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Elezioni presidente della Repubblica, Partito Gay contro il candidato del centrosinistra: "Riccardi contrario ai matrimoni LGBT+"

di REMY MORANDI -
23 gennaio 2022
Andrea Riccardi

Andrea Riccardi

Il centrosinistra e gli alleati del Movimento 5 Stelle sembrano aver trovato nel nome di Andrea Riccardi un candidato per il Quirinale. Ma già c'è chi frena l'entusiasmo nei suoi confronti: il Partito Gay – LGBT+. “Abbiamo appreso da fonti stampa che Andrea Riccardi sia tra le proposte del Pd, M5s e Leu come candidato a presidente della Repubblica. Tale scelta ci lascia perplessi, in quanto proprio dopo che in questi giorni abbiamo lanciato il referendum sul Matrimonio Egualitario viene scelto un candidato che nel 2013 nel ruolo di presidente di Scelta Civica, ribadì la sua contrarietà al matrimonio LGBT+”. A riferirlo è Fabrizio Marrazzo del comitato ‘Sì Matrimonio Egualitario’ nonché portavoce del Partito Gay – LGBT+, che aggiunge: “Ci auguriamo che Riccardi chiarisca la sua posizione sui matrimoni LGBT+. Un candidato a capo di Stato deve essere super partes e rispettare la parità dei diritti”.

Andrea Riccardi, 72 anni, ha fondato la Comunità di Sant'Egidio nel 1968

In particolare, il portavoce del Partito Gay - LGBT+ si riferisce ad alcune dichiarazioni fatte da Andrea Riccardi nel 2013, in merito alla famiglia e alle unioni civili. In un’intervista di lunedì 18 febbraio 2013 rilasciata al quotidiano Avvenire, l’ex ministro per la cooperazione internazionale nel governo Monti e fondatore della Comunità di Sant’Egidio dichiarava che: con il termine “famiglia” ci riferiamo “all’unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio”. “La priorità per il nostro Paese è sostenere la famiglia […] ed è stato un grave errore politico degli ultimi anni quello di indebolire l’istituto familiare credendo così di rafforzare la visibilità di altri tipi di unioni. Si tratta di due cose differenti”. Così diceva Andrea Riccardi nel 2013.

Fabrizio Marrazzo, classe 1977, è portavoce del Partito Gay - LGBT+

E ancora: “Il matrimonio è un’istituzione tra un uomo e una donna. Il fatto che la Francia abbia preso un’altra strada – che ha diviso il Paese a metà – non implica la necessità di adeguarci”. Queste altre dichiarazioni che, secondo il portavoce del Partito Gay – LGBT +, avrebbe rilasciato lo stesso Andrea Riccardi. Per questi motivi Fabrizio Marrazzo dichiara con un post su Instagram: “Siamo basiti, ma ciò che ci fa sorridere ancora di più sono le acrobatiche frasi che politici, come Monica Cirinnà, utilizzano per decantare l’inclusività di tale partito che propone nelle loro ‘Agorà democratiche’ future e remote leggi sul Matrimonio Egualitario”.
 
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Andrea Riccardi, il Partito democratico: "Presidente ideale"

Il nome di Andrea Riccardi come possibile candidato del centrosinistra è trapelato proprio da fonti del Partito democratico. “Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale”, affermano fonti del Nazareno. Un sostegno, quello all’ex ministro nel governo Monti e fondatore della Comunità di Sant’Egidio che arriva anche dalle fila del M5s. “È una candidatura che ha le caratteristiche che abbiamo detto”, afferma il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Poi però, già nella serata di domenica, l'ipotesi Riccardi era già tramontata. Nessuna intesa definitiva all'interno della coalizione era stata trovata sul sostegno all'ex ministro.

Andrea Riccardi, chi è il candidato indicato dal centrosinistra

Andrea Riccardi, romano classe 1950, è uno storico che vanta una lunga carriera di professore universitario, avendo insegnato all’Università di Bari, alla Sapienza e a Roma Tre. Il nome di Riccardi è legato soprattutto alla Comunità di Sant’Egidio, di cui fu fondatore nel 1968, e che oggi è diffusa in circa settanta Paesi in tutto il mondo. Nel 2011, poi, Andrea Riccardi è entrato a far parte del governo di Mario Monti in qualità di ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione. In questo periodo di tempo Riccardi si occupò anche di servizio civile, adozioni e famiglia. E fu proprio in questo periodo, nel 2013, che il fondatore della Comunità di Sant’Egidio rilasciò quelle dichiarazioni contestate dal portavoce del Partito Gay – Lgbt+. La sua carica da ministro durò fino a pochi mesi dopo, precisamente fino al 28 aprile 2013, quando il governo Monti rassegnò le dimissioni.