Giochi gender neutral: dalla California a Firenze, "liberiamo l'infanzia dagli stereotipi"

Nello Stato americano i principali rivenditori devono avere una sezione dedicata a chi non si identifica nella tradizionale divisione binaria dei sessi. Nel capoluogo toscano l'esempio virtuoso di Lìlà Toys

di MARIANNA GRAZI -
4 gennaio 2024
Lilà Toys via Maggio

Lilà Toys via Maggio

Né "da femmina" né "da maschio". E rosa e blu non devono indicare il pubblico di riferimento ma semplicemente i colori dei giochi. Esatto, parliamo di giocattoli. Perché dopo la Spagna, anche in California la neutralità di genere entra anche nel mondo del divertimento per bambin* e ragazz*. E diventa addirittura legge. Addirittura, sì, perché è evidente che serva ancora regolamentare qualcosa che invece dovrebbe essere ovvio e naturale. Perché la parità tra i sessi, una volta diventate adulte, passa anche da quello che, quando queste persone erano piccole, hanno visto, letto, sono state indirizzate a pensare anche attraverso il gioco.

Le discriminazioni nascono fin da piccol*

Perché la mini cucina o il finto ferro da stiro devono per forza essere da bambine, messe in una sezione dedicata a loro, e magari avere un'immagine esclusivamente femminile nella scatola? E invece perché le macchinine o i robot dovrebbero essere riservati ai maschi? Perché questi ultimi non possono giocare con i pupazzi o con le Barbie? E perché le femmine non possono essere coinvolte nelle partitelle di calcio?
giochi-gender-neutral-lilà-toys

I giochi possono influenzare l'immaginari di bambini e bambine, che crescendo potrebbero essere condizionat* nelle loro scelte da stereotipi di genere (Lìlà Toys)

Presentare dall'infanzia questa divisione non potrà che influenzare, nella crescita, un certo tipo di immaginario, che relega le donne a certi ruoli o a certe occupazioni, perché convinte fin da piccole che altre siano prerogativa maschile. Alimentando così pregiudizi e stereotipi che ben conosciamo, che pervadono la nostra società. Anche rivolti a chi, invece, non si identifica in nessuno dei due generi. Per fortuna iniziative come quella americana o iberica stanno portando alla luce questa necessità di intervento e anche alcune grandi aziende produttrici sono intervenute sul tema; come la Lego, che ha messo al bando le indicazioni di genere sulle confezioni già dal 2021, o la Mattel, che ancor prima ha iniziato a proporre giochi e abiti (anche quelli per i suoi personaggi) gender neutrali, in modo da proporre un modello educativo lontano da condizionamenti. E a qualche cenno di cambiamento si assiste anche in Italia, dove al di là della sfera dell'educazione (in cui si porta avanti ormai da anni un lavoro di abbattimento di qualsiasi stereotipo di genere) stanno spuntando qua e là iniziative private che portano avanti un altro tipo di narrazione, più corretta, più neutrale, più aperta e meno stereotipata. Ne è un esempio un negozio di giocattoli fiorentino, LìLà Toys, un gioiellino in termini di inclusione.

La nuova legge in California

giochi-gender-neutral-lilà-toys

In California scatta l'obbligo di prevedere scaffali giocattoli 'gender neutral' all'interno dei negozi (EPA/JOHN G. MABANGLO)

Dal 1° gennaio 2024, dicevamo, in California i principali rivenditori di questi prodotti sono obbligati ad avere una sezione dedicata anche a chi non si identifica nella tradizionale divisione binaria dei sessi. In particolare il provvedimento interessa i rivenditori dello Stato con almeno 500 dipendenti e la nuova sezione dovrà avere quella che è stata definita una 'reasonable selection', ossia una scelta ragionevole di giocattoli che possono essere commercializzati per i bambini di entrambi i sessi. La legge fu approvata nel 2021 dopo essere sponsorizzata dal deputato democratico californiano Evan Low. Lui stesso fu ispirato da una bambina di 8 anni che chiese "perché un negozio deve dirmi se una maglietta o un giocattolo è per una ragazza?". Questa misura, invece, "aiuterà i bambini ad esprimersi liberamente e senza pregiudizi". Non è infatti richiesta l'eliminazione delle sezioni per maschio o femmina ma solo l'aggiunta di una sezione neutra. Chi non si adegua sarà soggetto al pagamento di una multa di 250 dollari la prima volta e fino a 500 dollari per le volte successive.

La pubblicità mista in Spagna

Se, quindi, dall'altra parte del mondo si interviene non tanto sulla classica divisione quanto sull'introduzione di un'ulteriore possibilità, che sia adatta e aperta a tutt*, in Spagna il governo era già intervenuto a fine 2022 per regolamentare gli spot pubblicitari delle case di produzione, perché garantissero la neutralità nei loro claim e nei prodotti in vendita.
giochi-gender-neutral-lilà-toys

Giochi senza indicazioni d genere possono garantire a bambini e bambine di sviluppare più liberamente la propria personalità, senza condizionamenti (Lìlà Toys)

L’industria dei giochi dovrebbe diventare "più giusta, più onesta e costruttiva. E sbarazzarsi degli stereotipi di genere", aveva dichiarato María Luisa Carcedo, ministra della Sanità, del consumo e del benessere sociale. Dall'introduzione del nuovo regolamento, la pubblicità di giochi e prodotti per l'infanzia è mista, ha smesso di promuovere bambole o cucine giocattolo per sole bambine o robot e costruzioni esclusivamente per bambini.

Il negozio di Giochi fuori dagli schemi a Firenze

"Lìlà Toys - Giochi fuori dagli schemi nasce a Firenze nel settembre 2023 da un'idea mia, di Luigi (Piantanida) e Giacomo (Pilotto) con l'obiettivo di presentare un'offerta di giocattoli, libri, arredo e tutto quello che è il mondo dell'infanzia e non solo (si parla anche di giochi in scatola) con un'impostazione gender neutral e un'attenzione alla sostenibilità". A parlare è Mauro Scopelliti, fondatore con gli altri due del negozio più inclusivo della città. Lìlà Toys nasce esattamente con l'intento di proporre a tutte le persone, piccole e grandi che siano, un nuovo modo di giocare e di approcciarsi al mondo dei giocattoli, privo di indicazioni di genere che creano stereotipi, così da permettere loro di sviluppare la propria personalità in assoluta libertà.
giochi-gender-neutral-lilà-toys

Il negozio di giocattoli di Firenze è un esempio virtuoso di questa offerta inclusiva nel territorio (Ph. Giuseppe Cabras/New Press Photo)

"La quasi totalità di giochi è in cartone e legno, con arredi 'Montessoriani' quindi attenti allo sviluppo delle bimbe e dei bimbi. E abbiamo delle collaborazioni interessanti che ci permettono di dare eco a questo tipo di approccio - continua il titolare -. Con Family Nation, un sito online nato a Firenze all'interno di Nana Bianca, che ha ormai superato il decennio di vita e si è imposto tra i leader dell'e-commerce per l'infanzia in Italia, di cui noi ospitiamo un corner. In più siamo anche store ufficiale della Cranio, casa editrice di giochi in scatola italiana che ha prodotti non classici e scontati ma molto interessanti". Un esempio ben riuscito, insomma, di come le barriere che ancora oggi separano nettamente - in molti ambiti - i due generi binari possano essere abbattute, per permettere a tutte le persone, fin da piccole, di sviluppare una propria coscienza e personalità unica, libera dai pregiudizi. "L'idea è nata perché, da esperienze personali, ci siamo accorti che c'è un gran bisogno di dare un'offerta priva di stereotipi che quindi non agevoli discriminazioni, emarginazione, differenze nella crescita delle persone. Questa cosa manca, in Italia: non ci sono negozi di giochi che - magari pur portando avanti l'operazione - professano ad alta voce questa necessità.
giochi-gender-neutral-lilà-toys

Lìlà Toys offre prodotti per l'infanzia ma anche per adolescenti e adulti (come i giochi in scatola)

Oltretutto i produttori di giochi, nel nostro Paese, sono ancora molto stereotipati - spiega Mauro -. Sembra faccia ancora paura parlarne, come se si tagliasse fuori una fetta di mercato. In realtà ci siamo resi conto che le nuove generazioni di genitori e della comunità educante ricercano questo tipo di attenzione, di pensiero, di offerta che stimoli sul gioco in quanto tale". Insomma basta con la classica categorizzazione 'da maschio' o 'da femmina', a partire dalla divisione negli esercizi commerciali e dal packaging. "Noi abbiamo ad esempio una cucina rosa dove sulla scatola sono disegnati un bambino e una bambina. Bisogna stare attenti a tutto, faccio un esempio: un bimbo vede in negozio un gioco aperto di prova, e si mette a provarlo al tavolo, tutto contento e felice; poco dopo arriva la mamma con la scatola per acquistarlo, il figlio vede che sopra c'è l'immagine di una bimba (dietro in realtà c'è anche quella del maschio) e le dice: 'Questo allora è da femmina, non lo voglio'. Si parla di un bimbo sotto i sei anni, e questo fa capire quanto può incidere l'immagine di un prodotto".