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Catturato il "pesce mostro" del Po. Ma fra 30 anni più plastica che vita nei mari

Dopo 23 anni Alessandro Biancardi, già autore di epiche imprese di questo tipo, ha realizzato l'impresa vicino a Mantova. Intanto si alza l’allarme del Wwf: "L'inquinamento ha superato il limite planetario"

di MAURIZIO COSTANZO -
6 giugno 2023
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Dopo 23 anni di ricerca è stato catturato "il pesce mostro" del Po. C’è riuscito Alessandro Biancardi, già autore di epiche imprese di questo tipo: "Un sogno che si avvera" esulta sul suo profilo Instagram, mostrando anche il momento in cui rilascia l'esemplare lungo 285 centimetri. Un gesto criticato da alcuni follower, secondo i quali restituire la libertà a un pesce siluro è vietato dalla legge. "Bocca importante direi", scherza Biancardi mettendo le sue mani sulla mandibola gigantesca della preda. "Un vero mostro... Mai mi sarei aspettato una cattura del genere in solitaria, auguro di prenderlo a chiunque pratica il catfishing... giusto per l'emozione" aggiunge.

Catturato (e rilasciato) il "mostro" del Po, dopo 23 anni di ricerca

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Alessandro mostra orgoglioso l'esemplare da record catturato dopo 23 anni

Un pesce siluro di quasi 3 metri, 285 cm per la precisione, per quasi 300 kg di peso. È stato catturato ( e subito rilasciato) nelle acque del fiume Po dall’esperto di catfishing Alessandro Biancardi, che sui social ha subito postato i video e le foto di questo esemplare, il ‘mostro’ del Po come lo ha definito qualcuno. La splendida creatura, trovata nella zona di Revere, in provincia di Mantova, sta facendo da giorni il giro del web perché è stato un vero e proprio Guinness World Record: supera di 4 cm l’ultimo esemplare catturato. "Un sogno che si avvera, dopo 23 anni di ricerca ho centrato l’obiettivo", scrive l’imprenditore 43enne su Instagram.

Il racconto della cattura

"Ciao a tutti, sono Alessandro Biancardi del team Madcat Italia, sono qui per descrivere con voce tremante e occhi pieni di gioia, quello che è successo solo pochi giorni fa, dopo 23 anni di intensa pesca al siluro" racconta il pescatore sulla pagina Facebook del team Madcat Italia. "Tutto è iniziato come una normale giornata di pesca, sono andato al grande fiume Po. Prima di partire ho controllato nodi, ami, ogni giunzione. Sono estremamente meticoloso in questa fase, devo sempre essere sicuro al 100% che tutto sia a posto se un pesce da sogno decide di abboccare alla mia esca. Ero da solo sulla mia barca [...] In silenzio mi sono avvicinato al primo spot e dopo pochi lanci è arrivato un potente attacco, il pesce è rimasto fermo qualche secondo prima di iniziare un combattimento molto complicato, tra forti correnti e tanti ostacoli sommersi". "L’ho seguito per 40 interminabili minuti, quando è emerso per la prima volta, ho capito davvero di aver agganciato un mostro, l’adrenalina ha iniziato a pompare forte e la paura di perderlo mi ha quasi mandato nel panico, ero solo di fronte al siluro più grande che avessi mai visto in 23 anni[...]. L'ho legato per fargli recuperare le forze dopo il lungo combattimento e mi sono accorto improvvisamente che la barca non era ancorata e stava andando via nella corrente, sono stato costretto a fare un bagno per recuperarla con tutta la mia roba. Non avrei mai immaginato cosa sarebbe successo dopo quando lo abbiamo misurato sul telo.
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I 285 centimetri hanno fatto sì che fosse stabilito un nuovo Guinness World Record

Sotto gli occhi increduli di molti pescatori, il metro si è fermato a 285 cm, è il nuovo record del mondo di pesce siluro! Ero molto curioso di sapere il peso ma temevo di stressare troppo quel raro esemplare così ho deciso di rilasciarlo in sicurezza, sperando che potesse dare ad un altro pescatore la stessa gioia che ha dato a me".

Fra trent'anni nei mari più plastica che pesci

Se il "mostro" del Po è stato catturato dopo 23 anni di ricerche, c'è invece un materiale prodotto dall'uomo che possiamo trovare ovunque nel mondo, anche quando non vorremmo: nei suoli, nei fiumi, nell'aria, nel cibo. Se da un lato la plastica porta benefici all'umanità, dall'altro, il suo impatto su ogni essere vivente e habitat è sempre più devastante. I danni per specie e salute umana sono (quasi) irreversibili. Lo denuncia il Wwf che, in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente, ha pubblicato il nuovo rapporto dal titolo "Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire" e chiede al governo di andare oltre il riciclo dei soli imballaggi e di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo allo scopo di far crescere l'economia circolare come valore condiviso.
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Il Great Pacific Garbage Patch è un'enorme isola galleggiante di plastica nell'Oceano Pacifico

Come si legge nella nota, la plastica deve essere gestita in maniera più efficace ed efficiente, coordinata e integrata, coinvolgendo tutti gli attori (dalle istituzioni, alle aziende, fino alle persone e alle città in cui vivono) e agendo in tutte le fasi - dalla sua produzione, al suo impiego e fino allo smaltimento. Il rapporto conferma che l'Italia è tra i peggiori Paesi del Mediterraneo, contribuendo all'inquinamento soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa. Per il Wwf non è più sostenibile attuare un piano di riciclo limitato agli imballaggi e chiede al governo di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo affinché si trasformino in nuovi oggetti, facendo crescere l'economia circolare come valore condiviso.

I danni provocati dalla plastica

Sono innumerevoli e significativi i danni causati da ogni fase del ciclo di vita della plastica, dalla produzione all'utilizzo fino allo smaltimento, si legge ancora nel rapporto Wwf. A fronte di una produzione in costante crescita, infatti, lo smaltimento è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale.
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La plastica costituisce uno dei rischi principali per la salvaguardia degli oceani

Il risultato è che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell'ambiente marino e altrettanti nell'ambiente terrestre ogni anno, in gran parte plastica monouso. Inoltre, attualmente la produzione è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo. Una contaminazione globale, diffusa e persistente di ogni ambiente naturale (mari, fiumi, laghi, terra e aria), come afferma il Wwf, tanto che l'inquinamento da plastica in Natura ha superato il "limite planetario" (Planetary boundary), oltre il quale non c'è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita.