“La Sardegna con Alessandra Todde diventerà la Regione capofila in Italia per la lotta per i diritti Lgbt+”. La comunità arcobaleno esulta per la vittoria della candidata del centrosinistra, appoggiata da M5S e Pd, alle elezioni regionali che si sono svolte lo scorso weekend sull’Isola. Una vittoria di misura (lo scarto è di meno di mezzo punto percentuale: 45,3% dei voti contro il 45% di Paolo Truzzu del centrodestra).
“Sarò il prima presidente donna dell'isola v” ha detto nella tarda serata di ieri la nuova governatrice, a spoglio ormai quasi ultimato. Un dato di fatto, tanto che lo stesso avversario, già sindaco di Cagliari, parlando alla stampa, dichiara: “Ho chiamato Todde e le ho fatto gli auguri. Se c'è un responsabile di questa sconfitta è il sottoscritto. Perdere per una manciata di voti, di uno sputo, da fastidio”.
Lasciando ad altri le analisi politiche del voto, di chi sia la responsabilità della prima battuta d’arresto per il centrodestra da quando si è insediato il governo di Giorgia Meloni, di quanto questo primo voto possa influenzare le prossime elezioni in programma quest’anno, la vittoria di Alessandra Todde rappresenta un risultato significativo per quelli che sono gli interessi delle persone Lgbt+.
Con lei, infatti, “vincono i diritti ed ora in Italia ci sono 5 Regioni a maggioranza progressista per chiedere il referendum sul matrimonio egualitario”, affermano in una nota Fabrizio Marrazzo e Manuel Pirino, rispettivamente portavoce nazionale e referente Sardegna del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale. E aggiungono che tutti i sondaggi sul tema ‘nozze omosessuali’ “trovano un consenso trasversale nella popolazione di oltre il 65% (dato Censis Dicembre 2023). La comunità Lgbt+ in Sardegna ha fatto la differenza accogliendo il nostro appello al Voto Utile per i diritti per Alessandra Todde. Questo è un segnale chiaro: il desiderio di uguaglianza trascende le divisioni politiche, unendo persone di ogni orientamento e provenienza”.
La stessa politica 55enne, durante la campagna elettorale, aveva risposto alla richiesta di tutela e di garanzia sui diritti che era arrivata dalla comunità rivolgendosi direttamente a “attiviste, attivisti e attivistə” e promettendo impegno “affinché il Sardegna Pride riceva il giusto sostegno e, a differenza di quanto fatto dalla Giunta uscente, sia chiaro che la nostra isola sarà sempre una terra inclusiva, accogliente e che non permette alcuna discriminazione ma fa delle diversità, tutte le diversità, un valore da non sprecare”.
Andando a vedere nel dettaglio il risultato delle elezioni emerge quindi che “pur votando liste non presenti nella coalizione” i cittadini sardi hanno scelto di dare la loro preferenza alla candidata sostenuta dai 5 Stelle e dal Partito Democratico. Una scelta che “non compromette la maggioranza progressista, anzi la rende attrattiva anche dalle tante persone Lgbt+, che votano nel centro destra, ma che vogliono vedere riconosciuti i propri diritti, cosa che in Sardegna ed in Italia non avviene purtroppo dalle forze” di maggioranza, mentre in altri Paesi dove al governo ci sono partiti conservatori “come la Grecia, l’Inghilterra e la Germania” hanno approvato la misura, lasciando il nostro fanalino di coda in Europa.
“La lotta per l'uguaglianza è lontana dall'essere conclusa – concludono i rappresentanti del Partito Gay Lgbt+ – ma oggi, con la Sardegna e Alessandra Todde in testa, l'Italia fa un passo coraggioso verso il riconoscimento pieno dei diritti Lgbt+”