“L’atletica è il mio presente e il mio futuro”: la carica di Francesco Imperio

È il più giovane nel gruppo fly2paris e nella nazionale azzurra di atletica paralimpica. A Parigi andrà da spettatore, ma con determinazione e passione insegue il sogno a cinque cerchi

di MARIANNA GRAZI -
15 luglio 2024
Francesco Imperio (Ph. Augusto Bizzi)

Francesco Imperio (Ph. Augusto Bizzi)

La freschezza della giovane età incontra ambizioni “da grande”, supportate e legittimate da talento e grinta da vendere. Il profilo di Francesco Imperio, nato a Cosenza il 26 settembre 2008, è quello di un ragazzo che insegue il suo personale sogno sportivo sulla pista di atletica, dove da qualche anno ha trovato il suo habitat naturale.

La sua storia inizia con un ostacolo che arriva ad appena due giorni dalla nascita, quando subisce l’amputazione della gamba destra sotto il ginocchio a causa di briglie amniotiche. Molto presto, però, la voglia di avvicinarsi allo sport si fa prorompente e Francesco inizia a correre, senza più fermarsi. Prima dietro al pallone da calcio e poi, da adolescente, verso il traguardo dei 100 e dei 200 metri piani, che diventano le specialità della casa.

Determinazione e passione sono le componenti fondamentali che si uniscono al sostegno dei familiari, della sorella gemella Beatrice e, in seguito, dell’art4sport onlus. Proprio grazie all’associazione di Bebe Vio Grandis e dei genitori Ruggero e Teresa, e al progetto fly2paris, nonostante non sia riuscito a qualificarsi per Parigi 2024, Francesco potrà prendere parte alla spedizione parigina insieme a tutti i compagni del team e vivere per la prima volta di persona l’atmosfera della rassegna a cinque cerchi.

Da quanto tempo fa parte di art4sport? Com’è il rapporto tra voi compagni squadra?

“Sono entrato in art4sport diversi anni fa, di fatto si può dire che io sia cresciuto con loro. Il concetto di famiglia di cui parliamo sempre si esemplifica proprio nel tipo di legame che si è creato. Quando ero piccolo, osservavo e ammiravo i miei compagni più grandi e ora potermi allenare e competere con loro è un traguardo fantastico, oltre che un fattore che contribuisce ulteriormente a rendere unico il rapporto che abbiamo. Molti li conosco da tempo, per esempio Davide Obino, che è per me una figura chiave di riferimento, così come Bebe”.

Ti ricordi il tuo primo incontro con la realtà dell’Associazione?

“Incontrai Teresa (Grandis, ndr) a Budrio, c’era anche Bebe. Ero molto piccolo, non ricordo che età avessi, ma ho bene in mente il dialogo con loro sulla realtà dell’art4sport. Mi hanno aperto le porte di un mondo che non conoscevo e di una realtà che fino a quel momento neanche immaginavo”.

Imperio e gli altri ragazzi e ragazze di fly2paris (Ph. Augusto Bizzi)
Imperio e gli altri ragazzi e ragazze di fly2paris (Ph. Augusto Bizzi)

Che cosa vede un ragazzo, un atleta, che deve ancora compiere 16 anni in un appuntamento come i Giochi Paralimpici di Parigi 2024?

“Le Paralimpiadi sono l’evento al quale tutti noi atleti sogniamo di arrivare ed essere protagonisti. Credo che questa esperienza con i miei compagni sarà stupenda. Purtroppo quest’anno non sono riuscito a qualificarmi, ma sono contento di poter essere lo stesso a Parigi grazie ad art4sport e in ogni caso sto già puntando al prossimo appuntamento (Los Angeles 2028, ndr). Sono il più piccolo sia nel gruppo degli atleti di fly2paris che in Nazionale, per cui sin dal principio ero consapevole delle difficoltà derivanti dall’affrontare avversari più grandi e più forti. La mia giovane età non mi demotiva, cerco di dare comunque sempre il massimo per maturare un tipo di esperienza che nel lungo termine potrà darmi qualcosa in più”.

Dal tuo punto di vista di un giovane della nuova generazione dove bisogna lavorare per stimolare ancora la crescita dello sport paralimpico?

“La mia esperienza con le tematiche di inclusione applicate al contesto sportivo risale già ai tempi dell’infanzia, tutto questo ha sempre fatto parte della mia vita. La consapevolezza e l’interesse verso questo universo sono sicuramente cresciuti. Credo sia importante dare spazio ai messaggi, alle storie e agli atleti che fanno parte del movimento. Ci sono molti campioni paralimpici che, a mio avviso, meriterebbero più visibilità”.

Come valuta l’impatto degli eventi organizzati ogni anno da art4sport?

“Sono momenti in cui ci riuniamo con i compagni e le rispettive famiglie in tranquillità, senza pensieri. Gli eventi sono spettacolari, sia quelli che riguardano strettamente noi di art4sport che quelli nei palazzetti e negli stadi, come gli appuntamenti del movimento WEmbrace. La funzione è duplice: noi atleti abbiamo la possibilità di stare insieme e rinsaldare il nostro legame e le persone che arrivano ‘da fuori’ possono conoscere più da vicino la realtà del mondo paralimpico”.

Qualche anno fa aveva dichiarato che il tuo idolo era Paulo Dybala. Ora la risposta sarebbe sempre la stessa?

“Oggi, nel mondo dello sport, non mi ispiro a un atleta in particolare. Ho la fortuna di conoscerne tanti che hanno vinto medaglie, Olimpiadi, Mondiali, molti tra loro sono ottimi amici oltre che campioni. Dal canto mio, cerco di fare tesoro di tutto quello che riesco ad apprendere stando con loro, da tutti si può imparare qualcosa. Li ammiro, ma sono anche un punto di riferimento che tengo presente per ricordare a me stesso dove voglio arrivare”.

Francesco Imperio (Ph. Augusto Bizzi)
Francesco Imperio (Ph. Augusto Bizzi)

Quali sono le sue caratteristiche principali come atleta?

“Per la mia età credo di essere molto determinato, già ora posso dire che il mio scopo è far diventare lo sport il mio lavoro in futuro. L’atletica è sacrificio, è vivere allenamenti lunghi e faticosi, è sopportare gli infortuni. Ho momenti di debolezza, come ogni adolescente, ma ce la metto sempre tutta e so di poter contare sul sostegno della mia famiglia e dello staff che mi supporta. So di poter migliorare nella costanza degli allenamenti, anche io ogni tanto faccio le mie cavolate da ragazzo giovane (ride, ndr), ma non perdo di vista gli obiettivi e le responsabilità”.

Come e quando si è avvicinato all’atletica?

“Ho iniziato con il calcio, ci ho giocato per diverso tempo. Poi verso i 12 mi sono trovato di fronte a un bivio e ho cominciato a cercare un altro sport che potesse piacermi. Vedevo i miei compagni di art4sport che utilizzavano queste protesi che consideravo ‘strane’ e, allo stesso tempo, fantastiche. Così ho maturato il desiderio di provarle e l’Associazione mi ha fornito questa possibilità. Subito dopo aver messo la protesi per correre, mi sono sentito a mio agio e le persone intorno a me si sono accorte delle mie potenzialità”.

Cosa prova mentre corre in gara?

“Dentro quei pochi secondi, per me, c’è tantissima passione. In quel breve lasso di tempo mi sento ripagato di tutti i sacrifici fatti. Do il massimo perché so che quello è il momento decisivo e mi sento contento, felice”.

C’è un risultato che ha ottenuto finora in carriera che ricorda con più piacere?

“Sicuramente i Giochi Europei Paralimpici Giovanili che ho disputato in Finlandia, nel 2022. Avevo solo 13 anni, ma ho avuto l’opportunità di partecipare e sono partito per vivere un’esperienza in tranquillità, senza pressioni, con il fine di imparare il più possibile, sapendo che mi sarei confrontato con ragazzi più grandi. Alla fine, però, sono riuscito a conquistare l’oro nei 100 metri piani nella categoria Under 17 T64 (amputazione transtibiale, ndr). È stato tutto un po’ inaspettato e si è trattato della prima medaglia importante vinta, per cui è un momento che mi è rimasto nel cuore”.

Francesco Imperio (Instagram)
Francesco Imperio (Instagram)

Qual è il suo prossimo obiettivo?

“Al primo posto c’è sempre la qualificazione a una Paralimpiade. Voglio continuare in questa direzione e godermi tutti gli step della mia crescita, iniziare a competere in gare sempre più importanti, essere competitivo e ottenere risultati. Poi ci sono i Mondiali, gli Europei, appuntamenti ai quali desidero esserci e competere ai massimi livelli”.

Al di fuori dello sport, ha altre passioni che vive allo stesso modo?

“Al momento no, lo sport è un settore nel quale vedo e desidero vivere il mio futuro. A livello scolastico sto frequentando l’Istituto Tecnico Informatico, considero lo studio una componente comunque importante che può dare anche maggiori possibilità in prospettiva”.

Sappiamo che ha un rapporto speciale con sua sorella gemella, Beatrice. Che cosa significa per lei la sua famiglia?

“Significa tutto, è la parte fondamentale di tutto ciò che sono e faccio. Quando ho subito l’amputazione, i miei familiari si sono subito mobilitati per garantirmi le migliori opportunità. Il loro sostegno non manca mai, mi seguono con attenzione e mi permettono di gestire meglio i miei impegni sportivi e scolastici. Condividono con me momenti belli e brutti, sanno sempre come prendermi e come aiutarmi quando c’è qualche problema”.

Come si vede Francesco tra 10 anni?

“Mi immagino cresciuto sia dal punto di vista sportivo che umano. Mi piacerebbe essere in un momento della mia vita in cui sono più vicino e pronto al raggiungimento dei miei obiettivi personali, magari una medaglia importante in una Paralimpiade”.