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Nove donne in missione K2: l’impresa italo-pakistana che scala le vette della parità

Per celebrare i 70 anni della spedizione guidata da Ardito Desio sulla ‘montagna degli italiani’, parte da Milano il progetto del Cai con EvK2Cnr tutto al femminile: “Un’occasione di riscatto: così dimostriamo la libertà e la forza delle donne agli occhi dell'opinione pubblica”

di CAMILLA PRATO -
15 marzo 2024
Presentazione della spedizione femminile italiana e pakistan K2

Presentazione della spedizione femminile italiana e pakistan K2

Nove donne verso la vetta del K2. Non sono le cholitas escaladores di cui vi avevamo raccontato in occasione della Giornata internazionale dell’8 marzo, ma le protagoniste dell’impresa tutta al femminile promossa dal Club alpino italiano, col patrocinio dei ministeri del Turismo e degli Esteri, per celebrare il 70esimo anniversario della spedizione del 1954, guidata da Ardito Desio, che prima al mondo raggiunse la vetta del gigante del Karakorum. Settant'anni dopo otto atlete (4 pakistane e 4 italiane) e una dottoressa italiana il 15 giugno partiranno con destinazione Pakistan per la seconda vetta più alta della Terra. 

L’impresa femminile verso la vetta del K2

L'iniziativa è stata presentata a Milano giovedì 14 marzo, con la squadra al completo: c’era la giovanissima della spedizione (appena 19 anni), le veterane degli Ottomila e chi affronterà quella misura per la prima volta. Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim, e il medico Lorenza Pratali erano tutte presenti al lancio del progetto, organizzato dal Cai con EvK2Cnr, che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota. A coordinare le alpiniste e a studiare gli effetti delle altezze estreme sul corpo femminile sarà infatti Agostino Da Polenza, presidente dell’associazione.

Le alpiniste pakistane
Le alpiniste pakistane

L’arrivo al campo base di quella che è considerata “la montagna degli italiani” è previsto per il 29 giugno dove cominceranno le attività alpinistiche e l'acclimatamento, per poi tentare la vetta nella seconda metà di luglio, seguendo le orme di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, in un progetto che non è solo sportivo, ma molto di più. Il progetto K2-70 partirà con delle giornate di training sul Monte Bianco (15-18 marzo). A seguire, le giornate all'Eurac Research di Bolzano (20-24 marzo). Lungo lo Sperone Abruzzi, seguendo la via aperta dalla spedizione guidata da Ardito Desio, la salita atlete sarà anche “un'opportunità di formazione, ricerca e promozione di valori culturali e sociali”.

Le alpiniste 

Nel 2005 Piolini, ad esempio, ha affrontato il suo primo 8000 metri senza ossigeno, ma quando ha deciso di guidare il gatto delle nevi è dovuta andare a farlo in Argentina, perché in Italia nessuno si fidava di una donna. “Chissà, magari da adesso le cose cambieranno” si augura ora. “Sono molto emozionata, è decisamente un bel traguardo e un grande onore per me – ammette Mingolla, arrampicatrice classe 1994 – la prima volta su un 8.000 mi lascia in questo momento molte incognite, che mi portano anche ad allenarmi tantissimo perché non so cosa mi aspetta. Ma sono sicura che andrà bene”. Le fa eco la compagna di viaggio Silvia Loreggian: “Sicuramente ci saranno tante cose nuove per tante di noi, perché ad ogni esperienza che vivi in montagna, per quanto la puoi immaginare e aspettare, ci sono sempre tante incognite”. Ma promette: “Abbiamo ancora due mesi e mezzo e continueremo ad allenarci per arrivare al massimo”. 

La squadra italiana di alpiniste
La squadra italiana di alpiniste

Tra le più esperte della spedizione c'è Anna Torretta, carica “come una moka di buon caffè”. “Fare una spedizione al femminile è un valore aggiunto molto importante – spiega –. Ho sempre promosso l'alpinismo al femminile, da quando sono diventata guida alpina ho fondato la prima scuola di alpinismo femminile in Europa nel 2001”. Perché? “In un gruppo di sole donne si riescono a fare delle cose molto più importanti delle cose che fisicamente, magari avrebbero dei limiti mentali se fatte in un gruppo misto”. È molto più che un'esperta invece Samina Baig, la prima donna pakistana a scalare l'Everest, già sul K2 nel 2020, le Seven Summits completate a 24 anni; a lei spetterà il compito di ispirare le più giovani colleghe, a partire dalla 19enne Amina Bano, che ha faticato non poco a convincere la famiglia a lasciarla entrare nel Dream Team K2-70. “In Italia con gli anni siamo riuscite a farci conoscere come alpiniste, loro – chiosa Cristina Piolini – hanno più difficoltà dal punto di vista culturale, ma tutte scontiamo il pregiudizio maschile”. 

Libertà e ricerca 

Come ha sottolineato anche la ministra al Turismo Daniela Santanché, l’iniziativa darà “un esempio di libertà alle donne pakistane: questa spedizione diventerà un simbolo di quanto sia importante liberare la donna”. Esulta il presidente del Cai, Antonio Montani, che ha presentato l'iniziativa insieme alla squadra. “È una grande soddisfazione. È un'occasione di celebrazione dei settant'anni della spedizione di Desio, anche di fare qualcosa di nuovo: la prima spedizione tutta femminile a questa montagna che rimane una delle montagne più difficili al mondo”. L'idea è arrivare in vetta prima dell'inizio delle Olimpiadi, per poter piantare in cima non solo il tricolore ma anche i cinque cerchi. Il progetto K2-70 sarà anche protagonista di un documentario, “Sulle orme del K2”, che Rai Due proporrà in prima serata.

Presentazione della spedizione femminile italiana e pakistan K2
Presentazione della spedizione femminile italiana e pakistan K2

Sul fronte della ricerca, infine, la spedizione contribuirà al progetto internazionale Ice Memory, organizzato dall'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle Ricerche e dall'Università Cà Foscari Venezia, assieme a EvK2Cnr, con il contributo del CAI e il patrocinio del Ministero dell'Università e della Ricerca. Sul fronte della cooperazione Italia-Pakistan, contribuirà invece al progetto del Cristina Castagna Center, una struttura realizzata da Montagna e Solidarietà Aps e con il contributo del Club Alpino Italiano, per avvicinare la popolazione locale, a partire da quella femminile, alle attività professionali legate all'alpinismo.