Michela Murgia e Oriana Fallaci: non più alieno ma "cancro gentile"

La scrittrice sarda aveva confessato di avere un tumore incurabile, aprendo una sorta di dibattito "ideale" sull’accettazione del male con la storica giornalista e autrice

di CHIARA DI CLEMENTE -
11 agosto 2023
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"Il cancro è una malattia molto gentile", aveva detto a maggio in un’intervista di ieri al Corriere della Sera, Michela Murgia raccontando di avere un tumore, un carcinoma renale al quarto stadio, non operabile, con le metastasi "che sono già alle ossa, ai polmoni e al cervello". Le restavano mesi, "forse molti". Sono stati pochi, invece. La scrittrice sarda, è morta ieri notte a Roma. Qui di seguito un pezzo uscito il 7 maggio su Quotidiano Nazionale, in cui la sua visione della malattia era messa a confronto con quella di un'altra penna (e mente) illustre del nostro Paese, quella di Oriana Fallaci. E con altri grandi autori del passato e del presente che hanno raccontato la malattia.

Michela Murgia sdogana un altro fine vita

"Se la storia fosse insegnata a scuola anche dalla parte dei vinti, apparirebbe evidente che mentre gli uomini facevano scale dove giocarsi la guerra gerarchica che ispirava ai cantori le epiche, le donne facevano reti per sopravvivere insieme dove ciascuna da sola sarebbe morta.
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Murgia chiamava il suo tumore "gentile" non riconoscendosi in un gergo bellico per parlare della malattia

Quel patrimonio di esperienze esiste e può diventare prassi comune sia per le donne sia per gli uomini che vogliono passare dall’idea di essere potenti uno contro l’altro all’idea di essere potenti insieme", scriveva Michela Murgia in un suo saggio di qualche tempo fa, "Futuro interiore". Nell’intervista (al Corriere della Sera in cui rivelava di avere il tumore, ndr) annuncia anche l’uscita del nuovo romanzo "Tre ciotole" che si apre con la notizia di un male incurabile, e l’intenzione di sposarsi [...]. E, sul momento della fine, precisa: "Posso sopportare molto dolore, ma non di non essere presente a me stessa. Chi mi vuole bene sa cosa deve fare. Sono sempre stata vicina ai radicali, a Marco Cappato". Una dichiarazione pro-eutanasia, l’eutanasia che era il tema del suo romanzo più famoso, "Accabadora", Campiello 2010.
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Michela Murgia si fa tagliare i capelli che stavano cadendo a causa delle terapie per il cancro e condivide il momento su Instagram

La militanza in favore dei diritti degli ultimi, dei vinti, dei “marginalizzati“, come li ha sempre chiamati lei, o delle Morgane libere, coraggiose e perseguitate, si può esprimere in tanti modi, e il modo più toccante in cui Michela la esprime ora sta nell’aggettivo che utilizza parlando del suo male. Il tumore lo chiama "gentile". Lo accoglie. Lo include. "Non mi riconosco nel registro bellico, parole come lotta, guerra, trincea... Il cancro è una malattia molto gentile. Può crescere per anni senza farsene accorgere. È un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Non lo chiamerei mai il maledetto o l’alieno".

L'alieno di Oriana Fallaci

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Oriana Fallaci è morta nel 2006 a 77 anni, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute, dovuto al cancro ai polmoni

L’alieno lo chiamava combattendolo con rabbia, nel 2006, Oriana Fallaci. Carrère in "Vite che non sono la mia" (2009) riporta la teoria dello psicanalista Pierre Cazenave secondo la quale per alcune persone il cancro "è l’espressione estrema di un’infelicità preesistente. Qualcosa che fa parte della loro identità e che viene da molto lontano, dall’infanzia, dalla consapevolezza di non essere mai esistiti veramente". "Complice della mia complessità" è invece per la Murgia. E viene in mente Ada D’Adamo e il suo memoir "Come d’aria", il racconto del tumore che l’ha portata via ad aprile, a 55 anni. Anche D’Adamo arriva a trovare nella tragedia un’occasione d’amore: la possibilità di “incorporare“ nel suo male, il male terribile che affligge la figlia, finalmente viverlo e capirlo, e poi “disciogliersi“ in esso, in lei. "Nella malattia rivelo tutto il mio essere.
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La scrittrice Ada D’Adamo è morta a 55 anni di cancro. Il suo "Come d'Aria" ha vinto postumo il Premio Strega 2023

Nella malattia mi sviluppo, cresco come un fiore, trovo la mia vera vita" ha scritto Kafka. "Io sono nient’altro che la cura che faccio" scriveva Severino Cesari: "E non sono solo nel farla. La cura presuppone l’esercizio quotidiano dell’amore. Non c’è altra vita che questa ora, questa vita meravigliosa che permette altra vita". La malattia ci definisce: nell’odio, nell’amore. Nella verità. La Murgia e Dio: "Ci credo. Lo prego di far accettare a chi mi ama quello che mi accadrà". Paura della morte: "No. Spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio... L’importante per me ora è non morire fascista", chiude Morgana. "L’abbraccio e tifo per lei. Spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio perché punto a rimanere ancora per molto tempo. Forza Michela!", è la risposta della premier.