Emma Jay Webber è una mamma 41enne di Bristol,
single e oversize. E qualche giorno fa è diventata la prima finalista
apertamente lesbica di un concorso internazionale di bellezza.
Ms World International Woman
La 41enne ha partecipato a inizio di agosto alla kermesse
internazionale Ms World, a Miami, in Florida. Madre di due bambini, Webber si è piazzata al
quarto posto nella classifica generale. Invece aggiudicata la corona di
Ms World International Woman, un titolo assegnato a
una miss che promuova i valori della diversità e della body positivity.
Pubblicando entusiasta il traguardo raggiunto su Instagram, la reginetta di bellezza ha scritto: "Per sempre grata ❤️🇬🇧👑🏳️🌈 Sì... ho pianto 😂". Con la sua personalità e il suo sorriso ha conquistato la giuria del concorso, e ora sui social pubblica orgogliosa come non mai le immagini del suo successo. E a ragione, visto che ha infranto barriere spessissime fatte di pregiudizi, racchiudendo in sé molti degli stereotipi che, fino ad oggi, hanno spesso tenuto lontane molte donne che non rispondevano ai
canoni di bellezza considerati standard.
Chi è Emma Jay Webber
Emma Jay Webber è stata finalista nel 2022 del concorso nazionale di
Miss Gran Bretagna e ora sta sfruttando il suo successo per portare
una rappresentanza Lgbtqia+ nel circuito internazionale dei concorsi.
La 41enne mamma di due bambini lavora come autista di carrelli elevatori
Residente a Gloucestershire, nel Regno Unito, di giorno lavora come autista di carrelli elevatori. Ha iniziato a partecipare a questo tipo di eventi per
aumentare la sua autostima dopo la fine del suo matrimonio e il divorzio nel 2016, partecipando per la prima volta a
Miss British Beauty Curve 2018. La 41enne, mamma di due bambini, da allora ha raggiunto la top ten a Miss Gran Bretagna nella sua categoria di età, e quest'anno ha vinto il concorso
Miss Regno Unito World International.
La rappresentanza Lgbtqia+
La 41enne oversize, single e apertamente lesbica ha iniziato a partecipare ai concorsi per migliorare la propria autostima
La vittoria della reginetta britannica, ricordiamo una donna single e oversize, a Miami è particolarmente significativa nel contesto della più ampia
comunità Lgbtqia+ della Florida. "Con tutto ciò che sta accadendo nel mondo e il massiccio aumento dei crimini d’odio contro le persone Lgbtq+, ho pensato che questo dovesse essere il passo successivo – aveva detto qualche mese fa –. Devo portare questa mia candidatura sulla scena mondiale e usarla come
un enorme megafono". Una casa di risonanza per tutte coloro che si sentono costantemente escluse,
o sotto attacco, o ancora minacciate per la loro
identità di genere o il loro orientamento sessuale.
Il concorso di bellezza in Florida
Basti pensare alle mosse portate avanti, nell'ultimo anno, dal
governatore della Florida Ron DeSantis, ovvero progetti di legge che limitano fortemente l'espressione e i diritti delle persone della comunità arcobaleno nello Stato. Tra questi l'introduzione di divieti sulle
cure di transizione per i minori di 18 anni e l'attuazione della cosiddetta "
Don't Say Gay", che vieta di discutere di orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole. Un contesto in cui la reginetta proveniente da oltreoceano si è trovata, suo malgrado, ma che non ha lasciato in disparte nella sua sfida personale che andava ben al di là del concorso stesso.
La britannica ha vinto il titolo Ms World International Woman a Miami
Parlando con ITV West Country dopo la sua vittoria la 41enne Webber ha detto: "Quello che ho fatto dimostra che come donna Lgbtq+
puoi seguire i tuoi sogni e raggiungere qualsiasi obiettivo. Sono stata in Florida come donna lesbica! Quindi puoi fare tutto ciò che vuoi, indipendentemente dal tuo background". "Essere lì come finalista è già di per sé una storia degna di essere raccontata – ha aggiunto –. Ma vincerlo davvero... Non credo che una
persona Lgbtq abbia mai vinto un concorso importante a livello globale".
La situazione in Italia
Sempre quest'estate, mentre Emma Jay trionfava a Miami come prima reginetta apertamente lesbica a una kermesse internazionale, nel nostro Paese
Patrizia Mirigliani asseriva che Miss Italia
non avrebbe accolto aspiranti miss transgender, ma solo concorrenti 'biologicamente donne'. Un no senza se e senza ma, senza aprire ad alternative, che ha provocato una valanga di critiche e di polemiche da parte sia di chi considera questo tipo di manifestazioni ormai superate (patriarcali e maschiliste) e chi invece considera questa norma una
discriminazione bella e buona. Ma, come per riflesso incondizionato, è stata proprio la comunità transgender a dare la risposta più convincente alla provocazione, con
centinaia di candidature arrivate in pochissimi giorni che hanno mandato in tilt il sito di Miss Italia.
Inclusione 1 - Transfobia 0!