Marina Berlusconi e il plauso di Amnesty e Arcigay: c’è una destra che si smarca dagli estremismi

Le parole della primogenita del Cav hanno aperto il dibattito su una possibile evoluzione della destra italiana, ma lasciano spazio a dubbi: sincera apertura o strategia politica? Nel dubbio, Meloni mette le mani avanti sui diritti

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
27 giugno 2024
MARINA BERLUSCONI SULLA UE, 'ALLARMA L'ONDATA DI ESTREMISMI'

MARINA BERLUSCONI SULLA UE, 'ALLARMA L'ONDATA DI ESTREMISMI'

L’avreste mai detto che in un normalissimo mercoledì di fine giugno saremmo inciampati nel tentativo - a occhio, ben piazzato - di smarcare un pezzo di destra da Vannacci e simili? Ebbene, è accaduto e a farlo succedere è stata lei, Marina Berlusconi, la figlia maggiore di Silvio Berlusconi. Classe 1966, Marina Berlusconi è presidente di Fininvest, la holding di famiglia che controlla molte delle attività imprenditoriali del gruppo Berlusconi, inclusi media, editoria e assicurazioni. Ricopre il medesimo ruolo nel Gruppo Arnoldo Mondadori Editore, una delle principali case editrici italiane.

Nel “giro” la considerano determinata e discreta, una di quelle persone che preferiscono lasciare che siano le azioni a parlare per lei. Questa volta, ha voluto farle precedere da più di qualche parola sul fronte della politica che non lascia spazio a dubbi: il centro-destra c’è e non ha alcuna intenzione di essere fagocitato dalla destra estremista di governo che, tra toni alti e campagne social accattivanti, è riuscita a tenere in mano le redini del gioco.

Nella sua ormai chiacchieratissima intervista al Corriere della Sera, l’imprenditrice ha dichiarato: “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti LGBTQIA+, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà”. Affermazioni che meloniani e salviniani di certo non avranno gradito e che hanno sortito il preciso effetto di spostare di qualche centimetro il - talvolta soporifero - dibattito politico del Paese ormai incardinato nello schema del botta e risposta tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico, con buona pace di chi già sventolava la bandiera del bipolarismo ormai consolidato.

L’imprenditrice ha messo al centro l’enorme tema della libertà e lo ha fatto spostando il fuoco dalla dialettica parlamentare, come - a suo modo di vedere - ha sempre fatto il padre. All’indomani di ballottaggi che hanno visto la sinistra incassare alcune importanti vittorie, B. Jr ha squarciato il velo sulla possibilità di ragionare su una destra diversa, più “buona e giusta”, alzandosi in piedi e dicendo “io ci sono”.

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Alla luce di ciò, le alternative interpretative sembrerebbero due: Marina Berlusconi sta lavorando per rafforzare la destra di governo, coprendola sul fronte dei diritti civili, oppure sta tirando la volata per tentare di sorpassare Giorgia Meloni che, seppur ancora forte del consenso elettorale, rischia di andare a sbattere contro gli attacchi di un’opposizione che dei diritti civili ne ha fatto una bandiera. Il punto vero, però, è un altro: la destra che ha raccontato Marina Berlusconi di quanti elettori è in grado di incontrare il consenso? Facendo un’analisi assai sommaria, rischierebbe di staccarsi nettamente dai conservatori amici di Meloni e Salvini, ma difficilmente riuscirebbe a incontrare il consenso di chi, fino a ieri, si è collocato a sinistra. Intende rivolgersi forse all’esercito degli astenuti? Probabile. Ma siamo così sicuri che siano proprio i diritti civili la leva giusta per spingerli a recarsi alle urne? Di sicuro, non parla agli elettori di sinistra convinti. Ottenere il loro consenso è per lei non solo impossibile, ma addirittura insperabile.

E allora passi che il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha accolto con favore le sue parole, considerandole di stimolo per la parte politica più restia a farle proprie, e che il segretario generale dell'Arcigay, Gabriele Piazzoni, ha aggiunto che le sue affermazioni restituiscono un senso e una completezza all’arco parlamentare, senza essere né contraddittorie né tantomeno un'invasione di campo dell'area progressista, ma appare assai difficile che questi popoli si possano davvero avvicinare a una destra ormai sotto scacco degli estremismi.

Stando alla larga da letture ingenue dei fatti che vorrebbero interpretare le parole di Marina Berlusconi come il frutto di un pensiero esclusivamente genuino e distaccato dalle dinamiche di palazzo, il tema vero è che, esattamente come in un labirinto di specchi, la politica italiana (e non solo) sembra annaspare in un mare di veline e contro-veline che non aggiungono nulla di positivo al Paese. Semmai, lo privano di qualcosa. Per uscirne, l’unica mossa della politica contemporanea sembra essere quella di fingere di alzare lo sguardo al di sopra di destra e sinistra, cercando di scrollarsi di dosso vecchie incrostazioni e ideologie. Una narrazione che potrebbe condurci verso un nuovo grande centro, una destra con equilibri rinnovati, un governo che non potrà sbianchettare nulla riguardo ai diritti civili, o, più semplicemente, verso il nulla.

Il fatto, però, che per ripulirsi la coscienza la destra debba guardare a sinistra significa moltissimo e spalanca le porte a una riflessione urgente in casa dell’attuale maggioranza di governo. Non a caso, la presidente Meloni nelle ultime ore si è prontamente adoperata a far sapere che i diritti, a oggi, non sono stati toccati. E ci mancherebbe altro, verrebbe da aggiungere. A questo punto, resta da capire se si tratterà dell’ennesima notizia della durata massima di un giorno o se alle parole di Marina Berlusconi seguiranno i fatti. Nel secondo caso, potremmo correre il rischio di avere a che fare con un centro-destra che, per risorgere dalle ceneri, dovrà mettere la freccia a sinistra, che piaccia o meno ai suoi sostenitori.

Gaber la commenterebbe così: “Tutti noi ce la prendiamo con la storia, ma io dico che la colpa è nostra. È evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra”.