Maternità surrogata, Roccella: “Forme di sfruttamento create da nuovo mercato dei corpi”

La ministra della Famiglia e della Natalità è intervenuta da Ginevra, al convegno “A che prezzo? Verso l'abolizione della maternità surrogata” ribadendo la volontà di vietare la pratica a livello internazionale

18 giugno 2024
La ministra per la Famiglia, la natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella

La ministra per la Famiglia, la natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella

Mancava da un po’, nel dibattito pubblico, il tema gestazione per altri. Ed ecco che, come per magia, ciclicamente si ritorna a parlarne. E non per fare passi avanti in materia, semmai il contrario, a scapito di migliaia di persone che vorrebbero formare una famiglia. Lo fa oggi la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità da Ginevra: “La tendenza a regolamentare la maternità surrogata mira a mitigarne gli effetti più negativi, ma apre la strada a una sostanziale accettazione di questa pratica perché non affronta tutte le implicazioni etiche e le nuove forme di sfruttamento create dal nuovo mercato dei corpi”.

Vietare la maternità surrogata in tutto il mondo

Eugenia Roccella è intervenuta al dibattito “A che prezzo? Verso l'abolizione della maternità surrogata: Prevenire lo sfruttamento e la mercificazione di donne e bambini”, organizzato a margine del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, riunito in sessione nella città svizzera. Nel suo intervento, la ministra ha sottolineato come esista “un vasto movimento internazionale, composto da persone e gruppi di diversa estrazione culturale e ideologica, che vorrebbe vietare la maternità surrogata in tutto il mondo”.

Commentando la pratica, Roccella spiega che secondo lei siamo di fronte a un “trasferimento di un neonato”, regolato contrattualmente. “Sono impressionata – ha aggiunto – dalla disparità di trattamento giuridico e di giudizio etico riguardo allo stesso evento: il trasferimento di un neonato dietro compenso. Se il contratto viene firmato dopo la nascita, viene considerato una vendita, cosa che in tutto il mondo viene stigmatizzata e considerata un reato. Se l'accordo avviene prima del concepimento si parla invece di ‘maternità surrogata’, pratica del tutto legale in molti Paesi”.

“Mercificazione delle donne e bambini”

L'evento a cui partecipava l’esponente del governo italiano è stato co-organizzato dalla Missione permanente della Santa Sede e dalla Fondazione Caritas in Veritate. Per gli organizzatori la maternità surrogata “viola innanzitutto la dignità inalienabile del bambino: il bambino è ridotto a una merce in vendita o a un oggetto di contratto”. In secondo luogo, sfrutta le donne mercificando i loro corpi e violando i loro diritti umani: i diversi quadri giuridici nazionali hanno portato a un drammatico aumento della maternità surrogata transnazionale, per cui secondo loro una risposta nazionale non è più sufficiente.

“C'è un urgente bisogno di una risposta internazionale alle violazioni dei diritti umani generate dalla mercificazione delle donne e bambini attraverso la pratica della maternità surrogata», affermano. Oltre alla ministra Roccella sono intervenuti al dibattito, svoltosi al Palais des Nations, Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero della Santa Sede per i laici, la famiglia e la vita, Olivia Maurel, nata tramite maternità surrogata, impegnata per l'abolizione della maternità surrogata, Eva Maria Bachinger, giornalista austriaca e scrittrice che ha co-fondato l'iniziativa “Stop Surrogacy” a Vienna nel 2015 de Bettina Roska, Adf International, in servizio come funzionario legale delle Nazioni Unite a Ginevra.

Che ci sia bisogno di una regolamentazione a livello internazionale è indubbio: speriamo solo che non siano questi i soggetti chiamati a stilarla.