Mattia Cappan, campione paraplegico di kart cross: “In corsa con i normodotati”

Il pilota ha raccontato la sua esperienza in un’intervista al Corriere del Veneto: “Ho capito cosa mi rende felice: aiutare le persone nella mia stessa situazione e non far passare loro ciò che ho passato io”

di GIULIA DE IESO
29 novembre 2024
Mattia Cattapan, campione di kart cross (Instagram)

Mattia Cattapan, campione di kart cross (Instagram)

Nella vita non servono le mani o le gambe, ma la testa (...). Ho imparato che la vita è fatta di problemi, la differenza è come si affrontano e si risolvono”. Così Mattia Cappan, 34 anni, parla al Corriere del Veneto. Il pilota, da poche settimane, si è laureato poche settimane fa campione italiano per la terza volta di Kart Cross Formula Drive 2024.

Cappan, che dal marzo 2013 è paraplegico a causa di un grave incidente in moto che gli ha provocato la rottura della quarta e della quinta vertebra dorsale e una lesione al midollo spinale. Cinque anni dopo ha deciso di dedicarsi alla gare di kart cross, di cui si è rilevato essere un vero prodigio. 

“Devo sempre prepararmi soprattutto psicologicamente in modo da essere motivato e riuscire a dare il meglio di me. In fin dei conti, sono l’unica persona disabile in mezzo ai normodotati, e spero di essere all’altezza delle aspettative. Dopo la gara, invece, ero molto rilassato, ma con la voglia di risalire sul kart il prima possibile”, ha raccontato Cappan al quotidiano.

“Non ho avuto tanto tempo per allenarmi. Mi sono dedicato principalmente a CrossAbili e al coinvolgimento dei ragazzi con disabilità nei nostri eventi. La preparazione è quella tecnica: il kart cross dev’essere apposto, bisogna portarlo dal meccanico, fare tagliandi e controlli. La preparazione del kart prima della gara viene fatta assieme ad altri ragazzi con disabilità. Io sono il pilota che ci mette la faccia, ma dietro di me ci sono tante persone che mi danno una mano”. 

“Ho dovuto imparare di nuovo tutto da una prospettiva diversa”

Ripensando a come abbia recuperato dopo l'incidente, Cappan non nasconde il fatto che sia stato un percorso molto difficile: “Mi sono ritrovato da persona normodotata che ero ad avere una disabilità. Ho dovuto imparare di nuovo tutto da una diversa prospettiva, come fossi un bambino. Ho lottato per circa tre anni per ricominciare a vivere in maniera dignitosa. Poi, trovato il mio equilibrio, ho capito che non volevo che la mia disabilità mi impedisse di vivere appieno”. 

E, su cosa abbia imparato da ciò che gli è successo, il 34enne replica invitando ad essere sempre positivi e inseguire i propri sogni, aldilà della condizione in cui ci si trova, e portare avanti una passione per sfidare se stessi: “Devi riuscire a capire cosa può renderti felice. Nel mio caso non è vincere una coppa o una medaglia, ma dare un senso a quanto mi è successo: aiutare quelle persone che si trovano nella mia stessa situazione e non far passare loro ciò che ho passato io". 

L'associazione CrossAbili

CrossAbili all'Italyagrishow 2024 (Instagram)
CrossAbili all'Italyagrishow 2024 (Instagram)

Nel 2019 ha fondato la sua associazione no profit CrossAbili, che sui social si propone come “uno sguardo nuovo sul mondo della disabilità”. Le attività finalizzate all'inclusione, alla condivisione, al divertimento, all'autonomia e allo sport sono molteplici, tra show e accampate al Mugello, che hanno l'obiettivo di supportare le persone con disabilità e che vengono documentate sul canale Youtube dell'associazione.

“Noi vinciamo quando un ragazzo riusciamo a inserirlo nella società. Basta poco per migliorare il mondo che ci circonda”, spiega Cappan in un reel pubblicato sul profilo Instagram di CrossAbili. L'associazione, in poco più di cinque anni, ha raggiunto numeri incredibile: sono state coinvolte 750mila persone nelle attività, che hanno raggiunto 950mila spettatori. Sono stati realizzati ben 450 eventi e ben 250 realtà hanno sostenuto e creduto in CrossAbili. Il tesseramento è gratuito, così come gli eventi. 

“Ho capito che per poter essere d’aiuto dovevo in primis ‘regalare’ la mia passione”, spiega Cappan, sempre nell'intervista al Corriere del Veneto. “Ho iniziato creando un secondo mezzo ‘side by side’ dove potevo far salire a fianco a me altri ragazzi con disabilità (...). Tutto ciò che sembra impossibile, noi cerchiamo di renderlo possibile. Per esempio, andare sulla neve in montagna o andare a Venezia nonostante le strade all’apparenza inaccessibili (...). Siamo una famiglia, dove ciascuno di noi viene valorizzato”.