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Lollobrigida: "I poveri mangiano meglio dei ricchi". Ma in Italia 3 milioni chiedono aiuto per un pasto

Bufera sulle parole del ministro al Meeting di Rimini. I dati di Coldiretti: 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi. Carne, pesce e frutta fuori dal carrello

di MAURIZIO COSTANZO -
25 agosto 2023
"Spesso i poveri mangiano meglio": bufera sul ministro Lollobrigida

"Spesso i poveri mangiano meglio": bufera sul ministro Lollobrigida

I poveri? “In Italia mangiano meglio dei ricchi”. Sono parole che non passano inosservate quelle del ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, al Meeting di Rimini, e che hanno alzato un polverone. “In Italia abbiamo un'educazione alimentare interclassista. Spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità" spiega. "In Paesi come gli Stati Uniti, invece, c'è una divaricazione sociale, tra chi ha più soldi e mangia meglio, e chi ne ha meno e compra cibo di scarsa qualità, anche a causa di elementi condizionati come il Nutriscore” continua. Il ministro pronuncia tali parole durante un incontro sul tema della "Food Security e sostenibilità". Tutto ciò, "porta anche a una divaricazione delle condizioni di salute: il sovrappeso negli Usa al 77% rispetto al 36% della media europea e il problema è concentrato in fasce più basse” prosegue Lollobrigida. “Produrre cibo di qualità ha costi diversi e va spiegato a nazioni che non hanno questo elemento che contraddistingue la loro educazione alimentare” continua.
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Il ministro Francesco Lollobrigida al Meeting di Rimini (Twitter)

Per questo “abbiamo presentato la candidatura della cucina italiana come patrimonio dell'Unesco” asserisce. La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell'Unesco, ricorda il ministro, “è stata presentata negli scavi Pompei, viaggerà per 31 porti del mondo sulla Amerigo Vespucci, l'abbiamo illustrata anche a New York per raccontare agli statunitensi la qualità della nostra cucina”. Ma conclude questa “partita da giocare durerà fino al 2025 e mira a coinvolgere ristoratori, produttori, cuochi e cittadini e dovrà far capire come la cucina italiana rappresenti qualità di produzione ma anche ricerca e cultura”.

Su Twitter tanti commenti "ironici" contro le parole del ministro Lollobrigida

Oltre 3 milioni di poveri chiedono aiuto per mangiare

Con l'inflazione alimentare più alta da quasi 40 anni sono saliti a oltre 3,1 milioni i poveri che, in Italia, hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. Per un totale di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi. È quanto stima la Coldiretti su dati Fead nel suo studio "Poveri, il lato nascosto dell'Italia". Come sottolinea Coldiretti, questa è l’estate a tavola più cara da decenni, con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare, che ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti. Ai quali vanno aggiunti 356mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni.
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Sempre più persone chiedono aiuto per mangiare rivolgendosi alle mense dei poveri

Chi sono i poveri: vecchi e nuovi

Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo, evidenzia la Coldiretti, più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il "pane quotidiano", ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili. Fra i nuovi poveri ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati. Tra i nuovi poveri anche lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalla crisi o dal balzo costi dell'energia con il caro bollette e dagli effetti del cambiamento climatico che ha devastato le aziende agricole della Romagna. Nel 2022 hanno ricevuto assistenza per mangiare anche 48mila ucraini proprio nell'anno in cui il Paese è stato invaso e devastato dall'esercito russo. Negli ultimi tre anni - stima Coldiretti - il numero delle persone che hanno chiesto aiuto per mangiare è salito di un milione, il 64% al Sud, il 22% al Nord e il resto nelle aree del centro Italia.
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In aumento i nuovi poveri

I cibi dei pacchi alimentari

Nel paniere della solidarietà, evidenzia Coldiretti, si trovano un po' tutti i prodotti non deperibili: dal latte a lunga conservazione (23%) alla pasta (9%), dalla salsa di pomodoro (8%) ai legumi (5%). Ma anche succhi di frutta e zucchero (5%), caffè e biscotti (4%), senza dimenticare carne e tonno in scatola (3%), farina, marmellate, formaggio, fette biscottate (2%). In Italia oltre 2 milioni di persone hanno ricevuto sostegni alimentari in modo continuativo, il resto si è rivolto ai programmi e alle strutture di assistenza solo in modo saltuario come ultima spiaggia e soluzione per momenti di estremo bisogno. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
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Oltre 3,1 milioni i poveri che, in Italia, hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari

Più poveri in Ue, non possono permettersi pasti regolari

Nel 2022 l'8,3% della popolazione dell'Ue non poteva permettersi un pasto con carne, pesce o un equivalente vegetariano ogni due giorni. Si tratta di un punto percentuale in più rispetto al 2021. L'Italia doppia quasi questa classifica posizionandosi circa al 15%. Inoltre - spiega Eurostat - considerando le persone a rischio di povertà, nel 2022 la quota a livello Ue è stata del 19,7%, 2,2 punti percentuali in più rispetto al 2021 (17,5%). Nel 2022, la differenza tra la popolazione totale e quella a rischio di povertà in termini di capacità di permettersi un pasto adeguato era ben visibile. La percentuale più alta di persone a rischio di povertà che non potevano permettersi un pasto adeguato è stata registrata in Bulgaria (44,6%), seguita da Romania (43%) e Slovacchia (40,5%). La quota più bassa è stata invece registrata in Irlanda (5%), seguita da Lussemburgo (5,1%) e Cipro (5,6%). L'Italia si piazza al doppio delle media europea sfiorando il 15% tra Malta e la Spagna.
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Cosa mettono gli italiani nel piatto

Stangata prezzi: meno carne e pesce nel carrello

Carne, pesce, frutta e verdura sempre più assenti dalla tavola degli italiani. A rinunciare agli alimenti base della cucina italiana sono le famiglie meno abbienti, costrette a mettere nel carrello della spesa cibi artefatti ma economici a scapito della qualità. Il Censis ha già da tempo lanciato l’allarme. Se nell'Italia del ceto medio vinceva la dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale disponibile per tutti, nell'Italia delle disuguaglianze il buon cibo lo acquista solo chi può permetterselo. E la spesa alimentare delle famiglie meno abbienti è andata in picchiata da anni. Si allarga dunque il food social gap. Nel periodo 2007-2015 la spesa alimentare delle famiglie italiane è diminuita in media del 12,2% in termini reali. Nelle famiglie operaie è crollata del 19,4% e in quelle con a capo un disoccupato del 28,9%. Già nel 2016 avevano ridotto il consumo di carne il 45,8%, e di pesce il 35,8% delle famiglie meno abbienti.
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Non tutti possono permettersi una corretta dieta

Opposizione all’attacco del Ministro Lollobrigida

Le dichiarazioni del ministro Francesco Lollobrigida scatenano la bufera politica. L'opposizione di centrosinistra non perde tempo per evidenziarle e criticarle aspramente. "Io mi occupo soprattutto di quegli italiani che fanno fatica a fare la spesa, sono tanti, nonostante abbia visto che purtroppo c'è qualche ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi. Non c'è neanche bisogno delle parodie quando c'è un governo che vive su un altro pianeta", osserva la segretaria del Pd, Elly Schlein dalla festa dell'Unità di Bologna. Dello stesso tenore la reazione dei Cinque stelle che, attraverso il capogruppo in commissione Agricoltura alla Camera, Alessandro Caramiello, giudica le parole di Lollobrigida "oggettivamente intollerabili" definendo il ministro "inadeguato". Sceglie invece l'ironia l'ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando: "Per il ministro Lollobrigida spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi. Ecco perché hanno tolto il reddito di cittadinanza. Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male". Per difendere il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare scende in campo il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti che cerca di chiarire la portata delle parole di Lollobrigida. "Orlando fa finta di non capire, ma penso che tra i tanti presenti al convegno dotati evidentemente di maggiore capacità di comprensione, sia stato chiarissimo il concetto del valore della nostra cultura alimentare interclassista" dice Foti. "In Italia, spesso spendere meno significa ricercare prodotti, accorciando le filiere e rivolgendosi ai produttori che ne realizzano mediamente di ottima qualità, come ha sottolineato il ministro Lollobrigida. Significa ricercare meno prodotti sofisticati e costosi, gravati da spese di trasformazione e promozione, che ne aumentano il prezzo, ma non i benefici per la salute" aggiunge l'esponente di Fratelli d'Italia. E conclude: "In questo senso siamo più fortunati di altre culture alimentari, nelle quali i ricchi possono permettersi 'benessere' mangiando bene e i più poveri costretti a mangiare prodotti di bassissima qualità".