Un G7 delle donne e per le donne, per trovare insieme strumenti di contrasto alla violenza di genere e di promozione dell’empowerment femminile. Sono queste le premesse del prossimo incontro tra i ministri e le ministre delle Pari opportunità dei sette Paesi che fanno parte del gruppo, che si svolgerà sotto la presidenza italiana e si riunirà dal 4 al 6 ottobre a Matera, in Basilicata.
I temi al centro del dibattito sono quindi quelli citati, con un focus particolare sul rapporto con il lavoro, l'impresa e la genitorialità. L’ha annunciato la ministra per la Famiglia e la natalità Eugenia Roccella dalla due giorni romana di summit del Women7 dedicato proprio alle Pari Opportunità.
Il Women7 summit
Il gruppo d'impegno civile è composto da 90 delegati e delegate provenienti da tutto il mondo e si occupa di promuovere l’adozione, da parte degli Stati del G7, di politiche inclusive, di sensibilizzare l’opinione pubblica e formulare raccomandazioni a supporto delle presidenze di turno. Oggi ha consegnato ufficialmente oggi il proprio documento (Communiquè) con le richieste per le donne da consegnare alla premier Giorgia Meloni, redatto “attraverso la discussione di esperte femministe provenienti da 42 Paesi” con l’obiettivo di costruire “un futuro equo, giusto, sostenibile e pacifico”.
Tra le priorità del gruppo d'impegno civile ufficiale, c'è infatti quella di garantire un’equa rappresentanza di donne e ragazze a tutti i livelli decisionali negli organismi politici ed economici pubblici e privati, nazionali, regionali e globali entro il 2030 e promuovere la partecipazione delle donne fissando obiettivi di genere attraverso piani d'azione nazionali. E ancora, quello di porre l'equità di genere al centro delle decisioni di bilancio, creando modelli economici “lungimiranti, inclusivi e innovativi, che funzionino per le donne e le ragazze» ed anche «includere il nesso di genere in tutte le iniziative incentrate sull'ambiente”.
I temi al centro del G7 delle Pari opportunità
Ma perché il forum di ottobre si occuperà proprio di violenza di genere? La scelta del tema è stata motivata da Roccella con la necessità “di ritrovare un linguaggio comune di sorellanza, in nome del quale uno stupro è uno stupro, chiunque ne sia la vittima, qualunque siano la sua etnia, la sua religione, il governo del suo Paese”. L’urgenza di affrontare il problema, che valica i confini nazionali, con gli stessi strumenti e un impegno comune, condiviso, sarà quindi la base da cui partire nei lavori dei Sette.
Mentre sull'empowerment, ha aggiunto la ministra italiana, “serve alle donne per non subire violenza, ma serve anche agli uomini per imparare a rispettare le donne” ed a indurre quel cambiamento culturale tanto atteso.
Tra i passi in avanti citati da Eugenia Roccella c’è, ovviamente, la nuova legge contro la violenza sulle donne e l'aumento dell'occupazione femminile, “cresciuta di circa 260mila unità arrivando a sfondare un tetto finora mai raggiunto”. Ma il numero delle donne che si dimettono dal lavoro dopo aver messo al mondo un figlio è sempre troppo alto come ricorda la IX edizione del rapporto “Le Equilibriste - La maternità in Italia 2024” di Save The Children: una lavoratrice su cinque esce dal mercato del lavoro dopo essere diventata madre; il 72,8% delle «convalide» delle dimissioni dei neogenitori riguarda le donne. In Italia, inoltre, continua a calare il numero medio di figli per donna (1,20) e c'è la più alta età media delle donne al parto tra i Paesi Europei (32,5 anni).