La nuova presidente del Parlamento europeo è Roberta Metsola, eurodeputata maltese e membro del partito popolare europeo. Eletta al primo turno con 458 voti su 690 e succeduta a David Sassoli, Metsola - di 43 anni - è un nome divisivo per l'Unione e la sua elezione non è stata un risultato scontato, dato che le sue posizioni antiabortiste (del passato?) sono ormai note e le sono costate varie critiche. Dopo San Marino che a settembre, tramite referendum popolare, ha esteso il diritto all'aborto anche all'interno del suo stato, Malta rimane l’unico Paese dell’Ue in cui per le donne abortire è ancora illegale. E, a luglio scorso, era stata proprio la neopresidente a difendere il suo voto contrario alla risoluzione che definisce l’interruzione di gravidanza "un diritto umano" affermando che "senza l’approvazione dei parlamenti nazionali, le istituzioni Ue non possono imporre alcuna legislazione in quest’area". Ma non è l'unico caso. Nel 2020, il Parlamento europeo aveva votato con una risoluzione per garantire l'accesso a servizi abortivi sicuri, legali e gratuiti, insieme a una ferma condanna della Polonia, dove tuttora è possibile interrompere la gravidanza solo in caso di stupro. La risoluzione è stata rivotata lo scorso anno, ma in entrambi i casi Metsola ha votato contro. Dopo la sua elezione, però, la neopresidente al Parlamento Europeo ha rilasciato una dichiarazione per rassicurare gli animi: "Le mie posizioni sull' aborto saranno quelle del Parlamento europeo che ora rappresento. Le promuoverò all'interno e all'esterno di questa Camera", ha dichiarato nella sua prima conferenza stampa.