Maisha Marefu, le donne che si battono per l'Africa

La Onlus fondata da tre amiche ha come obiettivo è solo il soddisfacimento dei bisogni primari, ma anche il sostegno a un percorso di autonomia delle popolazioni locali

di CLAUDIA CANGEMI -
22 maggio 2023
Maisha Marefu, le donne che si battono per l’Africa

Maisha Marefu, le donne che si battono per l’Africa

"È inutile sognare cambiamenti nel mondo se non si lavora duramente per ottenerli". Parole semplici ma importanti, che rappresentano la 'filosofia applicata' di Maisha Marefu onlus (“Lunga Vita” in lingua swahili), attiva ormai da vent'anni in diversi Paesi africani, in particolare il Kenya, l'Uganda e la Tanzania. Senza dimenticare il Marocco e, in Europa, il sostegno ai profughi ucraini e alla popolazione italiana in difficoltà.
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Maisha Marefu Onlus nasce nel 2009 da una passione comune di tre amiche, Cristina Cappelletti, Agnese Robustellini e Rossella Ventricelli: l’Africa e le sue criticità

La onlus Maisha Marefu

Qualche numero per sintetizzare l'attività: negli ultimi tre anni, grazie a 2.042 donatori, sono stati raccolti e destinati ai progetti umanitari 488.294 euro. Le 18 socie hanno trascorso 408 giorni complessivi in missione. L'associazione è nata nel 2009 da una passione comune che univa tre amiche: Cristina Cappelletti, Agnese Robustellini e Rossella Ventricelli, tutte professioniste di Arese (Milano).
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Maisha Marefu promuove una cultura di solidarietà, di sostegno e attenzione alle problematiche sociali e di rispetto dei diritti umani

Negli anni successivi altre 15 donne si sono progressivamente unite a loro, fornendo ciascuna un contributo di natura ed entità diverse a seconda delle proprie possibilità e disponibilità di tempo. “Siamo diventate tutte amiche per la pelle”, racconta Agnese Robustellini, medico di base da poco in pensione.

Tutti i fondi ai progetti

Il 100% dei fondi raccolti – in particolare in occasione della cena sociale di novembre che, anche grazie al sostegno di generosi sponsor, coinvolge centinaia di persone – viene destinato ai progetti, di cui la onlus dà conto preciso e puntuale attraverso il sito e la pagina Facebook.
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La Onlus ha iniziato le sue attività con l’alfabetizzazione delle donne in zone rurali dell’Africa sub Sahariana

L'obiettivo delle volontarie non è solo il soddisfacimento dei bisogni primari, ma anche e soprattutto il sostegno a un percorso di autonomia delle popolazioni locali. “Tre sono gli strumenti principali – spiega Cristina Cappelletti, odontoiatra –: Istruzione, sanità e assistenza all’infanzia, perché solo intervenendo su tutti questi fattori, potremo cambiare in maniera stabile la situazione di grave degrado umano nella quale vive buona parte dell’umanità". "Forniamo quindi microcredito, in particolare alle donne, per permettere di creare piccole attività agricole o artigianali utili a mantenere la famiglia; supporto all'istruzione primaria e secondaria, che in quei luoghi rappresenta ancora un lusso, soprattutto per le ragazze” dice Cappelletti.
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Istruzione, sanità e assistenza all’infanzia: le tre grandi aree di intervento della Onlus

Prima le donne e i bambini

“Siamo partite dell’alfabetizzazione delle donne in zone rurali dell’Africa sub Sahariana. Abbiamo costruito centri di prima medicina gestiti da operatori locali nelle zone più remote del Kenya" racconta ancora Cristina Cappelletti. "Abbiamo dato sostegno a centinaia di bambini orfani in età pre-scolare, ristrutturando i centri fatiscenti che li accoglievano in precedenza, in Kenya e Tanzania" aggiunge. E sottolinea: "Vorremmo fare in modo che gli africani imparino ad amare la propria terra e a non farsi scoraggiare dalle avversità, che non abbandonino le campagne”. La siccità li sta uccidendo, in particolare negli ultimi quattro anni si è registrata una carestia senza precedenti. In alcune regioni, come Arches Post, l'80% del bestiame è morto di sete.

L'acqua è vita

“Oltre a fornire cibo, laggiù come in altri luoghi, abbiamo finanziato lo scavo di pozzi per irrigare e, con la consulenza di esperti, introdotto colture compatibili con un clima sempre più secco, fagioli e patate in particolare" dice Cristina Cappelletti. "L'acqua è la possibilità di cambiare l'approccio nei confronti della propria terra, per farla diventare un luogo vivibile in cui rimanere e costruire, l'acqua è cambiamento, è crescita, è igiene, è salute, è terra fertile, è lavoro" spiega ancora sottolineando che "l'acqua è la possibilità di pensare al domani".
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Le missioni dei volontari sono interamente auto finanziate

"A ogni scuola e orfanotrofio sostenuti vengono offerti fondi per acquistare cibo (per dare almeno un pasto a mille bambini servono duemila euro al mese) ma anche quanto serve per realizzare e irrigare gli orti che possano fornire parte delle verdure e della frutta necessari” prosegue Cappelletti.

Il latte per i bimbi all'orfanotrofio

Qualche esempio più nei dettagli. “Da diversi anni sosteniamo l'orfanotrofio di Embu, nel Nord del Kenia – racconta ancora Cristina Cappelletti –. Abbiamo fornito cibo e, in particolare, latte che laggiù è costosissimo, per i bimbi più piccoli, spesso abbandonati davanti alla porta da genitori disperati che vogliono salvarli dalla morte per fame".
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La Onlus ha costruito centri di prima medicina gestiti da operatori locali nelle zone più remote del Kenya

"Abbiamo anche comprato macchine per trasformare i semi dei girasoli: in questo modo ottengono l'olio, che usano per le loro necessità e possono vendere o scambiare con altri prodotti. Inoltre nell'ultimo anno abbiamo finanziato sei uscite, in spiaggia o a mangiare la pizza, perché questi bambini hanno bisogno anche di divertirsi ogni tanto” dice Cappelletti.

Salvare le ragazze da infibulazione e matrimoni precoci

“In una delle poche scuole superiori del Kenia, che accoglie 650 ragazze, abbiamo realizzato cucina, dormitori e orto" descrive Cristina Cappelletti. "L'eroica preside di questa scuola protegge le adolescenti, tenendole a vivere nel collegio anche durante le vacanze: se tornano a casa, è altissimo il rischio che tornino infibulate o non tornino affatto, perché forzate a sposarsi giovanissime con uomini spesso molto più grandi di loro, che le costringono ad abbandonare gli studi per fare un figlio all'anno e lavorare duramente" dice ancora Cappelletti.
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L’Associazione vuol dare anche un esempio etico su come utilizzare le risorse: niente deve essere speso se non per i progetti

In teoria vige l'obbligo dell'istruzione fino a 14 anni, ma in alcune regioni è quasi ignorato. "Le bambine devono occuparsi dei fratellini e della casa fin dai 4 o 5 anni, mentre i maschietti diventano pastori anche prima" spiega. "Abbiamo anche fornito e insegnato a usare coppette e mutande ad hoc per il ciclo mestruale, contribuendo a risolvere un grave problema di salute e di igiene anche per le giovani che hanno patito l'infibulazione” ricorda. "Proprio in questi giorni ho staccato un assegno da 10mila euro per l'acquisto di 360 materassi – prosegue Cappelletti –. I bambini dormono su materassi in condizioni tali che agevolano la trasmissione di ogni sorta di malattia virale e batterica. Quasi tutti hanno i vermi e soffrono di dissenteria, un disturbo molto pericoloso per chi ha un'alimentazione e un'idratazione assai carenti”.
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Gli studenti della scuola elementare GirGir, nel cuore del Kenya

Contro ogni discriminazione

Maisha Marefu è molto attenta a combattere ogni tipo di discriminazione, che sia di genere o sociale. In Marocco ha creato una casa di accoglienza per le donne maltrattate. In Tanzania, per esempio, sostiene una scuola intera sull'isola di Mafia dove vivono molti ragazzi albini, sui quali gravano pesanti pregiudizi. Anche in quel caso è stato realizzato un pozzo. “Le infrastrutture realizzate garantiscono il massimo livello di sostenibilità, anche i pozzi più profondi (siamo arrivati a oltre 250 metri) funzionano con il solare" racconta sempre Cristina Cappelletti.
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L'impegno della Onlus: "Vorremmo fare in modo che gli africani imparino ad amare la propria terra e a non farsi scoraggiare dalle avversità, che non abbandonino le campagne”

"Abbiamo introdotto – sempre in collaborazione con ingegneri e agronomi locali – anche sistemi di recupero e riuso dei rifiuti. Da quelle parti c'è moltissima plastica (anche quella 'importata' dall'Europa). Da elemento fortemente inquinante si può però trasformare in una preziosa risorsa. Abbiamo fornito un trituratore della plastica che, mescolata con il fango, diventa un ottimo materiale da costruzione da usare al posto della lamiera o addirittura dell'amianto” aggiunge. In questo modo le baracche e casette non diventano forni nelle stagioni più calde e resistono meglio agli eventi climatici.

Presente e futuro

Il presente, dunque. La tutela della sopravvivenza e della salute come “conditio sine qua non” per salvare il numero massimo di bambini. Ma sempre con un occhio attento al futuro. Puntando soprattutto sulle donne.
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A ogni scuola e orfanotrofio sostenuti vengono offerti fondi per acquistare cibo

Ancora in Marocco Cappelletti ha tenuto un corso di formazione per assistenti alla poltrona frequentato da decine di ragazze che hanno subito trovato lavoro. "Negli altri Paesi si sostengono economicamente giovani che dimostrano capacità e determinazione, in modo che possano laurearsi – per esempio in agronomia o ingegneria idraulica – e contribuire con l'insegnamento e il lavoro allo sviluppo e al benessere delle rispettive comunità" spiega sempre Cappelletti. Per chi vuole approfondire, il sito https://www.maishamarefu.org/ è ricchissimo di informazioni. L'Iban per le donazioni è: IT06N0306909606100000102049. BIC/SWIFT: BCITITMM. Il codice fiscale per destinare il 5 per mille è: 93547550157