Il neo-presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha dichiarato che la polizia morale del Paese non “disturberà” più le donne nell'applicazione della legge sull'hijab obbligatorio. Secondo la BBC, la dichiarazione arriva a pochi giorni dall'avvertimento delle Nazioni Unite, che ha sottolineato come le donne in Iran continuino a rischiare punizioni violente per la violazione del severo codice di abbigliamento.
I commenti di Pezeshkian, pronunciati durante la sua prima conferenza stampa da quando ha assunto l'incarico a luglio, hanno coinciso con il secondo anniversario della morte di Mahsa Amini. La ragazza di 22 anni era stata arrestata per non aver indossato correttamente l'hijab, un incidente che aveva scatenato proteste a livello nazionale nel 2022.
Le parole del presidente Masoud Pezeshkian
Nel corso della conferenza stampa, una giornalista ha raccontato di aver dovuto effettuare diverse deviazioni per evitare i furgoni della polizia, poiché il suo hijab lasciava scoperta una parte dei capelli. In risposta, Pezeshkian ha commentato con tono leggero: "La polizia morale sta ancora causando problemi? Non avrebbero dovuto farlo. Ci penserò io". Lo scambio di battute, trasmesso in diretta dalle principali reti televisive statali, è diventato virale online.
Un presidente riformista
Le dichiarazioni del presidente lasciano intravedere un possibile cambiamento nell'applicazione della legge iraniana sull'hijab. Pezeshkian, divenuto presidente dopo la morte del suo predecessore in un incidente in elicottero, è considerato un leader potenzialmente riformista. I suoi commenti sulla polizia morale e sull'applicazione dell'hijab hanno suscitato discussioni su possibili cambiamenti nell'approccio iraniano ai diritti delle donne e alle libertà personali.
Durante la campagna elettorale, Pezeshkian ha promesso di opporsi alle pattuglie di polizia incaricate di far rispettare l'obbligo del velo. Inoltre, si è impegnato ad alleggerire le restrizioni su Internet e social, che il Paese applica da tempo.
L’inchiesta delle Nazioni Unite
Tuttavia, l'ultima missione d'inchiesta delle Nazioni Unite dipinge un quadro diverso. In un rapporto pubblicato la scorsa settimana, le Nazioni Unite hanno dichiarato che il governo iraniano ha “intensificato gli sforzi” per reprimere i diritti delle donne e schiacciare l'attivismo dopo le proteste del 2022.
Il rapporto ha rilevato che le autorità hanno “rafforzato la sorveglianza del rispetto dell'hijab” sia in ambienti pubblici che privati, e hanno intensificato la violenza nel punire le donne e le ragazze che infrangono le regole.
"Hijab e castità”
Il rapporto delle Nazioni Unite si è inoltre soffermato sulla recente legge “Hijab e Castità”, al momento in fase finale di approvazione da parte del Consiglio dei Guardiani Iraniano. Se approvata, la legge introdurrebbe pene più severe per le donne che non indossano correttamente l’hijab, tra cui multe sostanziose, pene detentive più lunghe, restrizioni alle opportunità di lavoro e di istruzione.
Un atteggiamento più rilassato
Tuttavia, come riportato dalla BBC, nonostante le preoccupazioni, alla prima conferenza stampa di Pezeshkian si sono notati segnali di un atteggiamento più rilassato. Nei video dell'evento, alcune giornaliste indossavano larghi copricapi, lasciando scoperta una parte dei capelli. Questo ha rappresentato un cambiamento rispetto ai precedenti eventi ufficiali, in cui alle giornaliste veniva richiesto di indossare il velo in modo più rigido.
Mentre l'Iran è alle prese con questioni interne, la comunità internazionale continua a monitorare attentamente la situazione. Il contrasto tra le dichiarazioni di Pezeshkian e i risultati delle Nazioni Unite evidenzia la natura complessa e in evoluzione del panorama sociale e politico iraniano.