in cui mette in primo piano le smagliature della pancia

Ashley Graham, modella plus size e paladina del body positive uno scatto su Instagram in cui mette in primo piano le smagliature della panciaO anche  la vitiligine di Kasia Smutniakin… Sono tante le star che stanno “normalizzando” accettando quelle che fino a poco tempo erano considerate imperfezioni.

Cos’è la psoriasi?

Stress, traumi, infezioni batteriche: il sistema immunitario si ribella e crea le fastidiose placche. La psoriasi può essere causa di stress per il paziente, specie nella forme gravi diffuse. La genetica ha un ruolo importante nella predisposizione alla malattia, ma non è l’unica condizione che la favorisce. Si riscontra una attivazione del sistema immunitario, con linfociti T (sottopopolazione di globuli bianchi) responsabili della formazione di placche cutanee mediante la produzione di sostanze ad azione infiammatoria e proliferativa. A volte, le infezioni batteriche, farmaci, eventi traumatici, stress emotivi, agiscono come fattori scatenanti. Prurito, fastidio a contatto con l’acqua o con gli indumenti, specie a livello del cuoio capelluto o della zona inguinale-genitale, sono un prezzo da pagare. La presenza delle lesioni è causa di imbarazzo.

È negli anni Novanta che nasce il Body positive movement. Fondato da Connie Sobczak and Elizabeth Scott
È negli anni Novanta che nasce il Body positive movement, fondato da Connie Sobczak e Elizabeth Scott

Bruciore e prurito possono essere contrastati con l’uso di creme emollienti, farmaci topici. Nessun rischio aumentato di Covid è stato descritto nei pazienti con psoriasi che assumono farmaci biologici attivi sul sistema immunitario. Per la sua cura esiste una vasta gamma di terapie, sia per le forme lievi, moderate, sia per per quelle più impegnative. All’orizzonte si delineano farmaci sofisticati, in grado di risolvere in prospettiva anche le situazioni più complicate rimaste in sospeso. La ricerca renderà disponibili terapie via via più innovative, capaci di restituire una superficie cutanea indenne, senza tracce residue di sofferenza. “Parliamo di una malattia infiammatoria della pelle a decorso cronico recidivante (cioè che ritorna periodicamente, ndr) che interessa circa il 2-3% degli italiani. Si manifesta con placche eritematose (rosse) e placche squamose bianche, in genere localizzate ai gomiti, alle ginocchia, sul cuoio capelluto, nella regione sacrale“, spiega a Qn Paolo Gisondi, dermatologo universitario a Verona.

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  • Addio alle distinzioni di genere all’Università di Pisa. Arrivano i bagni ‘genderless’, adottati per superare le categorizzazioni uomo-donna, che identificano il genere, e che possono far sentire a disagio o discriminato chi non si riconosce in quello assegnatogli dalla società. 

“È un atto di civiltà per dichiarare in modo fermo il nostro essere un’Università aperta, in cui la differenza è una ricchezza e le discriminazioni non hanno diritto alla cittadinanza", dichiara il rettore Paolo Mancarella.

Sono 86 quelli attivi dal 29 giugno in tutta l’Università di Pisa, la prima in Toscana e tra le prime in Italia ad adottare questa misura. 

"Mi auguro che sia solo l’inizio di una serie di cambiamenti e che possa essere di ispirazione per le altre università e scuole”, ha commentato Geremia, studente diventato in poco tempo il simbolo della battaglia per l’ottenimento della carriera alias. 

Di Gabriele Masiero e Ilaria Vallerini ✍

#lucenews #lucelanazione #universitàdipisa #unipi #bagnigenderless #genderless #geremia #genderrightsandequality
  • La decisione della Corte suprema americana di abolire il diritto all’aborto come principio costituzionale ha scatenato una vera e propria ondata di terrore anche al di fuori dei confini Usa. Una scelta che ha immediatamente sancito una sorta di condanna per milioni di donne in America ma che ha fatto indignare anche cittadini e cittadine di altri Paesi, non ultimi quelli italiani.

La sola legge 194 non basta più.

Anche se il numero di interruzioni volontarie di gravidanza in Italia continua a scendere e i tassi di abortività sono tra i più bassi al mondo, a spaventare è l’indagine “Mai Dati!” condotta su oltre 180 strutture dalla professoressa Chiara Lalli e da Sonia Montegiove, informatica e giornalista, pubblicata dall’Associazione Luca Coscioni.

Il quadro che emerge è drammatico: sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) le strutture sanitarie nazionali con il 100% di personale sanitario obiettore, tra ginecologi, anestesisti, infermieri e OSS. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%.

A rimetterci, come sempre, sono però le persone, le donne.

L
  • “Quando tutti potranno mostrarsi per quello che sono e che sentono senza subire discriminazioni, allora solo a quel punto potremo dire di aver raggiunto l’uguaglianza“. 

A dichiararlo è Sara Lorusso che in occasione del Pride Month ha tradotto questo pensiero nella sua esposizione fotografica “Our Generation”, curata da Marcella Piccinni, in mostra negli spazi dello Student Hotel di Firenze fino a venerdì 8 luglio. 

“In occasione del Pride Month ho deciso di legare insieme diversi progetti fotografici sull’amore queer e non binary, ma anche sulla libertà di espressione del singolo, che ho realizzato nel corso del tempo. A partire da ‘Love is love’, dove ho immortalato i ritratti di coppie queer. ‘Protect love and lovers’ in cui avevo chiesto a diverse coppie di baciarsi in luoghi pubblici che stessero loro a cuore. E poi ‘Our Generation’ che ritrae persone queer e no-binary libere di esprimersi attraverso l’abbigliamento, gli accessori e il trucco”.

L’intervista completa a cura di Ilaria Vallerini è disponibile sul sito ✨

#lucenews #lucelanazione #saralorusso #ourgeneration #queerlove #pridemonth #proudtobepride #studenthotelfirenze
  • Sono tanti gli esperti e gli attivisti americani che si interrogano se la sentenza della Corte Suprema, che elimina il diritto all’aborto negli Usa, potrà avere impatti anche su altri diritti, compresi quelli alla privacy.

I procuratori possono decidere di indagare su qualsiasi donna che sia stata incinta ma non abbia portato a termine la gravidanza, anche in caso di aborti spontanei.

“La differenza tra ora e l’ultima volta che l’aborto è stato illegale negli Stati Uniti è che viviamo in un’era di sorveglianza digitale senza precedenti”.

A dirlo è la direttrice per la sicurezza informatica della Electronic Frontier Foundation Eva Galperin.

Il caso più eclatante è stato quello di Latice Fisher, la donna del Mississippi che nel 2017 era stata accusata di omicidio di secondo grado dopo aver partorito un bambino nato morto nel terzo trimestre perché, nelle settimane precedenti, aveva cercato online informazioni sulle pillole abortive. Non esisteva nessun’altra prova che Fisher avesse comprato le pillole, ma il caso è comunque durato fino al 2020, quando era stato archiviato.

Le autorità possono decidere di chiedere direttamente alle aziende di fornire i dati in loro possesso relativi a specifici utenti. Non si tratta soltanto di Google, Facebook, Instagram, TikTok o Amazon: a raccogliere dati che possono essere potenzialmente incriminanti sono anche i servizi di telefonia mobile, i provider di servizi Internet e qualsiasi app abbia accesso ai dati sulla posizione. Di solito queste informazioni vengono raccolte a fini pubblicitari, ma possono anche essere acquistate da privati o da forze dell’ordine.

Proprio per questo motivo negli ultimi giorni molte donne americane hanno cancellato le applicazioni per il monitoraggio delle mestruazioni dai loro cellulari, che secondo le stime vengono usate da un terzo delle donne statunitensi, nel timore che i dati raccolti sul proprio ciclo mestruale, o altri dettagli legati alla salute riproduttiva, dalle applicazioni possano essere usati contro di loro in future cause penali negli Stati in cui l’aborto è diventato illegale.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #dirittoallaborto #dirittoallaprivacy #usa #roevwade
Cara Delevingne soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo. A testimonianza del fatto che anche le super top siano persone normali, con le loro fragilità, anche lei ha deciso di affidarsi all’accettazione di sé e smettere di nascondere le imperfezini, o quelle che sono considerate tali. Come in passato ha già fatto l’attrice italiana Kasia Smutniak con la vitiligine e la confessione in versione body positive (“Mi sento bella e amata”), anche la super modella il 2 maggio scorso ha deciso di non nascondere la psoriasi in occasione del Met Gala di New York, dove si è presentata magnifica in un outfit Dior: il suo nude look dorato sul busto lasciava vedere le placche di psoriasi sul corpo della top model. Un atto di coraggio.
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Cara Delevingne, 30 anni in agosto, soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo
Cara Delevingne, 30 anni in agosto, soffre di psoriasi, e ha deciso di smettere di nasconderlo proprio sul red carpet del Met Gala 2022
La modella non indossava nulla, solo due copri-capezzolo e un body painting laccato oro che ricopriva quasi tutto il busto. Un look audace che ha lasciato a bocca aperta, anche se in un primo momento non tutti si sono accorti del messaggio skin positivity che Cara stava lanciando. Dopo averla ammirata nel suo splendore, si notava qualche zona del corpo rossa, principalmente a livello dei gomiti e braccia, non coperta dalla vernice e la causa è dovuta proprio la psoriasi. Una malattia cronica, che si manifesta ciclicamente, di cui la top trentenne aveva parlato già in passato nel suo periodo più intenso come modella. Il racconto di Cara aveva messo in luce la sua sofferenza dovuta anche agli addetti ai lavori che all’epoca non volevano truccarla, considerandola quasi come una “lebbrosa”.

Le ferite sulla pelle e sull'anima

Parole e atteggiamenti che hanno ferito la Delevingne sempre sotto pressione per mostrarsi perfetta, un ritmo che non ha più sostenuto lasciando così la carriera di modella nel 2015 e dedicandosi alla recitazione. Dopo anni di dolore, di pressione psicologica, Cara ha deciso di non camuffare le sue placche rosse sotto il makeup, ma di mostrarle al mondo con una certa naturalezza, all’insegna del messaggio: “Amatevi così come siete”.
Kasia Smutniak: confessione “body positive” su Instagram
L'attrice italiana Kasia Smutniak: confessione “body positive” su Instagram
Al Met Gala quelle sera era presente anche Kim Kardashian che nel 2019 ha dichiarato di soffrire di psoriasi e di aver accettato di parlarne per aiutare le persone affette dalla stessa malattia: Cara e Kim condividono e vogliono far passare un messaggio di skin positivity che mai come oggi, in un mondo dove sembrano contare solo i filtri perfetti di Instagram. Ma i tempi stanno cambiando e che siano le smagliature come nel caso di Ashley Graham.Ashley Graham, modella plus size e paladina del body positive uno scatto su Instagram in cui mette in primo piano le smagliature della pancia Ashley Graham, modella plus size e paladina del body positive uno scatto su Instagram in cui mette in primo piano le smagliature della panciaO anche  la vitiligine di Kasia Smutniakin... Sono tante le star che stanno “normalizzando” accettando quelle che fino a poco tempo erano considerate imperfezioni.

Cos’è la psoriasi?

Stress, traumi, infezioni batteriche: il sistema immunitario si ribella e crea le fastidiose placche. La psoriasi può essere causa di stress per il paziente, specie nella forme gravi diffuse. La genetica ha un ruolo importante nella predisposizione alla malattia, ma non è l’unica condizione che la favorisce. Si riscontra una attivazione del sistema immunitario, con linfociti T (sottopopolazione di globuli bianchi) responsabili della formazione di placche cutanee mediante la produzione di sostanze ad azione infiammatoria e proliferativa. A volte, le infezioni batteriche, farmaci, eventi traumatici, stress emotivi, agiscono come fattori scatenanti. Prurito, fastidio a contatto con l’acqua o con gli indumenti, specie a livello del cuoio capelluto o della zona inguinale-genitale, sono un prezzo da pagare. La presenza delle lesioni è causa di imbarazzo.
È negli anni Novanta che nasce il Body positive movement. Fondato da Connie Sobczak and Elizabeth Scott
È negli anni Novanta che nasce il Body positive movement, fondato da Connie Sobczak e Elizabeth Scott
Bruciore e prurito possono essere contrastati con l’uso di creme emollienti, farmaci topici. Nessun rischio aumentato di Covid è stato descritto nei pazienti con psoriasi che assumono farmaci biologici attivi sul sistema immunitario. Per la sua cura esiste una vasta gamma di terapie, sia per le forme lievi, moderate, sia per per quelle più impegnative. All’orizzonte si delineano farmaci sofisticati, in grado di risolvere in prospettiva anche le situazioni più complicate rimaste in sospeso. La ricerca renderà disponibili terapie via via più innovative, capaci di restituire una superficie cutanea indenne, senza tracce residue di sofferenza. “Parliamo di una malattia infiammatoria della pelle a decorso cronico recidivante (cioè che ritorna periodicamente, ndr) che interessa circa il 2-3% degli italiani. Si manifesta con placche eritematose (rosse) e placche squamose bianche, in genere localizzate ai gomiti, alle ginocchia, sul cuoio capelluto, nella regione sacrale“, spiega a Qn Paolo Gisondi, dermatologo universitario a Verona.
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