Procreazione assistita, Baldini: “Piccole, ma importanti aperture”. Non mancano, però, le contraddizioni

Una donna separata o vedova può chiedere l’impianto dell’embrione e diventare madre senza partner, ma una donna single non può accedere alla pma. Poi: i costi del congelamento a tempo indeterminato dell’embrione sono a carico dei pazienti. Il giurista al tavolo ministeriale: “Su questo c’è un dialogo aperto sull’adozione”

di TERESA SCARCELLA
10 maggio 2024
Migration

Sono state pubblicate oggi le nuove linee guida in tema di procreazione medicalmente assistita (pma), come aggiornamento di quelle del 2015. "Dopo 9 anni, finalmente” è il commento a caldo di Gianni Baldini, avvocato e direttore Fondazione PMA Italia e consulente del ministero della Salute, che ha preso parte al tavolo ministeriale in qualità di giurista. 

Ma quali sono le novità principali? Fra tutte una ha già creato dibattito, ovvero “il diritto della donna separata di accedere alla PMA utilizzando gli embrioni congelati soprannumerari per avere un figlio, anche contro la volontà dell'ex marito, che sarà costretto ad assumere tutti gli obblighi morali ed economici verso il nato. Idem per i diritti della vedova in caso di morte del marito” spiega Baldini.

Approfondisci:

Procreazione assistita, la donna potrà chiedere l’impianto dell’embrione in caso di morte del partner o separazione

Procreazione assistita, la donna potrà chiedere l’impianto dell’embrione in caso di morte del partner o separazione

Una decisione, figlia di una sentenza della Corte Costituzionale, che anche se può sembrare un grande passo avanti in termini di diritti della donna, in realtà porta con sé una grande contraddizione tipicamente italiana. Una donna separata o vedova può portare a termine la pma, quindi diventare a tutti gli effetti una madre single, ma una donna single già in partenza, che ha il desiderio di diventare madre, non può accedere alla pma. 

“C’è una ragione – spiega l’avvocato – nel primo caso l’embrione già c’è, nel secondo no. E un embrione che già esiste non può essere smaltito e verrà congelato a vita”.

E’ il diritto alla vita dell’embrione, quindi, quello che viene ancora una volta tutelato. 

Avvocato Gianni Baldini
Avvocato Gianni Baldini

Gli aspetti innovativi

"Nel complesso, tenuto conto della cornice non favorevole, le nuove linee guida vanno accolte con favore – continua il giurista – perché contengono significative e piccole aperture. Si evince da tre cose. Un adeguamento alle nuove tecniche biomediche di protocolli e procedure, quindi alle evoluzioni scientifiche che sono avvenute nel frattempo. Il secondo è l’ampliamento delle diagnosi pre impianto (amniocentesi sull'embrione) oltre alle patologie genetiche anche ai casi di aneuploidie (anomalie cromosomiche), in funzione di prevenzione del possibile successivo aborto del feto malato. Il terzo punto è che dopo anni di confusione si chiarisce a chi competono i costi del congelamento degli embrioni da usare nei trattamenti di PMA, che non possono essere smaltiti, ricordiamolo. Dopo il primo anno i costi di custodia saranno a carico dei pazienti e non più dei centri”. 

Il che vuol dire che se uno dei due partner cambia idea o la stessa donna di cui sopra, separata o vedova, non vuole più portare avanti la pma e quindi la gravidanza, sarà costretta a pagare il congelamento degli embrioni a vita?

"Esatto – conclude Baldini – E questo è uno dei motivi per cui si sta parlando di adozione degli embrioni. Un dialogo che la dottoressa Maria Rosaria Campitiello, coordinatrice del tavolo ministeriale, intende portare avanti”.