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Home » Attualità » Il russo Vladimir e l’ucraino Roman, quando l’amicizia supera i conflitti: “La guerra era impensabile”

Il russo Vladimir e l’ucraino Roman, quando l’amicizia supera i conflitti: “La guerra era impensabile”

Vladimir Reutov è un cantante lirico nato e cresciuto in Russia. Il suo collega e amico Roman Korol è invece un sommelier ucraino. Insieme gestiscono un locale, dedicato al celebre compositore Stravinsky, nel centro di Lucca. E oggi si trovano a fare i conti, da lontano, con la guerra che coinvolge i loro Paesi d'origine

Teresa Scarcella
22 Marzo 2022
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“La guerra era una cosa impensabile. Nonostante conoscessimo molto bene le idee di Putin, mai avremmo immaginato tutto ciò. Inutile dire quanto sia difficile per noi vedere quello che sta accadendo lì, a casa nostra. I primi giorni è stato impossibile anche dormire, sopraffatti dall’angoscia e dalla preoccupazione per i nostri cari. Poi abbiamo dovuto far spazio alla forza d’animo, non potevamo fare altrimenti. Dovevamo attivarci per essere d’aiuto in qualche modo, dal sostegno economico al supporto logistico per eventuali spostamenti qui in Italia”.

Vladimr Reutov, russo di 39 anni, e Roman Korol,44enne ucraino, sono i proprietari del locale Stravinsky, in centro a Lucca. Si sono incontrati 20 anni fa a Mosca e in Italia hanno iniziato una nuova vita e la loro attività insieme

A parlare sono Vladimir Reutov, 39 anni, cantante lirico nato e cresciuto in Russia, e Roman Korol, sommelier ucraino di 44 anni. Le loro vite si sono incrociate a Mosca una ventina di anni fa, poi la decisione di venire in Italia, spinti uno dall’amore per il canto, l’altro per la tradizione enogastronomica. Insieme gestiscono un locale nel centro di Lucca, lo Stravinsky, in nome del celebre compositore russo. Da settimane ormai sono finiti sotto i riflettori per motivi facili da intuire, ma ne avrebbero fatto volentieri a meno.

Roman Korol è un sommelier ucraino. Anni fa si è trasferito in Italia per imparare tutti i segreti della nostra tradizione enogastronomica

Paesi diversi conseguenze comuni

Il loro rapporto, da comune che era, lo abbiamo fatto diventare, noi giornalisti in primis, il simbolo della campagna contro una guerra che vede contrapposti, per forza di cose, due popoli. I loro. Così com’è avvenuto anche in altri casi. Ma in realtà è un connubio come tanti altri, che ci dice banalmente quanto questo conflitto appartenga soltanto a una cerchia ristretta di persone, e con esso tutti quei sentimenti di diffidenza e ostilità verso il prossimo dai quali nascono la maggior parte dei conflitti, anche quelli più piccoli. Per non parlare degli interessi che sono di una cerchia ancora più ristretta, a differenza delle conseguenze. Quelle, in un modo o nell’altro, non risparmieranno nessuno. E le prime, quelle più immediate, sia Vladimir che Roman le stanno vivendo a distanza, sulla pelle delle loro famiglie, dei loro amici. Seppur entrambi distanti dalle loro case, assorbono costantemente notizie e informazioni che arrivano dai loro Paesi e sono per questo due punti di vista diversi (ma non per contenuto) di quanto sta accadendo ormai da settimane in Ucraina.

Vladimir Reutovo è un celebre tenore russo, nato e cresciuto nella capitale prima di trasferirsi in Italia per seguire l’amore per il canto

“Quello che arriva in Italia dalle fonti dirette rispecchia perfettamente la realtà – spiega Vladimir – a mancare sono le notizie dalla Russia, lì è tutto filtrato. D’altronde il potere di Putin sta proprio nella manipolazione dell’informazione. La propaganda è sempre stata una sua arma, invadente nella vita del popolo russo fin da prima, ora diventata totale. Con questo non voglio giustificare i miei connazionali, ma l’immobilismo è comprensibile. La maggior parte di quelli che lo sostengono non sono mai usciti fuori dai confini russi, quindi vivono le sue idee come se fossero le loro perché sono le uniche che conoscono – aggiunge -. E quelli che decidono di ribellarsi finiscono per subire le conseguenze di questa scelta. Putin sta distruggendo economicamente il suo stesso Paese, sta macchiando la reputazione del suo popolo e gli effetti delle sue scelte purtroppo si vedranno negli anni e le vivranno le nuove generazioni. I russi saranno additati come i cittadini del Paese invasore dell’Ucraina e i giovani che vorranno uscire da quei confini, fare esperienze all’estero, avranno serie difficoltà”.

Noi restiamo qui. Le guerra va fermata non alimentata

Vladimir Reutov e Roman Korol

Come hanno fatto loro due, sia Vladimir che Roman. E nessuno dei due, per motivi diversi, vuole tornare da dove è partito. Per Roman, soprattutto, significherebbe dover arruolarsi e combattere una guerra che non vuole. “Sono con il cuore e la testa lì. Ammiro il coraggio e la dignità dei miei connazionali e capisco le richieste di aiuto che arrivano dal mio Paese, che si ritrova a dover combattere contro un esercito più grande e più potente, ma la guerra va fermata, non alimentata secondo me”. La mamma di Vladimir vive a Mosca, mentre la famiglia di Roman si è allontanata da Brovary, città a pochi chilometri da Kiev, per sfuggire alle bombe e rifugiarsi prima in campagna, per poi scappare in Italia. Sono arrivati a Lucca qualche giorno fa, Vladimir e Roman hanno fatto da tramite nell’organizzazione del viaggio e poi nel trovare, con il supporto della Caritas, una sistemazione.

Reutov ha partecipato in queste settimane a vari concerti benefici per raccogliere fondi in favore del popolo ucraino (Foto Umicini/festival pucciniano 2016)

Sono circa una decina tra familiari e amici e stanno bene. Per il popolo ucraino il tenore russo ha messo a disposizione anche la sua più grande passione e il tuo talento, partecipando a vari concerti benefici per raccogliere fondi e lanciare messaggi di pace. Tra questi, ad esempio, quello del 9 marzo scorso a Pietrasanta, che lo ha visto sul palco insieme ad altri artisti di caratura internazionale tra cui il soprano ucraino Oksana Dyka; o quello del 16 marzo a Lucca.
Dalla musica, come da altri tipi di linguaggio, avremmo tanto da imparare. Essa non conosce guerre perché non conosce confini, geografici, fisici, storici, politici, non conosce ostilità perché non conosce limiti. E sembra strano visto che a farla è l’essere umano, un concentrato di limiti. Questo significa allora che non gli mancano gli strumenti per superarli, ma la voglia di riconoscerli.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
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Vladimr Reutov, russo di 39 anni, e Roman Korol,44enne ucraino, sono i proprietari del locale Stravinsky, in centro a Lucca. Si sono incontrati 20 anni fa a Mosca e in Italia hanno iniziato una nuova vita e la loro attività insieme
A parlare sono Vladimir Reutov, 39 anni, cantante lirico nato e cresciuto in Russia, e Roman Korol, sommelier ucraino di 44 anni. Le loro vite si sono incrociate a Mosca una ventina di anni fa, poi la decisione di venire in Italia, spinti uno dall’amore per il canto, l’altro per la tradizione enogastronomica. Insieme gestiscono un locale nel centro di Lucca, lo Stravinsky, in nome del celebre compositore russo. Da settimane ormai sono finiti sotto i riflettori per motivi facili da intuire, ma ne avrebbero fatto volentieri a meno.
Roman Korol è un sommelier ucraino. Anni fa si è trasferito in Italia per imparare tutti i segreti della nostra tradizione enogastronomica

Paesi diversi conseguenze comuni

Il loro rapporto, da comune che era, lo abbiamo fatto diventare, noi giornalisti in primis, il simbolo della campagna contro una guerra che vede contrapposti, per forza di cose, due popoli. I loro. Così com'è avvenuto anche in altri casi. Ma in realtà è un connubio come tanti altri, che ci dice banalmente quanto questo conflitto appartenga soltanto a una cerchia ristretta di persone, e con esso tutti quei sentimenti di diffidenza e ostilità verso il prossimo dai quali nascono la maggior parte dei conflitti, anche quelli più piccoli. Per non parlare degli interessi che sono di una cerchia ancora più ristretta, a differenza delle conseguenze. Quelle, in un modo o nell'altro, non risparmieranno nessuno. E le prime, quelle più immediate, sia Vladimir che Roman le stanno vivendo a distanza, sulla pelle delle loro famiglie, dei loro amici. Seppur entrambi distanti dalle loro case, assorbono costantemente notizie e informazioni che arrivano dai loro Paesi e sono per questo due punti di vista diversi (ma non per contenuto) di quanto sta accadendo ormai da settimane in Ucraina.
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Noi restiamo qui. Le guerra va fermata non alimentata

Vladimir Reutov e Roman Korol
Come hanno fatto loro due, sia Vladimir che Roman. E nessuno dei due, per motivi diversi, vuole tornare da dove è partito. Per Roman, soprattutto, significherebbe dover arruolarsi e combattere una guerra che non vuole. “Sono con il cuore e la testa lì. Ammiro il coraggio e la dignità dei miei connazionali e capisco le richieste di aiuto che arrivano dal mio Paese, che si ritrova a dover combattere contro un esercito più grande e più potente, ma la guerra va fermata, non alimentata secondo me”. La mamma di Vladimir vive a Mosca, mentre la famiglia di Roman si è allontanata da Brovary, città a pochi chilometri da Kiev, per sfuggire alle bombe e rifugiarsi prima in campagna, per poi scappare in Italia. Sono arrivati a Lucca qualche giorno fa, Vladimir e Roman hanno fatto da tramite nell'organizzazione del viaggio e poi nel trovare, con il supporto della Caritas, una sistemazione.
Reutov ha partecipato in queste settimane a vari concerti benefici per raccogliere fondi in favore del popolo ucraino (Foto Umicini/festival pucciniano 2016)
Sono circa una decina tra familiari e amici e stanno bene. Per il popolo ucraino il tenore russo ha messo a disposizione anche la sua più grande passione e il tuo talento, partecipando a vari concerti benefici per raccogliere fondi e lanciare messaggi di pace. Tra questi, ad esempio, quello del 9 marzo scorso a Pietrasanta, che lo ha visto sul palco insieme ad altri artisti di caratura internazionale tra cui il soprano ucraino Oksana Dyka; o quello del 16 marzo a Lucca. Dalla musica, come da altri tipi di linguaggio, avremmo tanto da imparare. Essa non conosce guerre perché non conosce confini, geografici, fisici, storici, politici, non conosce ostilità perché non conosce limiti. E sembra strano visto che a farla è l'essere umano, un concentrato di limiti. Questo significa allora che non gli mancano gli strumenti per superarli, ma la voglia di riconoscerli.
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