“Monelli tra i fornelli” porta in cucina i ragazzi dell'Istituto penale minorile di Nisida, la piccola isola nell’arcipelago delle Flegree (Napoli), per permettere loro di costruirsi un futuro migliore e creare un clima di integrazione reale nella società.
L’associazione “Monelli tra i fornelli”
“L’idea nasce da tre operatori del settore inerente la ristorazione: un cuoco, un cameriere e un pasticciere” risponde Pipolo. Ancora oggi i fondatori, Luca Pipolo e Ciro Ferrantino, sono impegnati con i ragazzi nelle attività dei ‘Monelli’. “Collaborando già con l’IPM di Nisida come docente – spiega l’intervistato – abbiamo creduto fosse importante unire le energie e costituire un'associazione che raggruppasse i tre settori: cucina, pasticceria e sala. La onlus è nata a fine 2015 per svolgere attività come corsi di formazione e inserimento per i ragazzi di Nisida e ha iniziato a proporsi come linea di banqueting e di vendita di prodotti artigianali al pubblico conto terzi, conquistando un discreto volume di lavoro con tutti gli enti che supportano il progetto – fondazione ‘Banco di Napoli’, università ‘La Partenope’, ordine dei commercialisti – i quali commissionano dei catering e dei banqueting: dal coffee-break, al banchetto, all'evento”.
Pipolo racconta che i ragazzi – con il permesso dei magistrati e la collaborazione della dirigenza dell’IPM – riescono talvolta a fare anche in esterna vera e propria attività di catering venendo quindi coinvolti in ogni fase: dalla produzione, all'uscita per il servizio al pubblico fino al rientrare per rimettere a posto. Oltre a partecipare vengono ovviamente retribuiti.
Avere un ruolo positivo nella società
“Tutto questo offre la possibilità di fare esperienze con un ruolo nella società a giovani meno fortunati – dice il cuoco –. Il 99% delle persone che si trovano in un IPM o in un carcere, soprattutto minorile, provengono da contesti socio-economici e culturali svantaggiati e hanno storie devastanti. Sposso si arriva infatti a dolorose dinamiche perché si nasce in contesti non idonei per un bambino per la loro emotività e cultura, oltre che per tante altre circostanze. Il nostro impegno è quindi dare un’altra possibilità –spiega ancora – e far capire a loro, cresciuti in contesti dove l'unione è sempre distruttiva, che attraverso la cucina e la pasticceria, lo stare insieme, si può creare qualcosa di costruttivo e metterli in condizione di prendere fiducia in se stessi”.
Per il cuoco il fine primo non è aiutare questi ragazzi a divenire chef o pasticcieri, quanto piuttosto uomini. L'arte culinaria è infatti creatività, passione, concentrazione e soprattutto condivisione.
Quest’energia da voi in quali specialità e laboratori si traduce?
“Le attività manuali sono sicuramente le più idonee per scaricare energie e in attività come la pasticceria, la cucina, ma anche la ceramica e la pizzeria i ragazzi vengono direttamente coinvolti a livello pratico”.
Quali piatti preparate?
“Facciamo pietanze della cucina napoletana. Prediligiamo la cucina tipica regionale e quindi il banqueting con buffet dove si parte dal coffee break con la cartuccia napoletana, il cornetto, la brioche... I menù variano in base alle esigenze del cliente: lunch, cene o buffet. Abbiamo anche la vendita dei prodotti artigianali durante l’anno - in tutta Italia - ma soprattutto nel periodo natalizio o pasquale: panettone, pandoro, colomba, pastiera e casatiello”.
Recentemente siete stati invitati nella cucina del Quirinale. Com’è andata? “I ragazzi sono stati ospitati dai cuochi e dallo chef del Presidente Mattarella. Un’esperienza unica: sono stati e si sono sentiti accolti, a casa, e hanno partecipato attivamente e con entusiasmo, ben integrandosi”.
C'è un messaggio che vuole trasmettere ai lettori? “Il problema principale per questi ragazzi è quello di lasciare le proprie origini, ossia perseguire una retta via lasciando il loro passato, un padre e una madre. Non tutti sono ugualmente emotivamente pronti perché un giovane che cerca di cambiare per farlo deve principalmente abbandonare i dettami impartitigli, in questo caso quelli a delinquere”.
Anche questo ben spiega il sostegno psicologico ed educativo di cui questi ragazzi hanno bisogno e la molteplicità di figure professionali indispensabili per lavorare con loro in team.