Danilo Bertazzi e la decisione di sposarsi: “La famiglia è quella che ti scegli”

L’attore, noto ai più come Tonio Cartonio della Melevisione, si racconta a VanityFair dopo l’unione civile con il compagno Roberto Nozza

6 luglio 2024
Danilo Bertazzi

Danilo Bertazzi

Danilo Bertazzi e Roberto Nozza sono sposati da meno di una settimana, ma stanno insieme da 12 anni. Una bel pezzo di vita. 

L’attore si è raccontato a Vanityfair partendo dalla sua infanzia fino al romantico scambio di promesse, passando per la notorietà agrodolce raggiunta con Tonio Cartonio e la Melevisione, le difficoltà di salute e molto altro. Tra cui anche i motivi, oltre all’amore, per cui ha deciso di unirsi civilmente al suo compagno all’età di 64 anni. In questa scelta a quanto pare c’è lo zampino di Michela Murgia che, con intelligenza e delicatezza, è stata capace di aprire varie porte negli anni, stimolando confronti e dibattiti, seminando idee, pensieri, concetti. Di cui se ne raccolgono i frutti e i fiori ancora oggi. Come quello raccolto dallo stesso Bertazzi che alla rivista ha ammesso: “Il suo matrimonio (di Murgia ndr) e il suo concetto di famiglia mi hanno colpito molto. Apprezzo molto l'idea di una famiglia composta da persone che decidono di stare insieme perché lo vogliono. La famiglia è quella che vuoi creare e vuoi sentire, e io, non avendo genitori, fratelli e figli, ho cominciato a pensare a qualcuno che potrebbe gestire la mia quotidianità nel caso dovesse succedermi qualcosa”.

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Danilo Bertazzi è nato e cresciuto a Chivasso, in provincia di Torino. Si è trasferito nel capoluogo una volta maggiorenne. Fin da ragazzo – racconta – era consapevole del proprio orientamento sessuale e anche questo avrà influenzato nella scelta di andar via da una piccola realtà alla ricerca di maggior spazio. Orfano di madre e senza la figura paterna, è cresciuto con i nonni e le zie, con cui non ha mai fatto coming out. 

In quegli anni parlare di omosessualità non era semplice. Anche oggi non lo è, quindi diciamo che a quei tempi era più complicato. Soprattutto quando negli anni Ottanta si diffuse l’Aids e con esso la cattiva informazione. 

“Parlavano di piaga dei gay, di maledizione divina, ma non ho mai pensato neanche per un momento di essere sbagliato – ricorda Bertazzi – Non ho mai sentito nessuno stigma, senza contare che, al tempo, non c'erano i leoni da tastiera che ci sono adesso. Quelli che, sotto alla notizia riportata sui siti del mio matrimonio, hanno iniziato a scrivere cose come "chi dei due è la sposa" e “l'unione civile non è un matrimonio”, come se fosse qualcosa di inferiore.