“La Toscana delle Donne non è un evento fine a se stesso ma un progetto su cui non cala mai il sipario. Almeno fin quando la parità di genere non sarà davvero realizzata”. Così Cristina Manetti presenta la terza edizione della manifestazione – dal titolo ‘Il Viaggio’ - promossa dalla Regione Toscana e da lei ideata, che fino al 26 novembre offrirà dieci giorni di eventi gratuiti, oltre 50, con nomi importanti dal mondo della cultura, dello spettacolo, del sociale e dello sport che si incontrano per dare il proprio contributo, confrontarsi e condividere temi dedicati ai diritti e alla crescita della parità di genere, alla lotta all’odio e alle discriminazioni.
Qual è oggi il ruolo della donna nella nostra società? E in Toscana?
“Non è più l’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, le donne sono entrate da protagoniste in molte professioni, hanno più voce in capitolo. Ma se strada è stata fatta, tantissima ne resta da percorrere. Anche a prescindere dalle violenze, che comunque nascono da una cultura - o da una non cultura - dove manca il senso del rispetto e della dignità. Le cifre sono ancora eloquenti anche per quanto riguarda il lavoro e, più in genere, il ruolo pubblico della donna. In Toscana possiamo vantare una scelta di campo convinta: il governatore Eugenio Giani ha deciso di orientare le varie politiche sull’obiettivo di parità di genere”.
Lei è una giornalista, ora capo di gabinetto della Regione Toscana: come si coniuga la vita professionale in un ruolo importante con quella di donna, di mamma, di moglie?
“Non è mai facile coniugare lavoro e famiglia. C’è sicuramente una questione culturale, segnata da ruoli tradizionalmente assegnati e che dovrebbero essere diversamente ripartiti. Ma è anche una questione di possibilità sul lavoro e di welfare. Per quanto mi riguarda posso dirmi fortunata: non è facile conciliare tutto ma sia l’ambiente lavorativo sia quello familiare mi sostengono”.
In ambito lavorativo e non solo, il patriarcato quanto è ancora presente? Quali sono le politiche della Regione per contrastarlo? E per sostenere le mamme lavoratrici?
“Sì, purtroppo esiste ancora e si insinua anche in ambienti insospettabili, magari molto evoluti su altri terreni. Il nostro impegno è fatto di azioni concrete, di ampio respiro e che rispondono anche a esigenze diverse. Va in questa direzione, per esempio, il bando sui nidi gratis. Poi c’è l’aspetto della battaglia culturale, perché davvero le donne ottengano il giusto riconoscimento, competenze, meriti, talenti. E questa deve essere una battaglia bipartisan”.
Non si attenua la lunga scia di sangue e violenze verso le donne: quali le azioni messe in campo dalla Toscana?
“Nell’ambito della ’Toscana delle Donne’ presenteremo il sedicesimo rapporto sulla violenza di genere. E il quadro non è quello sperato: femminicidi e violenze ci son anche nella nostra regione. Quello che ci deve confortare è il fatto che negli anni abbiamo saputo attivare progetti all’avanguardia come Codice Rosa e soprattutto costruire un importante rete antiviolenza con 25 centri antiviolenza, 102 punti di accesso totali e 28 case rifugio. E il dato delle donne che si presentano per chiedere aiuto - nel 2023 ben 4.540 - da un lato è un numero inquietante ma dall’altro dimostra che le donne non sono lasciate sole e possono scommettere su questo, con fiducia e coraggio”.
La Toscana è la prima Regione ad adottare la carta etica dello sport al femminile: di cosa si tratta?
“È una carta promossa dall’Associazione Nazionale Atlete che rappresenta un punto particolarmente avanzato, a livello internazionale, nella crescita di consapevolezza e nella promozione di azioni positive in un ambito che per noi è di assoluta importanza, con la convinzione che lo sport deve essere per tutti e per tutte e che aldilà degli aspetti agonistici diffonde salute e benessere”.
Nel ricco programma della manifestazione c’è ‘Pedale Rosso’: di cosa si tratta?
“Intendiamo invadere Firenze in bici ma anche a piedi. Sarà una festa in movimento e un modo per coinvolgere Firenze, le sue strade, le sue piazze, nella grande battaglia per i diritti delle donne. Nata da un’idea di Marinella Bargilli, l’iniziativa ha il supporto del campione del mondo e olimpionico Paolo Bettini che sarà presente. Con lui ci saranno le sorelle Yulduz e Fariba Hashimi, le due atlete costrette a fuggire dall’ Afghanistan dei talebani per ritrovare la libertà di pedalare, fino ad arrivare a sfilare sotto la bandiera del loro paese alle ultime Olimpiadi. Un traguardo reso possibile dall’impegno di Alessandra Cappellotto e della sua associazione Road to Equality; e insieme una straordinaria storia di libertà e dignità conquistata sui pedali. Anche per loro ci ritroveremo il 17 novembre alle Cascine, con partenza da piazzale del Re”.