Stop ai
tirocini non retribuiti. E' questa
la richiesta della Commissione Europea che ha indirizzato a tutti gli Stati membri una lettera in cui rimprovera
l'assenza di un obbligo di retribuzione per stagisti e
tirocinanti annunciando l'intenzione di affrontare questo problema, nei limiti delle proprie competenze.
Una retribuzione che permetta ai tirocinanti di coprire almeno le spese per i trasporti, il cibo e l'alloggio: questa la richiesta della Commissione Europea (Instagram)
Lo stop ai tirocini non retribuiti
Nella lettera, la Commissione si è impegnata a presentare una
proposta legislativa che introduca l'obbligatorietà di una retribuzione che permetta ai tirocinanti di coprire almeno le spese per i trasporti, il cibo e l'alloggio. Non si stabilisce però quale sarà la retribuzione minima per i tirocinanti, valore che verrà deciso dai singoli Stati. La pratica descritta più volte dal Parlamento Europeo come "
una forma di sfruttamento" verso le nuove generazioni, potrebbe quindi non esistere più anche se prima che questa iniziativa possa tradursi in qualcosa di concreto potrebbero passare diversi mesi. La proposta di direttiva o regolamento che verrà presentata dalla Commissione dovrà infatti prima ricevere l'
approvazione del Parlamento europeo e successivamente del Consiglio dell'UE, l'organo che riunisce i ministri dei governi di ciascun paese dell'UE.
La Presidente del Forum europeo della gioventù, Maria Rodriguez Alcazar (Instagram)
La proposta del PE
Questa la
proposta del Parlamento Europeo:
- Tirocini extra-curriculari (non legati al percorso di studio): obbligo di retribuzioni con una paga in linea con il salario minimo del paese o con i minimi fissati dai contratti collettivi per i Paesi che non hanno un salario minimo (come l'Italia)
- Tirocini curricolari (legati al percorso di studio): obbligo di rimborso spese per i costi sostenuti nel conseguimento dello stage, da quantificare in base al costo della vita e le condizioni socio-economiche del paese
Sull'argomento è intervenuta anche
Maria Rodriguez Alcazar, la Presidente del Forum europeo della gioventù, che ha dichiarato: "I tirocini non retribuiti aumentano le disuguaglianze tra i giovani provenienti da diversi contesti sociali, impongono costi insostenibili alle famiglie, minacciano la salute mentale e creano ingiuste distorsioni del mercato del lavoro".
L'elemento di incertezza
L'
altro elemento di incertezza sull'esito e sulle tempistiche di questo processo è il fatto che nel 2024 sono previste sia le elezioni del Parlamento europeo, sia il cambio dei vertici della Commissione europea. Questo tipo di iniziativa è inquadrata all'interno di un'alleanza politico-istituzionale tra la Commissione e il Parlamento europeo. Il 14 giugno scorso quest'ultimo aveva approvato una risoluzione che chiedeva nuove
regole anti-sfruttamento in tutta l'Unione. Ricordiamo infine che questa risoluzione include anche i tirocini, sia nelle istituzioni comunitarie, sia nei posti di lavoro nazionali e privati. Per l'
Italia sarebbe dunque una novità importante: anche se per i tirocini extra-curricolari è già previsto un minimo di 300 euro mensili, i rimborsi raramente superano le poche centinaia di euro, mentre non esistono al momento quote minime obbligatorie per retribuire gli stagisti curricolari (quelli che svolgono un tirocinio legato al percorso di studio).
Secondo gli ultimi dati, In Ue il 45% di chi ha fatto uno stage non ha ricevuto nessun pagamento, il 47% in Italia (Instagram)
I dati allarmanti sugli stage svolti dai giovani europei
Ma veniamo ai
dati. Se prendiamo in considerazione il sondaggio dell'Eurobarometro effettuato a marzo dell'anno scorso notiamo che circa il
78% dei giovani europei ha svolto almeno un tirocinio (in Italia il 72%). Per il 19% è stata la prima esperienza in assoluto nel mondo del lavoro. E' chiaro quindi che si tratta di un meccanismo molto diffuso, che però in molti casi è riservato a chi può permetterselo. In Ue il
45% di chi ha fatto uno stage
non ha ricevuto nessun pagamento, il 47% in Italia. Questo obbliga a trovare un secondo impiego, quando è possibile farlo. Secondo lo European youth forum (Eyf), che ha pubblicato una ricerca sul tema circa un anno fa e ha continuato a fare pressione perché le istituzioni dell'Ue intervenissero, in media uno stage non pagato costa oltre mille euro al mese. Per la precisione,
1.028 euro al mese. Chiaramente si tratta di una media tra le zone dell'Ue con costi di vita ben diversi, ma resta il fatto che tra i partecipanti alla ricerca dell'Eyf
quasi il 70% ha detto di non potersi permettere di restare senza paga nei mesi successivi. Una situazione che svantaggia soprattutto chi ha una condizione economica o sociale più difficile in partenza. Come ha ribadito l'eurodeputata dei Verdi
Rosa D'Amato, "il lavoro va pagato, sempre". E ha aggiunto: "La scusa dello stage gratuito per 'fare esperienza' è solo un modo per nascondere lo sfruttamento ed è una forma di ingiustizia per tutti quei giovani che non hanno una famiglia alle spalle che possa sostenerli economicamente". Ecco che allora questo strumento troppo spesso utilizzato come mezzo per disporre di forza lavoro senza costi aggiuntivi,
sfruttando giovani professionisti e contribuendo alla crescente precarietà del mondo del lavoro, sta, forse, per essere eliminato.