Intersex: le procedure mediche per “normalizzare” queste persone violano i diritti umani

La risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite segue numerosi pareri e raccomandazioni che vietano interventi chirurgici non necessari, coercitivi o forzati per, ad esempio, la sterilizzazione dei bambini nati con variazioni delle caratteristiche sessuali

di CAMILLA PRATO
10 aprile 2024
Una persona intersex

Una persona intersex

Le Nazioni Unite hanno approvato un’innovativa risoluzione sui diritti delle persone intersessuali, sostenendo (di nuovo) che questi vengono violati con interventi chirurgici non necessari eseguiti senza consenso dei soggetti. 

Chi sono gli/le intersex

Intanto, però, ricordiamo chi sono quelle che rientrano in questa categoria: come riporta l’Istituto Superiore di Sanità “Intersex è un termine ombrello che include tutte le variazioni innate nelle caratteristiche del sesso, che non rientrano nelle tipiche nozioni dei corpi considerati femminili o maschili. Queste variazioni possono riguardare i cromosomi sessuali, gli ormoni sessuali, i genitali esterni o le componenti interne dell’apparato riproduttivo”. Con questo termine – e il dibattito è tutt’altro che concluso – si identificano quelle persone che in passato erano anche chiamate “ermafroditi”, termine che ad oggi è ritenuto fuorviante, stigmatizzante e scientificamente scorretto.

“In ambito medico – aggiunge l’Iss – nella Consensus Conference internazionale del 2005 sulla gestione delle condizioni intersex, è stata coniata l’espressione ‘disordini dello sviluppo del sesso’ (Disorders of Sex Development, DSD)”.

Una formula che però è stata fortemente criticata da parte dei movimenti per i diritti intersex e da una parte della comunità scientifica, perché sottintende una condizione patologica e/o disturbante da “riordinare” attraverso un intervento medico. I tempi più recenti, quindi, la parola disturbo è stata sostituita a favore di nuove espressioni, come “differenze dello sviluppo del sesso” (DSD) e, ancora più recentemente, “variazioni delle caratteristiche del sesso” ("Variations of Sex Characteristics", VSC).

La bandiera intersex
La bandiera intersex

Gli interventi ‘normalizzanti’

Il Consiglio delle Nazioni Unite, dicevamo, ha approvato una prima storica risoluzione affermando la crescente determinazione internazionale ad affrontare le violazioni dei diritti subite dalle persone nate con variazioni nelle loro caratteristiche sessuali.

La risoluzione è stata presentata dai governi di Australia, Cile, Finlandia e Sudafrica e si intitola “Combattere la discriminazione, la violenza e le pratiche dannose contro le persone intersessuali”. I bambini e le bambine nati con queste variazioni innate sono infatti spesso sottoposti a interventi chirurgici “normalizzanti” che sono irreversibili, rischiosi e non necessari dal punto di vista medico.

Circa l’1,7% delle persone nel mondo ha un tratto intersessuale, il che significa che le variazioni intersessuali non sono rare, ma solo spesso incomprese. Perciò, dagli anni Cinquanta, i chirurghi hanno condotto procedure mediche  non necessarie dal punto di vista sanitario sui bambini intersessuali per renderli ‘normali’, come operazioni per ridurre le dimensioni del clitoride, che possono provocare cicatrici, sterilizzazione e traumi psicologici.

Le pressioni sulle famiglie e l’intervento di Oms e Onu

Nonostante il crescente consenso sulla necessità di porre fine a queste procedure, l’impegno dei gruppi di interesse e degli attivisti intersex, e i progressi compiuti a livello globale nel vietare gli interventi non necessari dal punto di vista medico, alcune famiglie continuano a subire le pressioni dei chirurghi perché scelgano queste operazioni per i loro figli, che sono troppo piccoli per partecipare alla decisione.

In un rapporto del 2013 l'Oms si è opposta agli interventi di sterilizzazione precoce dei minori intersessuali. Gli organi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani hanno condannato queste operazioni più di 50 volte dal 2011 a oggi, raccomandando il divieto a procedure mediche forzate o coercitive. Alla fine dello scorso anno, l'Unhcr ha emesso una nota tecnica ribadendo che vanno vietati “gli interventi medici non urgenti eseguiti senza un consenso pieno, libero e informato”, sulla base delle numerose raccomandazioni degli organi del trattato.

La risoluzione dei giorni scorsi, dunque, prevede un rapporto globale sulle violazioni dei diritti umani contro le persone intersessuali e rappresenta un'opportunità per correggere i falsi miti e i pregiudizi, e garantire che bambini nati perfettamente sani siano liberi di crescere e di prendere decisioni sul proprio corpo.