Avevano vent’anni o poco più Danilo Ragona e Luca Paiardi quando - il primo per colpa di un incidente in auto e il secondo per uno in moto - hanno dovuto accettare il fatto che il resto della loro vita sarebbe trascorso a sedere su una carrozzina. Due ragazzi che, oltre alla gioventù, senza ancora saperlo condividevano già molte passioni, oltre ad una straordinaria forza di volontà e alla capacità di resilienza che, oggi, li ha portati ad eccellere nello sport, nella professione, e ad essere un esempio positivo per tante persone la cui esistenza è stata stravolta da un incidente grave.
“Io e Luca Siamo ci siamo conosciuti vent’anni fa in ospedale, nell’Unità Spinale di Torino, subito dopo i rispettivi incidenti – racconta Danilo Ragona a Luce! -: io uscivo, lui entrava. Poi ci siamo ritrovati sui campi da tennis, prima passione comune, dopo pochi mesi. Entrambi, una volta portata a termine la riabilitazione, abbiamo subito cercato di riattivare la nostra vita usando un punto di vista diverso. Oggi Luca è Campione Master Italiano di wheelchair tennis.”
Mentre Danilo è diventato un imprenditore pluripremiato, Fondatore di Able to Enjoy e Custom Regeneration che, tra le altre cose, ha progettato e commercializzato la carrozzina di design su cui siede.
L’intervista
Danilo, come avete fatto a trovare così velocemente la forza di reagire?
“Entrambi ci siamo resi conto che avevamo ancora di fronte una lunga vita e tante cose di cui innamorarsi. Personalmente è stato come rinascere e crescere in un nuovo corpo. Davanti a me vedevo nuovi obiettivi, nuovi sport, nuove professioni. I tempi di reazione miei e di Luca sono stati simili: dopo 4 mesi di riabilitazione abbiamo capito e accettato la cosa, abbiamo ascoltato il nostro nuovo corpo, svolto un lavoro tecnico per imparare a gestirlo e siamo ripartiti. Io per esempio mi sono iscritto all’Istituto di Design perché volevo progettare una carrozzina bella anche da vedere e sono diventato imprenditore. Dal 2006 il modello che ho disegnato è commercializzato in giro per il mondo. Tante le soddisfazioni ricevute negli anni in questo senso, per esempio sono stato uno dei primi a vincere la menzione d’onore del Premio Compasso d’oro, e nel 2012 – durante la Milano fashion week, attraverso un progetto della Fondazione Vertical - ho fatto sfilare venti modelle su altrettante carrozzine abbinate agli abiti che indossavano. Lo sa, la verità è che al mondo ci sono situazioni molto più gravi della nostra, ed io non voglio permettermi di lamentarmi. È una scelta che faccio in rispetto a chi la vita non la può neanche vivere. Una volta, nel corso di un viaggio che io e Luca abbiamo fatto in Kenya, tra le baraccopoli di Nairobi, abbiamo incontrato persone che la porta del proprio alloggio non la possono neanche aprire. Rispetto a loro mi sento un privilegiato della vita.”
Il viaggio. È questa una delle più grandi passioni condivise dai due amici, tanto che insieme hanno dato vita al progetto “Viaggio Italia Around the World” con l’obiettivo di dimostrare che vivere l’esperienza del viaggio – anche in aree distanti del mondo - con una disabilità è possibile.
“Viaggio Italia è un progetto di viaggio alla scoperta dei limiti e della voglia di superarli o di riconoscerli, così come conoscere il piacere del viaggiare con i suoi incontri, scoperte ed emozioni – spiega Danilo -. L’idea nasce da un’esperienza che io e Luca avevamo fatto in modo indipendente, che poi si è trasformata in un format documentaristico attraverso il quale raccontiamo esperienze che fino a 30 anni fa sarebbero state impossibili, ma che oggi grazie alla tecnologia sono realizzabili anche per persone in carrozzina. Io e Luca andiamo in giro per il mondo da soli, senza l’aiuto di accompagnatori, per scoprire realtà, persone ed esperienze inclusive, oppure per constatare limiti e sensibilizzare i Paesi ospitanti rispetto a possibili soluzioni per permettere l’accoglienza a tutti i visitatori.”
Proprio in questi giorni lei e Luca siete stati ospiti al Salone del Camper di Parma (aperto fino al 22 settembre), nello stand di Assocamp dedicato al turismo inclusivo...
“Esatto. Assocamp ha presentato un camper adatto alle esigenze delle persone con disabilità motorie e psichiche e sta rilanciando la raccolta firme per ottenere l’IVA al 4% per l’acquisto di Camper adattati. Sono già state superate le 6000 adesioni ma non dobbiamo fermarci. È possibile anche sottoscrivere online. Ci siamo fatti portavoce di questa battaglia perché riteniamo davvero che il camper possa essere un mezzo ideale per chi ha una disabilità in quanto si adatta alla massima personalizzazione degli spazi e si rivela, inoltre, davvero utile per chi ha bisogno di assistenza dei famigliari in vacanza."
La vostra attività documentaristica è in onda anche su Rai3 – all’interno della trasmissione “Il Kilimangiaro” - e su Sky TV…
“Esatto. Il viaggio viene programmato coordinandoci con la trasmissione, di modo da capire se e come l’esperienza che io e Luca proponiamo possa essere adatta in TV. Il nostro obiettivo è promuovere un cambiamento concreto, rendere l’esperienza di viaggio più inclusiva possibile e sensibilizzare chi non si rende conto di realtà come la nostra, dunque non promuove il cambiamento. Nei nostri viaggi infatti entriamo in contatto diretto con enti del turismo e realtà che ci forniscono informazioni e che ci aiutano a sviluppare idee. Gli sponsor che ci supportano non sono solo finanziatori: abbiamo dalla nostra parte aziende interessate a sviluppare progetti inclusivi veri e propri.”
Però, quando partite, siete lei e Luca da soli, giusto?
“Sì, con i tre video maker addetti alle riprese e alla documentazione del viaggio. In questi anni però abbiamo messo su un piccolo gruppo di professionisti che supporta le nostre attività: abbiamo un ufficio stampa, un addetto ai social e dei programmatori dei vari viaggi.”
Qual è stato il viaggio più difficile da affrontare?
“Quello nel nord dell’India, dove abbiamo percorso una delle strade carrabili più alte al mondo (oltre 5.000 metri), lungo il passo di montagna che si trova nella regione di Ladakh. In quella occasione tutta la troupe ha dovuto fare una preparazione di acclimatamento. Ma l’importante per noi è il viaggio di per sé. Chi ci segue viene sempre chiamato ad una call-to-action, che ci permette di aiutare persone in difficoltà. Per esempio abbiamo promosso una raccolta fondi a favore dell'associazione orientalmenti.org del nostro amico Mario Stefani, per supportare il progetto “Tra cielo e terra” a sostegno della scuola pubblica di Lamayuru Ladakh, in India, oppure ancora abbiamo donato un furgone attrezzato ad una persona disabile in difficoltà. Tutte le raccolte fondi attive sono consultabili sul sito viaggoitalia.org.”