Chef Facchini: "Detengo un triste primato, sono l'unica donna trans in cucina"

Nota per aver partecipato a trasmissioni tv come Riccardo a ‘La prova del cuoco’ prima e come Chloe adesso a ‘È sempre mezzogiorno!’, la 40enne bolognese spiega il perché del suo coming out

di MICHELE MEZZANZANICA -
8 febbraio 2023
Chloe Facchini è una chef transgender, 40 anni già compiuti, che ha il suo nome originario in Riccardo Facchini

Chloe Facchini è una chef transgender, 40 anni già compiuti, che ha il suo nome originario in Riccardo Facchini

"Quando mi sono dichiarata è stata una liberazione ma allo stesso tempo avevo molti timori, perché quando fai coming out ti aspetti sempre reazioni negative, che tu sia gay o trans. Invece ho ricevuto tantissimi messaggi di affetto e sostegno da parte del mio pubblico. Evidentemente, per quanto si cerchi di screditare il mondo Lgbt+, la società è pronta ad accettarlo. E’ la politica, che dovrebbe rappresentare la quotidianità delle persone, che è rimasta indietro”. Chef Facchini è un volto noto della televisione. Prima come Riccardo, a ‘La Prova del Cuoco’, ora come Chloe, a ‘È sempre mezzogiorno!’. Da uomo a donna trans, ma sempre chef, il suo lavoro, quello per cui vuole essere giudicata. Una svolta che racconta nel libro Donna, uscito lo scorso ottobre per Edizioni del Loggione, un’autobiografia che diventa testimonianza e speranza per tante persone che non hanno la sua notorietà e la sua fortuna, persone che vivono pregiudizi e discriminazioni in maniera anonima e dolorosa. Chloe, cosa l’ha portata a una scelta drastica come il cambio di sesso e dichiararlo a tutti con un post su Instagram? “Ero arrivata a un punto in cui dovevo chiedermi chi ero, e la risposta è stata che ero una donna. Ho intrapreso un cammino che mi ha portato a cambiare sesso, un cambiamento certificato anche ufficialmente all’anagrafe. Cammino che avevo condiviso con gli amici e la mia cerchia più intima ma, io che ero e sono un personaggio televisivo, non con il mio pubblico. Mi sentivo di non essere stata onesta con le persone che mi seguono, da qui la decisione di fare coming out sui social. Una liberazione, anche perché poi sono stata travolta da un’ondata di affetto e sostegno. La politica dovrebbe aprire gli occhi e guardare cosa è effettivamente oggi la società”.
Chloe Facchini, originaria di Bologna, è una chef nota per le sue partecipazioni come ospite nel programma ’La prova del cuoco’

Chloe Facchini, originaria di Bologna, è una chef nota per le sue partecipazioni come ospite nel programma ’La prova del cuoco’

Cosa dovrebbe fare per tutelare e rappresentare maggiormente il mondo Lgbt+?  “Innanzitutto, nel mondo del lavoro vogliamo essere valutati per le nostre capacità e non per come appariamo. Ho provato sulla mia pelle questa discriminazione, ho fatto diversi colloqui al termine dei quali mi dicevano che il mio curriculum era fantastico, ma non sapevano come inserirmi nella struttura aziendale. Oppure, in palestra, sconsigliavano di cambiarmi nello spogliatoio femminile per timore di come avrebbero reagito alcune donne. Sono cose che non devono accadere ed è la politica che deve occuparsene, invece di mandare immagini alterate del nostro mondo”. Crede ci sia un pregiudizio di fondo nell’affrontare le tematiche trans? “Penso di sì, anche perché per eliminare i timori basterebbe conoscere. Invece certi argomenti sono tabù, anche nelle scuole non vengono trattati. I docenti sono in difficoltà, non hanno gli strumenti per affrontarli. Eppure non è niente di terrificante”.
Da uomo a donna trans, ma sempre chef, Chloe Facchini si racconta nel libro ’Donna’

Da uomo a donna trans, ma sempre chef, Chloe Facchini si racconta nel libro ’Donna’

Parlando invece del suo lavoro, ha mai avuto l’impressione che i clienti vengano nei suoi ristoranti più per la sua storia personale che per la sua cucina? “Sono executive chef in 4 locali, quando ho fatto coming out la proprietaria mi ha detto ‘Sono contenta di avere un’altra donna in squadra’ e ha insistito perché mantenessi il contatto diretto con la clientela. Perché mi stima, personalmente e professionalmente. Non siamo un circo, siamo ristoratori e i clienti vengono a mangiare da noi per la qualità delle nostre proposte gastronomiche”. Il mondo della cucina è spesso accusato di maschilismo: lei cosa ne pensa? “E’ un ambiente duro, faticoso, quindi per una donna lo è ancora di più. Per non parlare di una donna trans, ma qui parliamo di un caso più unico che raro, dal momento che detengo il triste primato di essere l’unica donna trans in cucina. C’è competizione e c’è nonnismo, con prese in giro anche pesanti: le donne devono fare il triplo della fatica anche per ottenere anche solo uno stage, lo step dove avviene la grande scrematura. Per queste ragioni di donne in cucina ne ho viste poche, ma tutte molto brave”. A quale donna si ispira, nella vita e nel lavoro? “Non ho un modello particolare. Ci sono tante donne, anche non famose, che ho incrociato nel corso della vita e mi hanno dato qualcosa di buono, mostrato come nella vita ci si possa fare strada con le proprie capacità, magari con un sorriso. Se devo citarne una, sarò sempre grata ad Antonella Clerici, una persona fantastica, che richiamandomi nella sua trasmissione non per moda ma per le mie capacità professionali, ha mandato un messaggio bellissimo e controcorrente”.
Chloe Facchini è una chef transgender, 40 anni già compiuti, che ha il suo nome originario in Riccardo Facchini

Chloe Facchini è una chef transgender, 40 anni già compiuti, che ha il suo nome originario in Riccardo Facchini

Lei è innanzitutto una chef, come giustamente sottolinea: in conclusione, ci descriva la sua cucina. “Sono molto attratta dalla gastronomia contemporanea. Sono stata in diversi ristoranti stellati, ho imparato molto anche mangiando. Ho lavorato diversi anni in Francia, che considero il faro per quanto riguarda la tecnica gastronomica, ma tornata a casa ho riscoperto la cucina tradizionale. Così, esattamente come poi avrei fatto per la mia persona, a un certo punto mi sono chiesta: ‘Qual è la mia cucina?’. E’ quella del territorio, che valorizza i prodotti locali, ma elaborata in chiave contemporanea grazie alla tecnica e le competenze apprese nei grandi ristoranti”.