L’uomo incinta VS famiglia tradizionale. La propaganda politica di Salvini sui corpi trans

Continua a far discutere il post elettorale pubblicato da Matteo Salvini che contrappone un uomo incinta, a rappresentare l’Europa, con una coppia eterosessuale e due figli, che rappresenterebbe l’Italia. La Lega, sempre più conservatrice e bacchettona, si diverte a spaventare gli elettori

di CHIARA CARAVELLI
25 maggio 2024
Il post di Salvini fa discutere

Il post di Salvini fa discutere

Un uomo trans in gravidanza da una parte, una coppia eterosessuale e due bambini dall’altra. La prima dovrebbe rappresentare l’Europa, la seconda l’Italia. Dovrebbe, appunto. L’immagine, che ha già creato numerose polemiche, fa parte del manifesto elettorale del leader della Lega, Matteo Salvini, in vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno. Come se non bastasse, il numero uno del Carroccio ha anche aggiunto un commento al post: “Uomini ‘incinti’ e follie woke? No, grazie. Sì a mamme e papà!”. La foto, creata con l’intelligenza artificiale, ha scatenato una raffica di commenti sia da parte degli utenti social sia della comunità Lgbtqi+ italiana che accusano il leghista di transfobia.

Perché utilizzare un’immagine del genere, diciamocelo, non ha niente di politico. E’ una comunicazione che semmai spaventa, incita alla tifoseria, all’esclusione di persone che non rientrano in un genere che sia quello di uomo, donna o più in generale di famiglia ‘tradizionale’. Che automaticamente diventano “il nemico”.

Basti pensare che nel giorno della giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, il governo Meloni non ha firmato la Dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtq+, avanzata dalla presidenza di turno belga del Consiglio Ue e sottoscritta da 18 Paesi membri su 27.

Guardando il manifesto elettorale di Salvini viene da chiedersi anche: perché l’immagine di sinistra dovrebbe rappresentare l’Europa? Perché il peggio che l’Europa può esprimere - secondo il leader del Carroccio - è una persona incinta con un’identità e un’espressione di genere non riconducibili immediatamente a un maschio o una femmina? Viene da chiedersi perché, nel 2024, siamo ancora fermi dal punto di vista dei diritti civili. Perché dobbiamo ancora ragionare in termini di genere, perché le persone non possono essere libere di essere chi vogliono essere. E soprattutto perché la diversità, il corpo, l’identità e la dignità della persona deve essere usata per mera propaganda politica?