Tricolore, oggi il 227° anniversario: la bandiera italiana simbolo di unità e coesione

Che sia la vittoria ai Mondiali di Calcio, che sia modo per rivendicare il 'made in Italy' nel mondo, il vessillo è riconosciuto davvero da tutte e tutti

di CATERINA CECCUTI -
7 gennaio 2024
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Oggi, 7 gennaio 2024, ricorre il 227° anniversario della nostra bandiera nazionale. Un’occasione di riflessione per tutti quanti sui valori e sulle tradizioni che fanno del nostro popolo il popolo italiano. Ma anche, indubbiamente, un’occasione per ripassare e approfondire un po’ di quella storia che con molta fatica e non senza spargimento di sangue ci ha portato ad essere quello che siamo: un Paese unito. Siamo davvero un popolo unito, dal nord al sud dello Stivale?
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La bandiera verde, bianca e rossa sventola sul Quirinale

L'Italia unita sotto il Tricolore: realtà o aspirazione?

Indubbiamente polemiche e antiche rivalità che hanno accompagnato la genesi e lo sviluppo di molte delle nostre città di punta non sono estinte; d’altra parte fino al 1861 l’Italia era divisa in diversi Stati indipendenti tra loro. Ma il sentire comune fa capolino appena può, manifestandosi per esempio ogni qual volta si parli di democrazia e di diritti dell’uomo – sui diritti della donna c’è ancora molto da lavorare, soprattutto (come abbiamo visto nelle ultime settimane) per quanto riguarda la tutela della sua incolumità, anche domestica, in una società che è ancora fortemente patriarcale. Ci sentiamo italiani quando la nostra nazionale di calcio vince la Coppa del mondo, o quando il nostro Tricolore viene agitato con vigore dal podio delle Olimpiadi. Tutta l’Italia scende in piazza a festeggiare. Ci abbracciamo, ci sentiamo fratelli, saliamo in macchina e sclacsoniamo agitando bandierine bianco, rosso e verde fuori dal finestrino.
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Una bandiera italiana gigante celebra la vittoria della nazionale azzurra in occasione degli Europei di calcio 2020 (Figc)

Perché? È il momento in cui sentiamo che la nostra comunità, quella di cui facciamo parte, ha affermato il proprio talento. Milano non è più contro Roma, Firenze contro Pisa ecc. La bandiera ci identifica come unità. Anche in un mondo che cambia di vocazione, perché oggi dobbiamo e vogliamo parlare di internazionalità, non solo in Europa ma nel mondo. E a quei nostalgici che cercano nel sovranismo dei singoli Stati un elemento di coesione per il proprio popolo, bisogna rispondere che sono altri i valori nazionali cui ispirarsi: oggi si ragiona in termini di globalizzazione. Quel che deve accomunarci - come italiani, europei e cittadini del mondo - è caso mai il rispetto per una Costituzione che tutela e garantisce i nostri diritti e la nostra identità.

Mattarella: "Tricolore simbolo di coesione e identità"

"Radicandosi nelle tappe della storia d'Italia, è giunto sino ad oggi, simbolo della Patria". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'anniversario del Tricolore.
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra l'anniversario della bandiera italiana

"La Costituzione afferma con l'articolo 12, il Tricolore come Bandiera della Repubblica, emblema del nostro Paese - prosegue il presidente -. In essa si identificano quei sentimenti di coesione e identità nazionale e quegli ideali di libertà, democrazia, giustizia sociale e rispetto dei diritti dell'uomo che sono le fondamenta della nostra comunità e animano la coscienza civile nelle sue varie espressioni. Del Tricolore, patrimonio di storia e cultura, andiamo, giustamente orgogliosi. In esso si riconoscono le concittadine e i concittadini stimolati nell'impegno di rendere vivi i valori della Costituzione. Viva il Tricolore, viva la Repubblica".

Un po’ di storia del Tricolore

Partiamo dall’inizio, ossia da quelle due o tre nozioni base che bene o male tutti quanti ricordiamo o di cui abbiamo sentito almeno parlare sui banchi di scuola.
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Il primo Tricolore aveva le bande verde, bianca e rossa disposte orizzontalmente

Come è noto il 7 gennaio del 1797 la Repubblica Cispadana fu il primo Stato che adottò la bandiera tricolore, sia pure con i tre colori disposti in modo orizzontale piuttosto che verticale, come invece sono adesso. Già nell’ottobre del 1796, autorizzato dal Direttorio, Napoleone Bonaparte aveva consegnato la bandiera alla Legione Lombarda, formata dai volontari de “L’Armée d’Italie”, arruolati per combattere contro l’Austria. Si trattava di una bandiera militare, dunque, con i tre colori verde, bianco e rosso che partivano dall’asta, disponendosi a bande verticali. Una prima curiosità, forse ancora abbastanza nota, riguarda il fatto che Napoleone, nella scelta dei colori, si era probabilmente rifatto alle coccarde dei giovani patrioti Luigi Zamboni e Giambattista De Rolandis. Questi avevano sacrificato la propria vita nel tentativo rivoluzionario di erigere a Bologna gli “alberi della libertà” (durante la Rivoluzione Francese si diffuse la pratica di piantumare alberi nelle piazze dei Comuni in cui venivano sostenute le idee riportate nella Carta dei diritti dell’uomo e del cittadino). Era il 1794. I giovani patrioti, sul modello della bandiera francese cui si rifacevano per i principi politici ispiratori, avevano scelto accanto ai colori bianco e rosso di Bologna, di Asti e di tanti altri Comuni italiani, il verde (che sostituiva l’azzurro francese), e non lo avevano fatto per mantenere una tonalità simile a quella utilizzata dal tricolore di Francia.
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I colori bianco e rosso richiamano quelli simbolo di molti Comuni italiani, il verde farebbe invece riferimento all'albero d'ulivo

Si trattava infatti del colore della foglia dell’ulivo, pianta tipica della nostra terra nonché simbolo della speranza nella libertà. Ecco dunque una curiosità forse meno nota al grande pubblico: è proprio il verde ulivo la vera tonalità di verde alle origini della bandiera italiana. Sembrerebbe invece essere casuale il riferimento ai “tre colori” riportato in alcuni versi del Paradiso della Commedia di Dante Alighieri. Così come privi di fondamento sono i presunti richiami alla Massoneria o addirittura all’ecologia (ai tempi la problematica della tutela ambientale come la intendiamo oggi non esisteva ancora e, caso mai, si parlava di “natura”). Più plausibile, invece, l’ipotesi che nella scelta abbia contribuito la memoria storica: il bianco e il rosso erano stati anche i colori della Lega Lombarda, e verde era stato il colore della veste indossata dagli uomini della guardia cittadina milanese fin dal 1782.