“La Lega non vuole i termini al femminile? Proposta anacronistica e discriminatoria”

A commentare il disegno di legge che vorrebbe abolire la declinazione al femminile di incarichi e ruoli istituzionali, è Aurora Floridia (Avs), linguista promotrice del linguaggio inclusivo

21 luglio 2024
PRESENTAZIONE LEGGE DI PRINCIPI FONDAMENTALI PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO E LA PIANIFICAZIONE

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“È con grande sdegno che apprendiamo dell'ultima proposta della Lega, che attraverso un disegno di legge a prima firma del senatore Potenti intende proibire l'uso del femminile negli atti pubblici. Termini come ‘sindaca’ e ‘rettrice’ verrebbero aboliti, e chi non si adeguasse sarebbe soggetto perfino a una multa fino a cinquemila euro”. Lo afferma la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia, linguista promotrice della lettera inviata al Presidente del Senato La Russa e firmata da 76 senatrici e senatori, in cui si rivendica la libertà e il diritto ad essere chiamate con il genere femminile.

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"Questa proposta rappresenta un grave passo indietro nella lunga e faticosa lotta per la parità di genere. Il linguaggio è un potente strumento di inclusione e riconoscimento delle identità – continua –  Cancellare il femminile significa negare visibilità e dignità alle donne che ricoprono ruoli di responsabilità e prestigio nella nostra società. L'introduzione di sanzioni economiche per chi usa termini femminili non solo è ridicola, ma anche profondamente offensiva. Invece di promuovere politiche che sostengano la parità e l'inclusione e proteggano concretamente le donne vittime di violenza di genere, si sceglie di imporre divieti che alimentano un clima di discriminazione e arretratezza culturale. L'uguaglianza di genere è un valore irrinunciabile, e il linguaggio ne è una componente essenziale. Inoltre, il femminile è parte sostanziale della grammatica italiana: usiamolo”.