Mostro di Loch Ness, la caccia 2.0 con droni, sensori e volontari per le foto

Lo scorso fine settimana centinaia di persone si sono date appuntamento sulle sponde del lago scozzese nella speranza di avvistare la leggendaria creatura

di MAURIZIO COSTANZO -
28 agosto 2023
Una delle tante immagini dell'avvistamento mai provato di Nessie

Una delle tante immagini dell'avvistamento mai provato di Nessie

A quasi un secolo dagli ultimi avvistamenti, il mostro di Loch Ness continua ad affascinare e intrigare. Nei giorni scorsi è partita la più grande ricerca degli ultimi 50 anni a mezzo di droni a sofisticate apparecchiature acustiche. Come riferito dal "Guardian", centinaia di volontari da tutto il mondo hanno raggiunto le rive del lago scozzese, attualmente ai suoi minimi livelli dal 1989 per il cambiamento climatico, quindi con buone speranze di avvistare finalmente Nessie, nomignolo affettuoso della creatura leggendaria.
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Nel lago anche i droni a rilevamento termico per la grande caccia a Nessie (Instagram)

Mostro di Loch Ness, la caccia 2.0

Lo scorso fine settimana gli appassionati di tutte le nazionalità hanno preso parte - in loco e online - alla più grande caccia organizzata dal Loch Ness Center sulle tracce della misteriosa creatura. Le ricerche si sono concentrate sulla superficie del più grande specchio d'acqua dolce della Scozia per volume, per reperire interruzioni nell'acqua ed eventuali movimenti inspiegabili. In collaborazione con il gruppo di ricerca volontario Loch Ness Exploration, la ricerca si è svolta con apparecchiature di rilevamento che non sono mai state utilizzate prima. Tra queste anche droni per produrre immagini termiche dell'acqua dall'aria con telecamere a infrarossi, nonché un idrofono per rilevare segnali acustici sotto la superficie.
 
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Loch Ness, un richiamo per il turismo

Nel corso degli anni, scienziati e appassionati dilettanti hanno cercato di trovare prove di un grosso pesce come uno storione che vive nel lago, profondo 230 metri, o anche di un rettile marino preistorico come un plesiosauro, ma finora senza successo. “È sempre stato il nostro obiettivo registrare, studiare e analizzare tutti i tipi di comportamenti e fenomeni che possono essere più difficili da spiegare”, dichiara Alan McKenna, membro di Loch Ness Exploration, che ogni mattina informa i volontari in diretta su cosa cercare e come registrare i risultati. "La nostra speranza è di ispirare una nuova generazione di appassionati di Nessie. Chi si unisce a questa ricerca di superficie su larga scala, ha una reale opportunità di contribuire personalmente a risolvere il mistero che ha già affascinato così tante persone in tutto il mondo”, sottolinea McKenna.
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La più grande indagine sul lago degli ultimi 50 anni e prevede che i volontari scrutino l'acqua dalle barche e dalle rive del lago, mentre altri in tutto il mondo si uniscono grazie alle webcam (Instagram)

Mentre il turismo nelle Highlands continua a vacillare per l'impatto combinato della Brexit, dello spopolamento e della crisi del costo della vita, dal rinnovato interesse per la leggenda del mitico mostro arriva un’opportunità importante di rilancio della regione. Così nell’estate 2023 c’è stato un incremento “incredibile” delle prenotazioni nei locali alberghi e della frequentazione delle varie attrazioni. “L’area ha molto di più da offrire di un mostro mitico. Da un lato abbiamo la montagna più alta del Regno Unito e dall'altro le più grandi aree di acqua dolce. È un posto fantastico e ogni stagione è diversa”, evidenzia Fraser Campbell, direttore del Cobbs Group, che possiede il nuovo hotel Drumnadrochit e altri siti lungo la A82, la strada che costeggia la sponda occidentale del lago.
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In Scozia sono ripartite le ricerche nel più grande e profondo lago del Paese (Instagram)

I primi avvistamenti

La prima menzione di un mostro nelle vicinanze del lago risale al Medioevo, nel 564, quando si dice che il monaco irlandese St. Columba abbia incontrato una "bestia acquatica" nel fiume Ness, che scorre dal lago, e lo avrebbe cacciato via con le sue preghiere. Nel 1933 l’attenzione fu mondiale, quando l'Inverness Courier riferì dell'avvistamento di una "creatura simile a una balena" da parte di Aldie Mackay, manager dell'hotel Drumnadrochit, che una sera fece irruzione nel bar per dire ai clienti sbalorditi che aveva appena visto una "bestia d'acqua" a Loch Ness. Lo stesso anno un uomo di nome George Spicer raccontò allo stesso giornale di aver visto "una forma straordinaria di animale” attraversare la strada davanti alla sua auto e poi scomparire nel lago.
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Il 26 e 27 agosto 200 volontari da tutto il mondo si sono dati appuntamento sulle sponde del lago scozzese, nella speranza di avvistare la leggendaria creatura

È stato l’avvistamento del 1933 che ha dato inizio alla creazione moderna del mito attorno a un mostro sfuggente sopravvissuto nelle profondità del lago delle Highlands, un mito più vivo che mai a 90 anni di distanza. Dagli anni '40 la creatura è stata affettuosamente chiamata "Nessie" e negli anni '60 fu istituito il Loch Ness Investigation Bureau, che nel 1972 intraprese la più grande ricerca del lago fino a oggi. Nel 1987, l'operazione Deepscan ha dispiegato apparecchiature sonar su tutta la larghezza del lago e ha affermato di aver trovato un "oggetto non identificato di dimensioni e forza insolite". Nel 2018, un team internazionale di ricercatori delle università di Otago, Copenaghen, Hull e Highlands and Islands ha condotto un'indagine sul Dna del lago, alla ricerca di specie insolite, e in seguito ha escluso la presenza di animali di grandi dimensioni. Per Paul Nixon, direttore generale del Centro di Loch Ness, parte del fascino duraturo della storia del mostro è stata la sua accessibilità, in quanto "puoi letteralmente fermarti sulla riva del lago e farne parte", come le centinaia di volontari che sono arrivati il 26 e 27 agosto scorsi.