
Maisha Marefu, le donne che si battono per l’Africa

Maisha Marefu Onlus nasce nel 2009 da una passione comune di tre amiche, Cristina Cappelletti, Agnese Robustellini e Rossella Ventricelli: l’Africa e le sue criticità
La onlus Maisha Marefu
Qualche numero per sintetizzare l'attività: negli ultimi tre anni, grazie a 2.042 donatori, sono stati raccolti e destinati ai progetti umanitari 488.294 euro. Le 18 socie hanno trascorso 408 giorni complessivi in missione. L'associazione è nata nel 2009 da una passione comune che univa tre amiche: Cristina Cappelletti, Agnese Robustellini e Rossella Ventricelli, tutte professioniste di Arese (Milano).
Maisha Marefu promuove una cultura di solidarietà, di sostegno e attenzione alle problematiche sociali e di rispetto dei diritti umani
Tutti i fondi ai progetti
Il 100% dei fondi raccolti – in particolare in occasione della cena sociale di novembre che, anche grazie al sostegno di generosi sponsor, coinvolge centinaia di persone – viene destinato ai progetti, di cui la onlus dà conto preciso e puntuale attraverso il sito e la pagina Facebook.
La Onlus ha iniziato le sue attività con l’alfabetizzazione delle donne in zone rurali dell’Africa sub Sahariana

Istruzione, sanità e assistenza all’infanzia: le tre grandi aree di intervento della Onlus
Prima le donne e i bambini
“Siamo partite dell’alfabetizzazione delle donne in zone rurali dell’Africa sub Sahariana. Abbiamo costruito centri di prima medicina gestiti da operatori locali nelle zone più remote del Kenya" racconta ancora Cristina Cappelletti. "Abbiamo dato sostegno a centinaia di bambini orfani in età pre-scolare, ristrutturando i centri fatiscenti che li accoglievano in precedenza, in Kenya e Tanzania" aggiunge. E sottolinea: "Vorremmo fare in modo che gli africani imparino ad amare la propria terra e a non farsi scoraggiare dalle avversità, che non abbandonino le campagne”. La siccità li sta uccidendo, in particolare negli ultimi quattro anni si è registrata una carestia senza precedenti. In alcune regioni, come Arches Post, l'80% del bestiame è morto di sete.L'acqua è vita
“Oltre a fornire cibo, laggiù come in altri luoghi, abbiamo finanziato lo scavo di pozzi per irrigare e, con la consulenza di esperti, introdotto colture compatibili con un clima sempre più secco, fagioli e patate in particolare" dice Cristina Cappelletti. "L'acqua è la possibilità di cambiare l'approccio nei confronti della propria terra, per farla diventare un luogo vivibile in cui rimanere e costruire, l'acqua è cambiamento, è crescita, è igiene, è salute, è terra fertile, è lavoro" spiega ancora sottolineando che "l'acqua è la possibilità di pensare al domani".
Le missioni dei volontari sono interamente auto finanziate
Il latte per i bimbi all'orfanotrofio
Qualche esempio più nei dettagli. “Da diversi anni sosteniamo l'orfanotrofio di Embu, nel Nord del Kenia – racconta ancora Cristina Cappelletti –. Abbiamo fornito cibo e, in particolare, latte che laggiù è costosissimo, per i bimbi più piccoli, spesso abbandonati davanti alla porta da genitori disperati che vogliono salvarli dalla morte per fame".
La Onlus ha costruito centri di prima medicina gestiti da operatori locali nelle zone più remote del Kenya
Salvare le ragazze da infibulazione e matrimoni precoci
“In una delle poche scuole superiori del Kenia, che accoglie 650 ragazze, abbiamo realizzato cucina, dormitori e orto" descrive Cristina Cappelletti. "L'eroica preside di questa scuola protegge le adolescenti, tenendole a vivere nel collegio anche durante le vacanze: se tornano a casa, è altissimo il rischio che tornino infibulate o non tornino affatto, perché forzate a sposarsi giovanissime con uomini spesso molto più grandi di loro, che le costringono ad abbandonare gli studi per fare un figlio all'anno e lavorare duramente" dice ancora Cappelletti.
L’Associazione vuol dare anche un esempio etico su come utilizzare le risorse: niente deve essere speso se non per i progetti

Gli studenti della scuola elementare GirGir, nel cuore del Kenya
Contro ogni discriminazione
Maisha Marefu è molto attenta a combattere ogni tipo di discriminazione, che sia di genere o sociale. In Marocco ha creato una casa di accoglienza per le donne maltrattate. In Tanzania, per esempio, sostiene una scuola intera sull'isola di Mafia dove vivono molti ragazzi albini, sui quali gravano pesanti pregiudizi. Anche in quel caso è stato realizzato un pozzo. “Le infrastrutture realizzate garantiscono il massimo livello di sostenibilità, anche i pozzi più profondi (siamo arrivati a oltre 250 metri) funzionano con il solare" racconta sempre Cristina Cappelletti.
L'impegno della Onlus: "Vorremmo fare in modo che gli africani imparino ad amare la propria terra e a non farsi scoraggiare dalle avversità, che non abbandonino le campagne”
Presente e futuro
Il presente, dunque. La tutela della sopravvivenza e della salute come “conditio sine qua non” per salvare il numero massimo di bambini. Ma sempre con un occhio attento al futuro. Puntando soprattutto sulle donne.
A ogni scuola e orfanotrofio sostenuti vengono offerti fondi per acquistare cibo