Niente educazione sessuale a scuola, gli studenti: “Scelta imbarazzante”

Il colpo di coda del governo ha stupito amaramente la popolazione studentesca: “Si perde di vista l’obiettivo principale della scuola pubblica”

di Redazione Luce!
9 gennaio 2025
La rete degli studenti contro i tagli all'educazione sessuale (foto di repertorio)

La rete degli studenti contro i tagli all'educazione sessuale (foto di repertorio)

Un passo indietro enorme, quello sull’educazione sessuale nelle scuole. Che all’improvviso si è trasformata in una formazione sull’infertilità, quindi nell’ennesimo tentativo ansioso di dirottare il calo delle nascite. Per la serie: non importa come vi approcciate al sesso, all’affettività, l’importante che un giorno voi facciate figli per salvarci da questo rigido inverno demografico.

Un passo indietro da gigante, dicevamo, che per ovvi motivi non è piaciuto ai diretti interessati: gli studenti. “Durante un question time il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha dichiarato che il mezzo milione precedentemente investito in legge di bilancio per introdurre percorsi di educazione sessuale nelle scuole, sarà impiegato per per formare gli insegnanti riguardo alle tematiche della fertilità e della natalità. Siamo imbarazzati dalle decisioni che sta prendendo questo governo sulla pelle di studentesse e studenti – dice Camilla Velotta, della Rete degli Studenti Medi – Questo fanatismo della destra contro la presunta teoria gender nelle scuole è ridicolo, ignora una realtà evidente e cruda del nostro Paese, fatta di violenza di genere e di sessismo, che spesso si manifesta già in età adolescenziale, anche all'interno degli spazi scolastici. Serve ripartire da un'educazione alla sessualità consapevole, che educhi al consenso e al rispetto. Non si incentiva alla natalità parlandone a scuola, ma costruendo delle garanzie stabili e reali per le nuove generazioni, che ci permettano di poter immaginare un futuro qui”.

"Per l'ennesima volta la destra perde di vista l'obiettivo principale che dovrebbe avere la scuola pubblica – dice Paolo Notarnicola, coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi – e cioè quello di formare al meglio nuove generazioni di cittadine e cittadini. Bisogna farlo ripartendo dall'abbattimento di quella cultura interiorizzata di machismo e patriarcato, che nonostante al ministro Valditara piaccia credere inesistente, è radicata ovunque nella nostra società e va sradicata proprio a partire dalle scuole. Chiediamo da anni che vengano incentivati i percorsi di educazione alla sessualità, all'affettività e al consenso, ma questo governo pare non aver nessuna voglia di ascoltare chi vive davvero la scuola ogni giorno”.