Sharon Stone ricrea 32 anni dopo la famosa scena seduta con le gambe incrociate di “Basic Instinct”. Uno scatto che sfida il tempo e non perde di efficacia anche a decenni di distanza.
Provocante, sexy, bellissima, la 66enne nel post a corredo dello scatto, scrive: “Basically… Yours” (Praticamente... tua), richiamando il titolo del film. Sharon Stone si sente nostalgica, ma non ha paura degli anni che passano, anzi si mostra (quasi) senza veli, con solo l’intimo e la bellezza matura addosso. Una collana di perle, sandali dai tacchi vertiginosi, ma gli accessori più belli che l’attrice indossa sono i segni dell’età e lo sguardo, seducente, con cui guarda l’obiettivo di “the paris libby” che ha curato la fotografia e il look.
Il post su Instagram è del 12 luglio. Stone, seduta su una poltrona di pelliccia con ricami dorati, in biancheria intima di pizzo rosso, ha ricreato la sua posa a gambe incrociate dal thriller erotico “Basic Instinct” del 1992, nell'iconica scena della stanza degli interrogatori del film in cui il suo personaggio, Catherine Tramell, siede in un corto abito bianco (che l'attrice ha conservato dopo la fine delle riprese) mentre un gruppo di agenti di polizia la interroga sull'omicidio della rockstar in pensione Johnny Boz. A un certo punto, l'attrice apre le gambe e lancia uno sguardo ammiccante ai detective, lo stesso con cui oggi guarda il pubblico di fan sui social.
Non è la prima volta che Sharon Stone ricrea la scena. Nel novembre 2019, mentre accettava il premio Donna dell'anno di GQ, ha chiesto a Billy Porter di portare una sedia sul palco per lei. Indossando un miniabito nero scintillante e i tacchi, si è messa nella nota posa e ha poi incoraggiato il pubblico a unirsi a lei. A quel punto, sarcastica, ha chiesto alla folla: “Vi sentite autorizzati?”. Il riferimento è ovviamente alla violenza di genere, al fatto che sono ancora sempre le vittime ad essere accusate di aver ‘provocato’ l’aggressore, lo stupratore, con i loro gesti, per come sono vestite, per un semplice sguardo interpretato in modo sbagliato.
Nella sua autobiografia 2021, “The Beauty of Living Twice”, l’attrice ha scritto di essere stata costretta a non indossare l’intimo per girare la scena nel film, perché la sua biancheria bianca rifletteva la luce. Il regista, Paul Verhoeven, ha negato questa affermazione, ma quando lo scorso novembre Stone ha ricordato coi giornalisti la produzione di tre decenni fa ha definito il processo “spaventoso” ma gratificante.
“Mi sono dovuta confrontare con me stessa, e questo è un viaggio che fa paura – raccontò all'epoca –. Ma una volta che l'hai fatto, te ne vai con un’enorme quantità di fiducia perché hai dovuto guardare interamente in te, a parti di te che non avresti mai voluto scavare in profondità e guardare, parti spaventose, parti oscure, parti preoccupanti. E una volta fatto – concludeva Sharon Stone – si acquista una certa sicurezza perché ci si è davvero guardate nello specchio oscuro”.