Meloni Vs Ferragni: è questo il livello del dibattito politico italiano?

Sul palco di Atreju gli attacchi di Meloni a influencer e scrittori impegnati, esplicitamente schierati contro il governo e le contraddizioni dell'intervento di Elon Musk

di CHIARA CARAVELLI
18 dicembre 2023
"Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti, mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è quello di chi quelle eccellenze le inventa, le disegna e che produce tenendo testa a tutti nel mercato globale, solo perché noi semplicemente siamo più bravi e lo sappiamo fare meglio. E ai giovani bisogna spiegare che crearli quei prodotti è più straordinario che limitarsi a mostrarli".

L'attacco di Giorgia Meloni a Chiara Ferragni

Le parole pronunciate dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso conclusivo dell’edizione 2023 di Atreju, hanno fatto in pochi minuti il giro del web. Il riferimento, senza citare la diretta interessata come avvenuto per altri personaggi non menzionati direttamente dalla premier, è alla multa dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta nei confronti di Chiara Ferragni per la campagna insieme a Balocco. Si poteva evitare? Indubbiamente. E infatti le critiche non sono mancate: in molti, al di fuori del pubblico presente in sala, hanno ritenuto l’attacco gratuito, inopportuno e soprattutto fuori luogo. Tra questi c’è anche il marito dell’imprenditrice digitale, Fedez, che è subito intervenuto in difesa della moglie: "Questa è la priorità del nostro presidente del Consiglio".
 
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Poche ore fa, è arrivata via social anche la risposta dell’influencer che si è scusata per l’accaduto: "Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene. Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia. Questo è quello che insegniamo ai nostri figli. Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro. Ed e quello che voglio fare ora. Chiedere scusa e dare concretezza a questo mio gesto: devolverò un milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini. Ma non basta: lo faccio pubblicamente perché mi sono resa conto di aver commesso un errore di comunicazione. Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficenza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali. Perché anche se il fine ultimo è buono, se non c’è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione, può ingenerare equivoci". Ferragni ha anche sottolineato come nei prossimi giorni impugnerà il provvedimento dell’Agcm in quanto "sproporzionato e ingiusto". Che tra Meloni e la coppia Ferragni-Fedez non sia mai corso buon sangue – così come testimoniano negli anni i vari dibattiti su aborto, lavoro e immigrazione che li hanno visti protagonisti – non è una novità. Come non lo è il fatto che in Italia - anche per colpa di un dibattito politico scarno di cui questo botta e risposta è emblema - si passino giorni e giorni a parlare di cose come questa, con continui attacchi e contro attacchi, quando in realtà le priorità sono ben altre. E guardando alla situazione del nostro Paese non è difficile capirlo, almeno per alcuni.
 
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Nel mirino della presidente anche Roberto Saviano

Ma il riferimento indiretto all’influencer milanese non è l’unica cosa che stona nel discorso finale della premier sul palco di Atreju. C’è l’attacco, anche questo indiretto, al giornalista sotto scorta Roberto Saviano. Parlando di Caivano, infatti, Meloni ha ringraziato le forze dell’ordine che da anni presidiano un territorio abbandonato dallo Stato, per poi affermare: "Sono storie da raccontare, che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive. E magari regalano il pulpito da New York da cui dare lezioni di moralità agli italiani. Sempre, si intende, a pagamento". La replica di Saviano è arrivata puntuale: "Ma lo sa Meloni che chi scrive di camorra vive sapendo che ci sono dilettanti dell’antimafia pronti ad accusarlo di aver diffuso il male per il solo fatto di averlo nominato? Lo sa Meloni che l’espressione - scrive - “Si è arricchito con la camorra” l’hanno pronunciata prima di lei boss e affiliati? Che prima di lei l’ha pronunciata chi voleva censurare il racconto delle dinamiche criminali? Beh, se non lo sapeva, ora lo sa". Fa riflettere come i nostri rappresentanti politici, durante una manifestazione organizzata come occasione per scambiarsi idee, anziché parlare di giovani, di lavoro, di economia, di progresso, sfruttino gran parte del loro tempo a disposizione per attaccare giornalisti e influencer.
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Elon Musk ospite di Fratelli d'Italia durante la kermesse Atreju ANSA/ANGELO CARCONI

Due pesi e due misure

Attacchi che invece si sono fatti di nebbia nel momento in cui il patron di X e Tesla, Elon Musk, si è presentato sul palco di Atreju con in braccio uno degli 11 figli. Lui, che nella sua vita ha abbracciato e accolto personalmente il percorso della maternità surrogata, ha parlato di natalità - invitando i presenti a procreare - da un palco che invece aborre categoricamente la gestazione per altri. La stessa Meloni, sempre da quel pulpito, ha rivendicato la proposta di legge in Parlamento per renderla un reato universale: "I bambini non sono un oggetto – le sue parole – non si comprano e non si vendono, la maternità non è un business. Sembra una banalità ma va detto, e sono fiera che presto l’utero in affitto diventerà presto reato universale".

Dibattito politico piatto

Non ci sono dubbi che se a ricorrere alla maternità surrogata fosse stato qualcun altro anziché il ricco e bianco Musk, i commenti ci sarebbero stati. Eccome. Ma i trattamenti che questa destra sta mettendo in atto da quando è al governo, si sa, non sono uguali per tutti. Basti pensare all’immigrazione, ai poveri, alle donne. La tecnica è sempre quella, standardizzata. Mettere a tacere chi la pensa diversamente (vedi il trattamento riservato agli influencer impegnati nonché agli scrittori schierati), non riconoscere gli stessi diritti a chi non fa parte della famiglia tradizionale, i migranti a casa loro e le donne menzionate solo in quanto madri o quando bisogna riempirsi la bocca dicendo basta alla violenza di genere. Il discorso di Meloni non stupisce e non progetta. Sotto tanti aspetti indigna e annoia.