Instagram e Threads limitano i contenuti politici: si scrive libertà, si legge censura

Sulle due piattaforme firmate Meta sarà possibile limitare i contenuti politici, quindi nascondere quelli di profili non seguiti. Il rischio? Ridurre a zero il confronto con le idee diverse dalle nostre e rimanere chiusi nelle proprie bolle. Addio spirito critico

di MARGHERITA AMRBOGETTI DAMIANI
13 febbraio 2024

Instagram e Threads - il social del momento che, da fenomeno entusiasmante, in tutta fretta pare essere già passato tra le fila delle cose di cui fare a meno senza troppa nostalgia - in queste ore ci mettono di fronte a un interrogativo niente affatto banale: a cosa serve la politica? La domanda è assai impegnativa, lo comprendiamo. Ma se due social di casa Meta si pongono il problema di come fare per non urtare la suscettibilità dei propri utenti e arrivano alla conclusione che una delle soluzioni è oscurare i contenuti politici, la faccenda è grave e merita molto più di una riflessione veloce e superficiale.

La stretta sui post politici

Prima di arrivare dritti allo spiegone socio-psicologico, concentriamoci sui fatti: Instagram Meta permetteranno agli utenti di mettersi al riparo da contenuti di natura politica generati da persone o realtà che non seguono espressamente. Ciò vuol dire che sponsorizzate e simili diavolerie messe a punto per raggiungere chicchessia sui social, da ora in poi, sulle due piattaforme saranno neutralizzati dallo scudo potentissimo della discrezionalità a priori.

Al primo sguardo, la faccenda potrebbe somigliare moltissimo a una scelta in piena libertà. L’equazione è la seguente: non mi interessa, non lo cerco, perché mai dovrei imbattermici? Un ragionamento che, in apparenza, non fa una piega ma che cela molto più di una bandierina piantata nel campo del libero arbitrio.

Nuove "politiche" per Instagram e Threads
Nuove "politiche" per Instagram e Threads

Il rischio di rimanere nella propria “bolla”

Così facendo, Instagram e Threads non faranno altro che permettere agli utenti-persone di restare blindati ciascuno nella propria bolla, senza essere neanche lontanamente sfiorati da un’idea diversa, un pensiero contrastante. Proviamo a fare un esempio pratico: una parte dell’attuale classe politica ritiene le migrazioni una piaga per l’Italia. Spuntando la casella “oscura pensieri diversi dal mio”, gli utenti-persone convinti da questa teoria non avranno modo di essere colpiti da altri pensieri.

Al contrario, saranno letteralmente invasi da messaggi che non faranno altro che accrescere la loro convinzione che la loro opinione sia quella giusta. Un meccanismo abbastanza pericoloso che trova un riverbero ancor più terrificante quando gli utenti-persone sono gli scettici, quelli che dalla politica vogliono starne lontani. In questo caso, nella loro bolla la politica non comparirà affatto, neanche per sbaglio. Un buon modo per farsi un’idea del tutto autonoma, una cattiva abitudine se interpretata come la chiara volontà di lasciare che la politica cammini in parallelo al Paese reale.

Non siamo capaci di scegliere da soli?

In un simile scenario, la capacità di pensiero pare essere stata mandata al macero. Pur comprendendo il fatto che, spesso, molti dei contenuti social possano apparire esageratamente invasivi, il raziocinio dovrebbe permettere di distinguere l’utile dall’inutile, il vero dal falso, il tendenzioso dal reale.

Il fatto che qualcuno pensi che il raziocinio abbia invece bisogno di un aiutino è tanto disarmante quanto spaesante e lascia spazio a una serie infinita di dubbi sul ruolo dei social media nelle nostre esistenze.

Unico aspetto positivo

A fare da contraltare a questa riflessione è da menzionare il fatto che i social sono stati in grado di influenzare l’andamento di intere campagne elettorali e che, forse, un intervento era necessario.

Intervenire a monte, ragionando sulle regole relative alle produzioni dei contenuti, sarebbe stato, però, un esercizio sicuramente più all’altezza di una società che ambisce a definirsi matura. La censura preventiva - giusto per restare sull’attualità, dati i recenti trascorsi in RAI a seguito delle esternazioni di pensiero di Ghali e Dargen D’Amico sul palco del Festival di Sanremo - a occhio non è mai la soluzione migliore.

L'opzione "limita i contenuti politici"
L'opzione "limita i contenuti politici"

Ignoranti ma felici

Un’ultima riflessione è tutta per l’apologia in cui Adam Mosseri, manager di Instagram, si è lanciato a mezzo blog. Nella sua opinione, i contenuti politici peggiorano l’umore delle persone e i social devono essere un luogo in cui trovare serenità. Opinione legittima, sia mai, ma un tantinello rischiosa.

Se è vero come, secondo Mosser, che la politica mette di cattivo umore le persone, è altrettanto vero che la soluzione non può essere prenderne le distanze. Cosa succederebbe se un simile atteggiamento uscisse dai social, se le persone iniziassero in massa a lasciare andare la politica? La risposta, questa volta, è semplicissima: ne conseguirebbe il rafforzamento nel mondo di un sistema di governo diametralmente opposto a quello democratico.

La questione è spinosa, complessa e comprimerla nello spazio di un articolo non è impresa semplice. Di sicuro, la linea già sottile tra cittadini e popolo sembra essersi ulteriormente assottigliata. Lasciare che qualcuno ci speculi potrebbe essere una cosa di cui pentirsi amaramente.