Cosa c'è
nell’angolo cieco della globalizzazione? Dietro i vestiti che indossiamo, il cibo che ci facciamo portare comodamente a casa, gli hotel che prenotiamo per quella vacanza tanto attesa... Si intitola "
Lavori Sporchi - Storie dalla sala macchine della nostra vita comoda" (pubblicato da Il Margine) e, in
dieci reportage attorno al tema dello sfruttamento (dell'ambiente e del lavoro dell'uomo), il giornalista tedesco Jan Stremmel ci porta dritti al cuore del problema.
Jan Stremmel con il libro "Lavori Sporchi - Storie dalla sala macchine della nostra vita comoda"
L'autore, infatti, ha visitato di persona aree del mondo diversissime tra loro, parlando con i lavoratori locali e affiancandoli nelle loro occupazioni quotidiane per comprenderne più a fondo possibile la realtà. Ne emerge un racconto vivido, quasi documentaristico, che cattura e
immerge il lettore in un mondo "scomodo".
Lavori sporchi dietro la vita comoda
Cosa l'ha spinta a scrivere il libro? "Quando la pandemia di Covid ha colpito l'Europa, la mia vita di inviato all'estero si è interrotta bruscamente. Per la prima volta dopo anni, sono stato costretto a rimanere a casa, in un posto isolato, da solo. Mentre le settimane passavano, ho iniziato a riflettere su tutte le cose e le storie che avevo visto, vissuto e raccontato negli ultimi anni. Avevo trascorso circa 100 giorni all'anno in giro per il mondo per un programma televisivo scientifico chiamato
Galileo. Per anni mi sono specializzato in un certo tipo di reportage: risalivo alla fonte di un determinato prodotto domestico - per esempio, un pacchetto di
chicchi di caffè - e cercavo le persone che lavoravano per produrre quel prodotto. Dal 2015 ho realizzato circa 50 reportage di questo tipo, dalla raccolta delle rose in Kenya al lavoro in una fabbrica di smartphone in Cina.
Città del Messico è "il più grande mercato dell'America Latina, sfamando mezzo continente. Luís e Osvaldo sono due dei 14.000 uomini (chiamati "Diableros"), che si trovano lì in fondo alla gerarchia, trasportando beni con incredibile energia e determinazione per far muovere le merci infinite" (Instagram)
A distanza di tempo ho iniziato a cogliere il collegamento tra quelle storie: c'era una connessione diretta tra la mia comoda vita in Germania, dove potevo comprare tutti questi ottimi prodotti in qualsiasi supermercato, dandoli per scontati, e la vita delle innumerevoli persone che avevano
lavorato duramente per produrli. Mi è sembrato di assistere, durante i miei viaggi, alla sala macchine della nostra economia globalizzata. E ho capito che queste erano le storie che dovevo raccontare in un libro".
Il tema dello sfruttamento come viene affrontato? "In alcune storie, il
fenomeno è tristemente evidente. Per esempio, quando incontro una giovane donna a Capo Verde, che lavora come 'ladra di sabbia' - scavando illegalmente il letto di un fiume insieme ai suoi figli, per vendere la sabbia a un intermediario a fine giornata. Può sembrare assurdo, ma in realtà
la sabbia è diventata uno dei beni più rari e richiesti in tutto il mondo, perché è necessaria per fare il cemento. La donna è ovviamente vittima di un modello commerciale di sfruttamento criminale. Allo stesso tempo, è la sua unica possibilità di guadagnarsi da vivere per sfamare i figli. In altre storie, ho deciso di visitare ambienti produttivi in cui si dichiara di offrire
condizioni di lavoro eque ed etiche.
La sabbia è diventata uno dei beni più rari e ricercati al mondo e questo costringe persone come Dita a lavori rischiosi e illegali per sfamare i figli (Instagram)
Per esempio, volevo sapere che differenza fa se un operaio keniota ha un impiego in una piantagione di rose certificata 'fair trade', rispetto a una convenzionale. I 2 euro in più che paghiamo nei supermercati europei migliorano effettivamente la vita di queste persone? Altre parti del libro si concentrano sullo sfruttamento delle nostre risorse planetarie, ad esempio l'acqua. Questa è una linea di fondo che collega quasi tutti i capitoli: il fenomeno si presenta in ogni forma o modo. E quando la natura viene sfruttata, anche gli esseri umani ne soffrono.
Come hanno reagito le persone che avete incontrato quando ha chiesto loro di parlare della loro vita? "Come la maggior parte delle persone al mondo, ricche o povere, se un'altra persona mostra un interesse genuino per loro: erano felici di raccontarmi la loro storia. Le persone tendono ad essere orgogliose di ciò che fanno per vivere, anche se può essere incredibilmente duro, pericoloso o addirittura illegale".
Consapevoli del privilegio per abbattere lo sfruttamento
Che tipo di messaggio vuole trasmettere attraverso questo libro? "Vivendo in Europa, in un'epoca di benessere senza precedenti, abbiamo una grande responsabilità di cui raramente parliamo. Anzi, il più delle volte non ne siamo nemmeno consapevoli. È la responsabilità di decidere con cognizione di causa per cosa spendere il nostro denaro. Con i nostri soldi, con i nostri consumi quotidiani, abbiamo un potere incredibile che non è molto diverso da quello del voto democratico.
Il giornalista tedesco ha svolto oltre 50 reportage in giro per il mondo (Instragram)
Con ogni euro che spendiamo, diamo alle aziende il potere di agire in nostro nome, in tutto il mondo. Come nel caso delle rose certificate 'fair trade' di cui parlavo: sta a noi decidere se migliorare o meno la vita di un raccoglitore di fiori keniota o se sostenere
un'industria disumana di fast-fashion che costringe i lavoratori dell'Asia meridionale a trattare con sostanze chimiche velenose. Sarei felice se più persone si rendessero conto di questo potere e agissero di conseguenza".
Lo sfruttamento è un tema di cui si parla nella società di oggi o è una questione che viene piuttosto evitata? "Sicuramente se ne parla. I prodotti del commercio equo e solidale (come il cacao in Italia, la cui vendita è cresciuta di oltre il 20%) del sono più acquistati che mai. Ma rimane ancora un argomento di nicchia. Il fattore principale che la maggior parte delle persone considera prima di acquistare qualsiasi cosa, dal cibo ai prodotti hi-tech, è ancora il prezzo. Non il suo impatto sulle persone che si trovano alla base della catena di approvvigionamento".
Secondo lei, qual è la questione più urgente di cui dovremmo occuparci oggi? "Senza alcun dubbio, la questione più urgente è il
cambiamento climatico causato dall'uomo e ciò che provocherà alla nostra specie su questo pianeta.
Il reporter a La Rinconada (Peru), la città più alta della terra: "Una baraccopoli a 5.200m" (Instagram)
Cinicamente, le persone che ne soffrono maggiormente le conseguenze sono e saranno quelle che vivono nel Sud del mondo, che hanno contribuito in misura minore alle emissioni di gas nell'atmosfera. Non dimentichiamolo: non soffrono per qualcosa che hanno fatto, ma soprattutto per il nostro stile di vita alimentato da combustibili fossili. Queste persone sono anche quelle che sono state
sfruttate maggiormente dalla nostra economia globalizzata, come mostro nel libro. È ora di riconoscere che abbiamo una responsabilità nei confronti di queste persone e di smettere di fingere che i loro problemi non siano i nostri".