Lo psicologo scende in strada a Parigi. “Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del metrò”. Per Marylin Monroe la ricchezza aveva comunque qualche chance in più (molte, in realtà) per rendere più facilmente sopportabili le disgrazie della vita. Sappiamo poi come è andata a finire. Sta di fatto che intorno al tema dei soldi e della tranquillità psicologica, se non appunto della felicità, si è scritto e detto tantissimo, senza arrivare ad una soluzione definitiva. Una cosa però va detta;
se sei in difficoltà e non hai soldi, avere un supporto psicologico può diventare un’impresa proibitiva. Per questo a
Parigi una decina tra psicologi, psicoterapeuti e coach, una volta al mese vanno nelle strade del quartiere popolare di Goutte d’Or per ascoltare coloro che non possono permettersi di pagare un consulto.
Psicologo per tutti
Niente divani iconici, niente luci soffuse e pareti neutre, niente moquette o parquet. Il set degli “ascoltatori di strada” è molto più scarno: due sedie, una di fronte all'altra, e uno striscione
(“Da quanto tempo è che nessuno ti ascolta?“) che identifica gli psicologi e gli psicoterapeuti volontari che scendono in strada per ascoltare,
gratuitamente, le persone che hanno bisogno di confidarsi e rendere la salute mentale accessibile L’idea è quella di rendere la salute mentale quanto più accessibile possibile. La rete di
écouteurs de rue è nata nel 2019 perché
“ci sono persone che non possono pagarsi un percorso di terapia e che, nella maggior parte dei casi, non oserebbero neanche farla” spiega Séverine Bourguignon, psicoterapeuta fondatrice dell’associazione. In un anno hanno accolto circa 150 persone e, partendo dalla Capitale, l’ambizione è quella di diffondere l’esperienza nelle province di tutta la Francia, a cominciare da Rennes e Nantes.
Salute mentale e disagio economico
Del resto la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che i disturbi mentali sono in media due volte
più frequenti tra i poveri rispetto ai ricchi, e tra le persone con i livelli di educazione più bassa o disoccupate si rileva il tasso di malattia più alto.
Nelle fasce meno agiate la depressione è da 1,5 a 2 volte più frequente, il rischio di sviluppare schizofrenia è 8 volte maggiore. Secondo
l’Istat dal 2005 al 2013, anni in cui la crisi economica è stata più pronunciata, l’incidenza di problemi di salute mentale è aumentata del 2,3%. Sappiamo anche che solamente il 24,8% dei soggetti trattati per disturbi psichiatrici in Italia nel 2015 ha un’occupazione lavorativa, mentre il 32,7% dei soggetti è in possesso di una scolarità medio bassa, il 16,8% ha una scolarità medio alta e solo il 3,8% è in possesso del titolo di laurea. Pertanto, mentre riusciamo a capire se è più felice un povero o un ricco, sarebbe forse bene seguire l’esempio dei volontari francesi per aiutare chi felice proprio non si sente e non ha nemmeno i soldi per trovare un supporto professionale